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È un regalo natalizio poco simpatico quello che ha ricevuto Jack Ma, proprietario dell’impero Alibaba. Il governo cinese ha annunciato oggi che aprirà un’indagine fiscale contro il colosso del mondo digitale. Sono state convocate, nell’ambito di pratiche anti-monopolio, Alibaba Group Holding Ltd e l’affiliata Ant Group Co.

“L’indagine annunciata giovedì segna l’inizio formale della repressione del Partito Comunista contro il gioiello della corona del dominio tentacolare di Ma, – si legge sul sito dell’agenzia Bloomberg – che abbraccia tutto, dall’e-commerce alla logistica e ai social media”. La pubblicazione sottolinea che la pressione su Ma è fondamentale per cercare di frenare una sfera di internet sempre più influente: “La bozza di regole anti-monopolio rilasciata a novembre ha dato al governo un’ampia libertà di frenare gli imprenditori che fino a poco tempo fa godevano di una libertà insolita per espandere i loro regni”. Le sintonie tra Jack Ma e il governo di Pechino sarebbero dunque arrivate al capolinea.

Secondo l’agenzia statale cinese Xinhua, le autorità starebbero indagando sugli accordi di business esclusivi, come per esempio l’imposizione ai grossisti di scegliere una piattaforma di distribuzione specifica. Una condizione che avrebbe impedito l’accesso a nuove possibilità sul mercato. Ci sarebbero anche contatti con Ant Group, la filiale tecno-finanziaria di Alibaba.

Per il portavoce del Partito Comunista, la lotta contro i presunti monopoli è una priorità assoluta del governo: “L’antimonopolio è diventato una questione urgente che riguarda tutte le questioni […] La crescita selvaggia nei mercati deve essere frenata dalla legge”.

Per fare capire la dimensione rilevante dell’indagine in corso ci sono anche le entità coinvolte nell’operazione: la Banca Centrale, la Commissione Regolatrice di Assicurazioni e Finanze, la Commissione Regolatrice di Valori e l’Amministrazione Nazionale di Divise Straniere.

L’indagine dovrebbe fare capire se il successo di Alibaba si deve ad un modello brillanti di business o l’abuso di una posizione dominante. Alcuni esperti credono che è molto probabile che la vicenda finirà con una multa e il taglio, nel breve periodo, dei benefici e la competitività nel settore.

Wang Chen, del fondo di investimenti Xufunds, ha detto al South China Morning Post che “Alibaba manterrà il grosso del mercato, anche se si riduce la crescita. L’indagine beneficerà alla lunga il commercio elettronico perché impedirà un’espansione veloce di alcune grandi compagnie”.

La notizia dell’indagine ha fatto crollare Alibaba in Borsa, con una caduta di circa il 9% a Hong Kong, e una scossa in tutte le compagnie del settore. Le perdite del colosso di Jack Ma e altre tre aziende tecnologie, Tencent, JD e Meituan, sono state di circa 90 miliardi di dollari.

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