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Musulmani, latinos, afroamericani ed evangelici. Le minoranze sono un elemento chiave nel risultato delle elezioni americane di oggi. E la fede, insieme ai valori spirituali, sembrano avere un peso importante nel voto degli stati chiave per la vittoria.

Secondo un report del Public Religion Research Institute, il favorito tra gli evangelici bianchi residenti nel territorio americano (che rappresenta il 15% della popolazione e 25% degli elettori) è il candidato del Partito Repubblicano, Donald Trump.

L’ex presidente americano gode infatti dell’80% del consenso di questo gruppo, che storicamente vota in maniera massiccia e organizzata. Ralph Reed, presidente della Faith & Freedom Coalition, ha spiegato alla National Public Radio (NPR) l’organizzazione, senza precedenti, nella storia di milioni di evangelici. Questo darebbe una base solida ai repubblicani negli stati chiave per conquistare la Casa Bianca, come sostiene in un’analisi Infobae.

Per rafforzare questa simpatia, Trump ha consolidato strategicamente nei suoi discorsi temi come la persecuzione ai cristiani negli Stati Uniti e la difesa di quelli che sono i loro valori fondamentali. Trump si considera il “prescelto da Dio” per guidare gli Stati Uniti e questa scelta linguistica è indirizzata proprio agli elettori evangelici. Per loro, l’attentato contro il candidato repubblicano a luglio è stato un atto con “l’intervento divino” per salvarlo. Secondo Kristin Kobes Du Mez, storica dell’Università Calvin, questa comunità vede Trump molto simile a Ciro, il re biblico scelto da dio per proteggere il suo popolo. La candidata Kamala Harris è vista come oggetto di demonizzazione in termini biblici. La battaglia, dunque, non è solo politica ma anche spirituale, e per questa comunità si tratta di una scelta tra il bene e il male.

Tuttavia, questa simpatia verso Trump non ha tenuto in considerazione la mancanza di virtù cristiane tradizionali nell’ex presidente e il poco rispetto dei valori morali convenzionali che gli evangelici seguono ciecamente.

Invece, la campagna elettorale della candidata democratica Kamala Harris è indirizzata verso gli elettori evangelici più moderati degli stati Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, secondo il report di Public Religion Research Institute, e il lavoro è stato fatto attraverso l’organizzazione Evangelicals for Harris. La narrativa punta su valori cristiani come l’amore e il rispetto verso il prossimo. Harris cerca di conquistare il voto di presbiteriani e luterani.

Ma cos’è la fede per i candidati alla presidenza americana? In un evento a Zebulon, in Georgia, Trump ha detto che credere e avere fede è un vantaggio in tempi difficili come questi, nonostante la persecuzione che soffrono i cristiani negli Stati Uniti. Ha parlato molto anche dei problemi dell’immigrazione, un tema molto a cuore degli evangelici. Per Harris, invece, la fede è un verbo che si deve dimostrare nelle azioni e nel mettersi al servizio degli altri.

Per chi votano gli evangelici negli Usa

Secondo gli ultimi sondaggi, circa l’80% degli evangelici bianchi preferisce il candidato Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, mentre Kamala Harris si gioca la carta dell’amore e del rispetto come valori per conquistar il voto dei moderati. Chi vincerà?

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