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Il capo del Consiglio presidenziale libico, Fayez al Serraj, presiederà oggi una riunione tra i massimi organismi economici del Paese, vale a dire la Noc, la società petrolifera statale, e la Banca centrale. Secondo le informazioni avute da Formiche.net, alla riunione riservata saranno presenti i rispettivi presidenti, Mustapha Sanalla e Al Siddiq al Kabir, e con loro ci saranno i rappresentanti delle istituzioni, dall’Alto Consiglio tripolino al governo regionale dell’Est (per quanto noto mancherà invece il presidente della Camera dei Rappresentanti, Agila Saleh).

Il momento è delicato: mentre la Comunità internazionale, guidata dall’Onu, procede su una serie di contatti politici più o meno ufficiali spingendo per consolidare l’attuale cessato il fuoco e arrivare a una forma di stabilizzazione pacifica – che porti alla revisione degli attuali organismi di governo – per avviare la strada verso elezioni già programmate per il prossimo anno, la questione economica incombe.

Il tema è il petrolio: grazie all’accordo mediato personalmente dal vicepremier libico, Ahmed Maiteeg, con i ribelli della Cirenaica capitanati da Khalifa Haftar, le produzioni sono ripartite. Attualmente l’output è stabile e sopra al milione di barili al giorno, valore che dà la misura della potenza produttiva libica, che significa capacità di produrre proventi. Che però è ferma, dato che ancora non si è trovata la quadra su come ridistribuire le entrate tra Est e Ovest.

Sulla questione c’è una partita in corso tra Noc e Banca centrale: al Kabir ha pesantemente accusato la petrolifera di aver truccato per anni i dati sulle produzioni. La Noc ha risposto che si tratta di insinuazioni false. Il primo suppone che ci siano state distrazioni di fondi falsando i dati dell’output (al ribasso), la Noc sottolinea che molte delle attività sono fatte in joint-venture e dunque tutto è verificato anche da terzi.

L’argomento è adesso il principale campo di battaglia su cui si sfoga la partita politica in corso. Il futuro della Libia passa dal risultato di questo scontro. Chi riuscirà a mediare tra le due anime economiche più importanti (insieme al fondo sovrano Lia) e tra le pretese dell’Est e dell’Ovest – come fatto nell’accordo per il riavvio dei flussi da Maiteeg – riuscirà a garantire il ritorno di una prosperità ai libici (che da anni subiscono le angherie delle guerre). Una carta fondamentale per assicurarsi il successo elettorale e il potere politico.

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