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A Le Bourget, l’Italia mette in scena non solo le sue capacità industriali, ma una visione strategica integrata che lega politica spaziale, cooperazione europea e innovazione tecnologica. La visione dei player e delle istituzioni italiane è chiara, planare dal Salone per disegnare nuove rotte e allineamenti strategici che, basandosi su cooperazione e innovazione, rilancino la competitività industriale italiana ed europea.

Cooperazione spaziale 

Il ministro Adolfo Urso ha rilanciato la candidatura italiana alla presidenza della Conferenza ministeriale dell’Esa del 2025, evidenziando gli oltre 3,2 miliardi già investiti e il ruolo chiave che Roma intende svolgere nel futuro delle politiche spaziali europee. In parallelo, sottolinea l’impegno di Roma verso una cooperazione strutturata con la Nasa, con Artemis e le costellazioni satellitari come perno del legame transatlantico. “L’Italia intende assumere un ruolo guida nella preparazione e nella definizione della strategia spaziale europea, rafforzando il dialogo bilaterale con gli altri Stati membri e con la Direzione dell’Esa. Siamo in un passaggio cruciale: il futuro dell’Europa nello Spazio si gioca adesso e vogliamo essere protagonisti”, ha poi affermato il ministro durante l’incontro con Josef Aschbacher, direttore generale dell’Esa. Sul fronte industriale, Urso definisce “sulla strada giusta” il progetto di super-alleanza tra Leonardo, Airbus e Thales, con la Germania come potenziale partner. L’obiettivo è superare la storica frammentazione del comparto europeo e creare massa critica.

Un messaggio condiviso da Roberto Cingolani, ceo di Leonardo, che richiama ad investimenti sostanziali per superare la logica dei micro-programmi nazionali e competere in modo efficace a livello globale. Lo stand dell’Agenzia Spaziale Italiana ha poi rappresentato un punto di convergenza tra ricerca pubblica e attori privati, con focus su osservazione della Terra, telecomunicazioni e accesso allo spazio. Per la prima volta, l’Asi ha animato il Paris Space Hub, piattaforma B2B di interesse globale su applicazioni spaziali in settori chiave come ambiente, sicurezza e mobilità.

Il presidente, Teodoro Valente, ha guidato una fitta agenda di incontri, ponendo l’accento sulla diplomazia spaziale come leva per accordi commerciali e industriali tangibili. La presenza italiana ha incluso oltre duecento imprese, tra Aiad, Aipas e Asas, con soluzioni che spaziano dai micropropulsori ecologici alla stampa 3D, fino a software per mission planning. L’attenzione degli investitori internazionali ha evidenziato come l’ecosistema italiano della space economy stia diventando sempre più attrattivo, anche per le sue potenzialità green. Leonardo ha presentato soluzioni per il taglio delle emissioni nei voli regionali, mentre Piaggio Aerospace ha firmato accordi per turboprop di nuova generazione.

Difesa e industria a Le Bourget

Per quanto concerne la difesa, il ministro Guido Crosetto rilancia la necessità di replicare il “modello Mbda” – frutto dell’integrazione di assetti francesi, britannici e italiani – come paradigma per un’industria continentale integrata. L’obiettivo è trasformare le attuali cooperazioni bilaterali in un’infrastruttura tecnologica e produttiva europea, a beneficio di interoperabilità e sovranità. Esempio concreto delle direttrici strategiche evidenziate è ancora Mbda, che ha preso in carico la responsabilità per lo sviluppo del nuovo sistema Vshorad per l’Esercito Italiano, basato sul missile Fulgur: un intercettore supersonico fire and forget pensato per operare in condizioni estreme contro droni, elicotteri e aerei, dimostrando particolare attenzione per l’adeguamento tattico alle nuove modalità di conduzione delle operazioni nei teatri operativi. Il programma, che vedrà le prime consegne nel 2028, rappresenta un tassello essenziale di una difesa aerea multistrato europea e sarà integrato nel sistema Sky Warden, confermando la centralità della protezione contro minacce asimmetriche e veloci. Altra cooperazione di assoluta rilevanza siglata a Le Bourget è quella tra Leonardo e Baykar che istituisce la nuova Lba Systems per la progettazione, lo sviluppo, produzione e supporto di sistemi aerei a pilotaggio remoto (Uas). Non sono mancati sviluppi nella cooperazione internazionale extraeuropea, come quella tra Elt Group e la Dsta di Singapore per la gestione dello spettro elettromagnetico. Un’intesa che si concentra su IA e machine learning per migliorare le capacità Emso delle forze armate asiatiche, confermando il crescente interesse globale per l’expertise italiana nel dominio elettronico. In ambito elicotteristico, Leonardo rafforza la propria leadership annunciando un nuovo ordine da parte di Falcon Aviation Services per un AW139 in configurazione Vvip, mentre Avio Aero ha annunciato un accordo con Safran Helicopter Engines e MTU Aero Engines per lo sviluppo dell’Enghe (European next generation helicopter engine), un nuovo motore interamente europeo destinato alla prossima generazione di elicotteri militari che doterà i futuri mezzi ad ala rotante di maggiore autonomia, velocità superiore, migliore manovrabilità e maggiore disponibilità. 

Sguardo al futuro e diplomazia industriale 

Accanto alle tecnologie, a Le Bourget sono presenti anche laboratori di formazione: i workshop organizzati da Asi con studenti italiani mettono al centro le competenze Stem necessarie per la space economy del futuro. L’obiettivo è preparare una nuova generazione di ingegneri, tecnologi e innovatori capaci di portare avanti l’ambizione nazionale nello spazio. Le prospettive non si limitano all’orizzonte di breve periodo: secondo stime raccolte durante il salone, i protocolli firmati potrebbero generare oltre due miliardi di euro di ricadute economiche nei prossimi tre anni. Un segnale che la diplomazia industriale, quando sostenuta da visione strategica e cooperazione concreta, si traduce in ordini reali e in filiere più robuste. Come afferma Urso, l’aerospazio rappresenta oggi un “biglietto da visita” per il Made in Italy. Con la candidatura alla presidenza Esa, l’ambizione di costruire una difesa europea coesa e la vitalità di un ecosistema in fermento, l’Italia sembra pronta non solo a partecipare, ma a guidare la prossima fase della competizione globale nello spazio e nella tecnologia duale.

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