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RINASCIMENTO TOSCANO

Aveva i riflettori di tutti puntati addosso. Adesso la rossa Toscana, che secondo le ultime proiezioni vede il dem Eugenio Giani vittorioso sulla sfidante leghista Susanna Ceccardi, fa tirare un sospiro di sollievo in casa rossogialla. “Il distacco di Giani è ben inferiore a quello dei suoi predecessori – dice De Sio – ma la Toscana ha retto, ed era una sfida più difficile dell’Emilia-Romagna. Salvini non aveva commesso gli stessi errori, niente intemerate e citofoni che allora avevano mobilitato le Sardine. Per di più, Giani non è Bonaccini, un governatore uscente e oggettivamente un candidato più forte”.

PD-M5S, E L’ALLEANZA ORGANICA?

Nicola Zingaretti ne è sicuro: se Pd e Movimento si fossero presentati ovunque uniti, “avremmo vinto in quasi tutte le regioni”. Eppure i dati raccontano un’altra storia: l’unica regione dove l’alleanza rossogialla è andata in scena, cioè la Liguria con il candidato Ferruccio Sansa, si è conclusa con una debacle e un trionfo del candidato di centrodestra Giovanni Toti. Non è che questa “alleanza organica”, nei fatti, è un flop? Per De Sio “è sempre difficile mettere insieme gli elettorati. Le basi di Pd e Cinque Stelle sono molto simili su certi aspetti, come economia e sanità, dialogano più dei rispettivi vertici. È come se l’alleanza avesse la testa separata da corpo”.

CONTE DORME SERENO…

Passiamo ai leader. Il primo a gioire, ne è convinto De Sio, è il presidente del Consiglio. “Secondo me dormirà sereno a Palazzo Chigi. La riduzione del numero dei parlamentari è un enorme deterrente per chi era tentato di staccare la spina. Ora non c’è nessuna garanzia di essere rieletti al prossimo turno, in pochi vorranno mettere a rischio il governo”. Se poi si conferma il 3 a 3 delle regionali, “il governo va incontro allo scenario migliore possibile”.

… DI MAIO PURE

Eccolo, il secondo classificato. Luigi Di Maio lo ha fatto capire in conferenza stampa: da questo lunedì al cardiopalma esce rinvigorito, sornione. Il flop annunciato alle regionali, sulla carta, non è responsabilità sua. “E comunque è stato meno severo del previsto – commenta il professore della Luiss – la Laricchia in Puglia è arrivata terza ma con una buona percentuale di voti, non c’è stata un’estinzione del Movimento”. Quanto al referendum, il trionfo del Sì porta anche la sua firma, e il tour di un mese in mezzo alle piazze italiane gli permette di rivendicarlo in pieno. “Non era scontato, con la contro-mobilitazione del No in queste settimane”.

ZINGA REGGE, RENZI EVAPORA

Niente terremoti al Nazareno: il segretario Zingaretti resta lì dov’è. “Forse non può cantare una vittoria, di certo canta una non-sconfitta. Il 3 a 3 è uno scenario più che difendibile, che testimonia la vitalità del Pd”. L’ex segretario, il leader di Italia Viva Matteo Renzi, ha invece poco da sorridere. “L’ennesima prova deludente. Scalfarotto in Puglia si ferma a percentuali ininfluenti. E in Toscana la vittoria di Giani ha ben poco di renziano”.

CAPITANO O CAPITANA?

Non sparerà i coriandoli Matteo Salvini, il “Capitano” della Lega che si deve accontentare di un magro boccone alle regionali. Sulla sua leadership incombono due punti interrogativi, spiega De Sio. Il primo si chiama Luca Zaia, il secondo Giorgia Meloni. “È una sola coperta. Il futuro della sua leadership si gioca al Sud. La sconfitta in Puglia non è un buon presagio. Se la Lega mantiene elettori al Sud e non li fa riassorbire da Fdi, Salvini ha ancora frecce al suo arco. In caso contrario, qualcuno potrebbe chiedersi se abbia senso una Lega confinata al Nord senza un cambio di leader. E a quel punto ‘il Doge’ potrebbe bussare al portone di Via Bellerio…”.

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