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Sanità digitale, città intelligenti e porti connessi. Tutto tramite intelligenza artificiale, sistemi satellitari, sensori e piattaforme di comando e controllo, in un turnover efficiente tra militare e civile. È il contributo che Leonardo offre al Paese per il rilancio economico, illustrato oggi alle commissioni Bilancio e Attività produttive della Camera dall’amministratore delegato Alessandro Profumo, audito nell’ambito dell’esame del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la proposta presentata dal governo al Parlamento a metà gennaio.

IL RUOLO DI LEONARDO

Si tratta di progetti concreti, basati sull’esperienza e il know how che l’azienda ha maturato nel tempo e, in particolare, negli ultimi anni sulle nuove tecnologie. “Non sono progetti che avevamo nel piano operativo e che intendiamo ora farci finanziare con il Pnrr – ha spiegato Profumo – ma progetti che riteniamo siano a servizio del Paese per aumentarne il potenziale di crescita e dare nuove opportunità alle generazioni future”. Tale volontà nasce dalla constatazione che le problematiche a cui il Next Generation Eu potrebbe rispondere hanno un denominatore comune: “La carenza di un’infrastruttura digitale solida, flessibile e sicura”.

PER UN CLOUD NAZIONALE

Su questo, ha notato il manager, “Leonardo ha sviluppato nel tempo capacità che riteniamo di poter offrire al Paese in tempi rapidi, in un supporto strutturato nell’affrontare le problematiche esistenti e cercare di portare avanti ipotesi di soluzioni”. D’altra parte, la stessa evoluzione della One Company ha portato alla definizione di una “piattaforma Leonardo”, intesa come “paradigma comune e piattaforma tecnologica trasversale”. Algoritmi, intelligenza artificiale, capacità produttive, sistemi di comando e controllo, supporto decisionale. Sono tutte “capacità e competenze sviluppate nel mondo della Difesa che portiamo in modo utile al mondo civile”.

CINQUE PROGETTI

Oltre al cloud nazionale sicuro (“che Leonardo può contribuire a realizzare in tempi brevi”), sono cinque le linee progettuali illustrate da Profumo, trasversali a pressoché tutte le sei missioni identificate dal governo sulla base delle indicazioni di Bruxelles. La prima linea proposta da Leonardo riguarda il “global monitoring”, cioè il monitoraggio a tutto tondo del Paese, sfruttando in particolare le tecnologie satellitari (alcune delle quali già impiegate nel corso della pandemia) per incrementare le capacità di osservazione di città, in caso di disastri e calamità, ma anche per la verifica di infrastrutture critiche e del patrimonio culturale. C’è poi la linea progettuale per smart city, al fine “incrementare il livello di sicurezza e resilienza delle città metropolitana”, ha spiegato Profumo. Tra sensori, algoritmi di intelligenza artificiale e trasporto pubblico innovativo, si punta a città intelligenti, connesse e più efficienti, con sistemi utili per il controllo del territorio.

TRA SANITÀ E LOGISTICA

La terza linea progettuale riguarda la sanità, per “modelli di sanità digitale cloud-based e data-centrici”, ha notato Profumo. I sistemi di Leonardo permetterebbero di produrre una “risposta efficiente e coordinata del sistema sanitario, anche in situazioni di emergenza”, tra cartelle cliniche digitali (ma rispettose della privacy) e realtà aumentata per formare i professionisti della sanità. C’è poi la grande area della “Pubblica amministrazione”, per cui Leonardo propone di “accelerare il processo di digitalizzazione”. Come? Sfruttando connessioni satellitari (Profumo ha ricordato l’accordo con Open Fiber sulla banda larga) e la rete infrastrutturale esistente (Rete Forze di Polizia), riducendo il “digital divide” e raggiungendo anche le aree più isolate, quelle dove al momento non arriva la connessione Internet. Chiude il quadro la “logistica”, rivolta al sistema dei trasporti, porti e aeroporti, con un occhio all’efficientamento (tra Big data e intelligenza artificiale) e l’altro alla rivoluzione verde e alla transizione energetica, su cui Leonardo lavora da tempo.

IL COINVOLGIMENTO DELLA FILIERA

Per tutto questo “vogliamo mobilitare l’intera filiera nazionale”, ha detto Profumo. Conta 4mila soggetti, di cui 2.700 sono piccole e medie imprese. Con il progetto Leap2020, ha ricordato l’ad, negli ultimi anni l’azienda ha voluto “coinvolgere in modo strutturare la filiera nel progetto di crescita complessivo, convinti che, più forte è la catena di fornitura, più forti siamo noi”. E così la supply chain è stata passate in rassegna, con visite, valutazioni e indicatori. Con duecento fornitori (“il 90% del nostro acquistato”) sono state definite partnership “per visibilità a lungo termine del rapporto”.

Innovazione per il Paese. I progetti di Leonardo per il Recovery plan spiegati da Profumo

Cinque linee progettuali, dalle smart city alla sanità digitale, con cui Leonardo può contribuire a rilanciare l’Italia con il Next Generation Eu. Le ha illustrate alla Camera l’ad Profumo: “Riteniamo che possano essere al servizio del Paese per aumentarne il potenziale di crescita e dare nuove opportunità alle generazioni future”

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