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Sulla e della vicenda delle dichiarazioni al Parlamento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è detto e sentito di tutto e si è scritto e letto tanto. Di essa cosa resta e resterà e quale lezione se ne può trarre? Partiamo da una constatazione: la brava e coraggiosa Giorgia non avrebbe subito una vera e propria aggressione nelle aule parlamentari e l’opinione pubblica non avrebbe assistito al linciaggio ed al coro di tutta la grande stampa e dei mezzi di comunicazione scesi in difesa del Manifesto di Ventotene se lo schieramento di centrodestra politico e istituzionale si fosse attrezzato per tempo su argomenti cruciali come questo che ha dedicato intere pagine anche alla manifestazione promossa da Michele Serra. Avvenire, il giornale dei vescovi, scrive a tutta pagina: “In 30mila per la ‘nuova Ventotene’. Il popolo europeista risponde all’appello di Michele Serra e riempe Piazza del Popolo” con Vittorio Pellegra che stigmatizza “l’operazione messa in atto dalla presidente del Consiglio che sembra ispirata da un misto di arroganza, malafede e smaccata ignoranza. Citare, come ha fatto Giorgia Meloni, il Manifesto di Ventotene in quella maniera è come citare il Vangelo dove leggiamo, tra le altre cose, ‘Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettere pace, ma spada’ (Mt 20,34) e concludere che Gesù è un estremista guerrafondaio. È una provocazione, una mossa strumentale che può avere presa su molti, purtroppo, in particolare su chi non conosce la storia e la vita di coloro che hanno redatto quel manifesto. Erano dei giganti che Mussolini codardamente aveva condannato al confino per paura delle loro idee”). Giudizio, peraltro condiviso da Andrea Lavezza in risposta ad alcune lettere al quotidiano. Il Corriere della Sera, per citarne solo un altro quotidiano che ha dato spazio a tanti, anche del centrodestra, che hanno deprecato l’intervento del nostro premier, come Letizia Moratti che intervistata il 27/03/2025 risponde che: “Il Manifesto di Ventotene è un pilastro della costituzione europea, una visione di integrazione e collaborazione nata in un momento storico drammatico. Ritengo fondamentale preservare lo spirito originario e attualizzarlo alle sfide di oggi, senza strumentalizzazioni politiche. E’ l’Europa dei padri fondatori, l’Europa di De Gasperi”… “Le dichiarazioni della Premier sottolineano una lettura critica del percorso europeo attuale rispetto alle idee dei fondatori: è un dibattito legittimo”.

Per non parlare di alcuni storici come Antonio Carioti che in una pagina intera del quotidiano di Via Solferino parla di: “Quel testo visionario contro gli Stati nazionali che appartiene alla Storia. Di ispirazione socialista, il Manifesto non va isolato dal contesto in cui nacque”. O di quei politici come Pierferdinando Casini che attacca la Meloni perché: “Aprire un contenzioso sui padri fondatori è sbagliato. Chi governa deve unire. Ventotene è una delle pagine più belle per l’Europa”.

Ultimo, Aldo Cazzullo, che ha tirato in ballo i martiri antifascisti, che, naturalmente, sono degni di ogni rispetto da parte mia, ma non c’entrano con il documento (Cfr.: “Può sembrare incredibile che una presidente del Consiglio, per giunta di destra, se la prenda nel 2025 con un gruppo di oppositori di Mussolini – uno dei quali, Eugenio Colorni medaglia d’oro al valore militare, assassinato dai criminali fascisti della banda Koch – che nel 1941, quando l’Europa era devastata dalla Seconda guerra mondiale e i soldati italiani cadevano sul fronte greco e nel deserto africano, sognavano un’Europa unita e un mondo in pace”).

Di fronte a questo fuoco incrociato ed ad alzo zero contro la Meloni, il centrodestra, nel suo complesso ha tardato ad esprimere qualche difesa più o meno frettolosamente arrangiata del proprio presidente del Consiglio. E lo si è visto anche negli interventi e nelle poche battute date in risposta a giornalisti che incalzavano i suoi vari esponenti.

Dico questo a ragion veduta, perché fin dal 2021, quando mi accorsi che la sinistra, nel tentativo di contrastare l’avanzata sovranista e conservatrice in Italia ed in tutta Europa, aveva iniziato una vera e propria compagna propagandistica per rilanciare la leggenda, il mito e la bandiera, interessai alcuni parlamentari europei e qualche consigliere regionale perché approntassero una qualche resistenza.

Questa la sequenza delle iniziative della sinistra.

L’offensiva su e con Ventotene era iniziata un decennio fa con la venuta nell’isola pontina di personaggi delle istituzioni europee come Ursula Von del Layen, Presidente della Commissione come lo scomparso David Sassoli, presidente del Parlamento europeo.

Il decollo dell’attenzione era proseguito, con il vertice promosso da Matteo Renzi il 22/8 del 2016 e con la partecipazione di Francois Holland e di Angela Merkel sulla portaerei Garibaldi, perché – disse l’allora il presidente del Consiglio italiano – “l’Isola di Ventotene rappresenta i valori e gli ideali che hanno fondato l’Unione Europea”. Poi arrivò il 20 agosto del 2021 il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, anche lui, ex democristiano e, quindi, presumibilmente cattolico, contribuì ad alimentare la tesi secondo la quale il “Manifesto di Ventotene” sarebbe il fondamento della Unione Europea.

Da allora il leit-motive di tutte le manifestazioni è stato quello, appunto, di far passare sempre più l’idea che quel “manifesto” fosse la base, l’atto di battesimo della causa europeista.

A seguito di tutti questi avvenimenti scrissi l’8/09/2021 questa lettera a parlamentari e consiglieri regionali del Lazio: “Caro… Come sai il giorno 20 agosto u.s. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato in occasione dell’ottantesimo anniversario del “manifesto di Ventotene” e del 40° “Seminario per la formazione federalista europea” sull’isola pontina, rendendo omaggio anche alla tomba di Altiero Spinelli, sulla quale ha deposto una corona di fiori. …Poiché, come ho dimostrato con la documentazione che ti allego, le cose non stanno esattamente cosi e poiché si tratta di una vera e propria falsificazione storia, (essendo ben altri i padri fondatori della Unione), ad uso e consumo della sinistra e del filone culturale laicista e progressista, ti sarei grato, conoscendo bene i tuoi orientamenti al riguardo, di voler valutare la possibilità di intervenire proprio in qualità di europarlamentare (o di Consigliere Regionale), per contestare questa mistificazione e tentare di arginare questa vera e propria campagna propagandistica, che vuole oscurare e far dimenticare le vere ed autentiche radici dell’Europa. Oltretutto molte delle manifestazioni e dei convegni che si svolgono sull’isola per ricordare anniversari e personaggi legati al “Manifesto” sono promossi e finanziati dal Parlamento europeo (o dalla Regione Lazio) e per essi andrebbe preteso la partecipazione di esponenti di tutti gli orientamenti culturali a partire dai rappresentanti della cultura cattolica. Resto in attesa di conoscere la tua disponibilità, assicurandoti tutta la mia collaborazione per eventuali contributi di carattere storico e culturale. Tanti cordiali saluti. Firmato: Riccardo Pedrizzi”.

Poiché non ebbi alcuna risposta il 24/11/2021 li sollecitai: “Caro ….., non ho ricevuto nessuna risposta alla mia dell’08/09/2021. Ti chiedo cortesemente di volermi fare conoscere la tua posizione in merito. Ti ringrazio anticipatamente e ti invio cordiali saluti. Firmato: Riccardo Pedrizzi”.

Sapete quale fu la risposta nonostante le insistenze? Zero assoluto o solo qualche puerile giustificazione per non intervenire e, sopratutto, per non studiare e approfondire questo tema… Come per tanti altri.

E poi ci si lamenta che la sinistra occupa spazi istituzionali, centri culturali ed università.

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Cosa resta e resterà e quale lezione se ne può trarre dalle dichiarazioni al Parlamento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riguardo il Manifesto di Ventotene. L’opinione di Riccardo Pedrizzi

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