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A Palazzo Brancaccio è ormai quasi tutto pronto per la seconda riunione ministeriale del G7, su industria, tecnologia e innovazione, giovedì. Ancora 48 ore e nello storico complesso su Colle Oppio e che affaccia su via Merulana prenderà il via il secondo appuntamento con le aziende e i ministri dell’Industria, nell’ambito della presidenza italiana del G7. Dopo la due giorni di Verona e Trento, lo scorso marzo, adesso il padrone di casa, Adolfo Urso, è pronto a tirare le fila di un anno di ragionamenti, idee, agende e progetti per un’industria a prova di nuove tensioni commerciali, guerra e concorrenza cinese. Il taccuino dell’appuntamento romano, è piuttosto nutrito.

Nel dettaglio, le discussioni, che proseguiranno i temi affrontati a Verona e Trento, si concentreranno sulle principali sfide globali. Tra queste, la resilienza delle catene di approvvigionamento in settori critici come i semiconduttori e le nuove tecnologie emergenti, nonché la riduzione del divario tecnologico nei Paesi in via di sviluppo, con un focus particolare sull’Africa. Nella prima sessione, a partire dal lavoro condotto dal ministero delle Imprese, si discuterà delle modalità di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo, con baricentro Africa, per creare sinergie volte a sostenere il progresso digitale delle imprese.

In tal senso, parteciperanno tre aziende africane, selezionate attraverso il programma globale di accelerazione lanciato nel quadro dell’iniziativa italiana per la creazione dello AI Hub for Sustainable Development. Le start-up condivideranno in particolare le loro esperienze e prospettive sul rafforzamento degli ecosistemi dell’IA, l’avanzamento dell’innovazione e la promozione di una crescita economica sostenibile. L’obiettivo sarà favorire il dialogo tra i Paesi del G7 e quelli africani, colmando le lacune tecnologiche e creando nuove opportunità per la crescita economica e il progresso tecnologico.

Non è tutto. Nella seconda sessione, prendendo spunto dalle conclusioni del Point of Contact Group on Semiconductors, istituito durante il G7 Industria di marzo, si esaminerà come una maggiore cooperazione possa rafforzare la competitività delle nostre industrie e rendere le catene di approvvigionamento più resilienti. Verranno inoltre definiti protocolli condivisi per garantire il rispetto di questi principi comuni. Poi sarà il turno dell’Intelligenza Artificiale. E qui, nella terza sessione, prendendo spunto dalle conclusioni dell’AI report on driving factors and challenges of AI Adoption and development among companies, elaborato dalla presidenza italiana, si concentrerà sulle catene di approvvigionamento emergenti nell’ambito delle nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale.

L’adozione dell’Intelligenza Artificiale, come ha rimarcato lo stesso Urso nel corso di una conferenza stampa di preambolo al vertice di Palazzo Brancaccio, “è fondamentale per accelerare la crescita industriale e promuovere il benessere a livello globale. È essenziale avviare un dialogo costruttivo per garantire un utilizzo responsabile di queste tecnologie, che risponda ai requisiti di equità, sostenibilità e democrazia, a beneficio anche dei Paesi in via di sviluppo”.

“La ministeriale di Roma”, ha precisato il responsabile del Mimit, “trae le somme di un percorso del lavoro svolto nel corso di quest’anno di presidenza italiana da quale emerge quanto importante sia oggi l’industria nei paesi e con i paesi del G7 in questo contesto difficile e in evoluzione. La riunione di Roma si pone in sequenza con quello fatto a Verona. Nella dichiarazione dello scorso marzo i Paesi del G7 hanno concordato sulla necessità di unire competizione e coordinamento per le catene del valore e questo perché i Paesi dell’Occidente devono ragionare su sicurezza e affidabilità in settori considerati strategici, come i semiconduttori, l’IA, le infrastrutture di interconnessione”.

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