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Il giorno dopo, poco o nulla si è mosso. Ieri, Marina Berlusconi ha dato un’intervista tutta politica al Corriere della Sera. Ha criticato il masochismo della cancel culture, ha biasimato la crescita dei partiti di estrema destra in Europa, ha una invocato “un’Europa più forte e più coesa” nell’interesse dell’Italia e ha soprattutto spronato il centrodestra a percorrere senza timori né ipocrisie la via delle libertà individuali battuta da papà Silvio. “Se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbt, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perchè ognuno deve essere libero di scegliere…”, ha detto.

È un’esplicita sferzata liberale, ma l’impressione è che le sue parole siano state vissute più che altro con fastidio. Antonio Tajani si è trincerato dietro la prassi della libertà di coscienza riconosciuta da Forza Italia ai propri parlamentari sulle questioni cosiddette etiche. Ma invocare la libertà di coscienza è un modo per non prendere posizione. Fratelli d’Italia non ha commentato, diversi leghisti di scuola salviniana hanno criticato l’apertura ai diritti Lgbt, preferendo ignorare il grande tema del fine vita (modo grazioso per definire l’eutanasia) e dell’aborto.

Paradossalmente, non per l’uomo ma per il partito di cui è espressione, ad esprimere la posizione più avanzata è stato un leghista, Luca Zaia. “Non dobbiamo decidere noi se una donna può o non può abortire e non dobbiamo essere noi a impedire la gestione del fine vita ad un malato terminale – ha detto il governatore del Veneto -. Marina Berlusconi ha fatto una giusta osservazione. Noi del centrodestra abbiamo una sfida che è quella di non rinnegare assolutamente le nostre origini, ma di essere liberali fino in fondo”.

Ecco, “essere liberali fino in fondo”: è questo il coraggio che manca. Un’assenza che pesa soprattutto sulle coscienze politiche di chi milita e guida il partito che fece del liberalismo uno slogan di massa. Sarebbe bello, invece, se Forza Italia si intestasse una battaglia politica per dar corso alle disposizioni della Corte Costituzionale e alle aspettative di migliaia di italiani sull’eutanasia. Sarebbe una scelta coerente con l’identità del partito e sarebbe anche una scelta popolare.

Forza Italia segua Marina e si intesti la battaglia sull’eutanasia. La versione di Cangini

Sarebbe bello se Forza Italia si intestasse una battaglia politica per dar corso alle disposizioni della Corte Costituzionale e alle aspettative di migliaia di italiani sull’eutanasia. Sarebbe una scelta coerente con l’identità del partito e sarebbe anche una scelta popolare. Il commento di Andrea Cangini

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