Skip to main content

Il governo di Pechino, finalmente, ce l’ha fatta. I giovani attivisti a favore della democrazia di Hong Kong, Joshua Wong, Agnes Chow e Ivan Lam, sono finiti dietro alle sbarre. L’accusa contro di loro riguardava l’organizzazione di una protesta fuori dal quartiere generale della polizia nel 2019.

Il giovane Wong ha spiegato che hanno deciso di dichiararsi colpevoli di tutte le accuse. La sentenza sarà emessa mercoledì 2 dicembre e il rischio è da tre a cinque anni di carcere.

Davanti al tribunale di West Kowloon, Wong ha riferito che nelle ultime tre settimane, un totale di 23 attivisti, giornalisti e consiglieri sono stati arrestati: “Ogni giorno abbiamo attivisti sotto processo e manifestanti mandati in prigione. Sono persuaso che né le sbarre di prigione, né i divieti elettorali, né altri poteri arbitrari ci fermeranno dall’attivismo. Le gabbie possono rinchiudere i nostri corpi, ma mai le nostre anime incrollabili. Un giorno il nostro indomabile tornerà e ci farà rimontare. Quello che stiamo facendo ora è spiegare il valore della libertà al mondo”.

Wong è uno dei volti più famosi del movimento Demosisto a favore della democrazia di Hong Kong. Ha anche fatto parte della Rivoluzione degli ombrelli nel 2014. È tra i leader accusati di ribellione da Pechino in seguito alla messa in vigore della legge sulla sicurezza nazionale.

In una conversazione con Formiche.net, il giovane attivista ha riferito di essere stato “arrestato otto volte, ho subito due processi. Ma il prezzo che pago è relativamente piccolo rispetto a quelli di altri compagni. In un anno migliaia di persone sono state private della loro libertà, ho amici che scontano pene di sei anni e anche più solo per essere scesi in piazza”.

Non sa se è ottimista, ma di sicuro si considera orgoglioso. “Nell’ultimo anno un terzo della popolazione è sceso per le strade, nelle piazze, affrontando la polizia a proprio rischio e pericolo – ha sottolineato a Formiche.net -. Il Pcc ha cercato di raggiungere un compromesso, senza riuscirci. Siamo riusciti noi a far ritirare la vergognosa legge sull’estradizione. Non abbiamo alcun rimorso, abbiamo fatto tutto quello che era fisicamente possibile. Si dice spesso che Hong Kong è famosa per essere un campione dell’economia. Noi abbiamo dimostrato al mondo che i cittadini di Hong Kong sono anzitutto campioni di democrazia”.

Nominato “Young person of the year” dal Times nel 2013, Joshua vanta una rete internazionale di millennials impegnati in prima linea sui fronti più disparati e solidali con la lotta degli hongkongers. Sul Covid sostiene che si tratta di un virus arrivato da Wuhan, in Cina, e che il governo di Pechino non è stato trasparente nella gestione della crisi: “I numeri forniti tutt’oggi non sono neanche lontanamente vicini a quelli reali, e il governo cinese non sta condividendo tutte le informazioni che ha sul virus con la comunità internazionale. I primi mesi della pandemia sembrano non aver insegnato nulla a Xi Jinping, che continua a censurare la copertura mediatica del virus”.

Sulla normativa che cerca di imbavagliare i dissidenti e i movimenti pro-democrazia, Joshua ha invitato “il governo italiano a stare al fianco di Hong Kong e ad assumere una posizione forte contro questa draconiana legge sulla sicurezza nazionale. Nel 2019, come ricorda RaiNews, Joshua è stato cinque settimane in carcere, con l’accusa di oltraggio alla corte.

Per Agnes Chow, invece, è la prima volta in prigione. La ragazza aveva trascorso un giorno in custodia della polizia per “incitamento alla secessione”. Su Facebook, prima dell’arresto, ha scritto: “Se sarò condannata al carcere, sarà la prima volta nella mia vita che vado in prigione. Sebbene sia mentalmente preparata, mi sento un po’ spaventata. Tuttavia, rispetto a tanti amici, ho sofferto molto poco. Quando penso a questo, farò del mio meglio per affrontarlo coraggiosamente”. Ha invitato i manifestanti a continuare la lotta in difesa della libertà e la democrazia.

In Italia non sono mancati le reazioni a questi ultimi arresti. L’onorevole Adolfo Urso, su Twitter, ha scritto: “#JoshuaWong e altri due attivisti democratici arrestati questa mattina ad #HongKong. Pochi giorni fa aveva insegnato proprio cosa significhi la #libertà alla nostra Scuola di formazione. Noi siamo con lui: la lotta per la libertà non ha confini!”.

Per Laura Harth, rappresentante presso le Nazioni Unite per il Partito radicale Nonviolento Transnazionale, ha twittato: “L’arresto di #JoshuaWong deve indurre ad azione immediata. Spero che il Parlamento italiano si esprima al più presto e con voce unita sull’incremento degli arresti arbitrari a #HK, il silenziamento delle voci di opposizione e #save12hkyouths!!!”.

Hong Kong, perché Joshua Wong si è fatto arrestare

Il giovane attivista, insieme ad altri due compagni, è finito in carcere con l’accusa di avere partecipato a proteste non autorizzate contro la Cina. Rischia fino a 5 anni di carcere. La sentenza definitiva sarà emessa il 2 dicembre. Le reazioni e il suo appello per l’Italia

Cosa (non) cambierà tra Ue, Usa e Turchia

Erdogan chiede all’Europa un dialogo, perché per Ankara il futuro è europeo. Dagli Usa, Pompeo traccia la linea dura con la Turchia che forse vedremo con l’amministrazione Biden

Difesa, Esteri, Tesoro. Ecco chi ha scelto Joe Biden

Non è ancora ufficiale ma manca poco. Joe Biden ha pronta una bozza della sua squadra di ministri. Dagli Esteri alla Difesa, dal Tesoro alla Giustizia, ecco i protagonisti della rivoluzione dem. Il punto di Giampiero Gramaglia

WestExec, la fucina di fedelissimi di Biden. Nomi e legami

Dopo l’esperienza con Obama, Tony Blinken, prossimo segretario di Stato Usa, ha fondato la società di consulenza WestExec Advisors assieme a Michèle Flournoy, su cui Biden punta per il Pentagono. Ecco tutti i nomi e i legami del gruppo

Biden, il centrodestra e il Quirinale. L’analisi di Paolo Alli

Salvini dovrebbe scegliere la linea moderata invocata da Giorgetti per evitare di lasciare un’autostrada aperta al centro, che potrebbe perfino produrre una variegata aggregazione tra Berlusconi, Renzi e Calenda. La posta in palio? Il Quirinale. L’intervento di Paolo Alli, presidente di Alternativa Popolare, già presidente dell’Assemblea parlamentare della Nato

Chi è Tony Blinken, il prossimo segretario di Stato americano

Secondo i media americani, il presidente eletto Biden ha scelto il prossimo segretario di Stato. Sarà Tony Blinken, democratico con esperienza decennale nel mondo della politica estera, noto per le visioni multilaterali e l’approccio robusto sulle questioni di sicurezza

Tech e sicurezza, la sfida per la finanza italiana. Scrive Paolo Ciocca (Consob)

Di Paolo Ciocca

Pubblichiamo un estratto dell’intervento di Paolo Ciocca, commissario Consob, sul tema “Dati e finanza: nuove opportunità e nuove vulnerabilità. La necessità di cambiare paradigma” tenuto in occasione della riunione del comitato esecutivo dell’Abi del 18 novembre scorso

Così il centrodestra può tornare protagonista. Scrive Cattaneo (FI)

Di Alessandro Cattaneo

“In questi giorni ha fatto molto discutere la disponibilità  di Forza Italia al dialogo con il governo. Francamente mi stupisco di tale stupore”. Il commento di Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia

Giù le mani cinesi dal 5G. Ecco come continua la campagna Usa

Con Brasile, Ecuador e Repubblica dominicana sono 53 i Paesi che hanno aderito al Clean Network degli Usa. Le aziende aderenti al club anti 5G cinese valgono due terzi del Pil mondiale

Come uscire dallo stallo del Recovery Fund. L'analisi di Paganini

Oggi l’Europa che viene propagandata non esiste ancora. Esistono Paesi come Polonia e Ungheria con cui fare i conti; il Recovery Fund da finanziare con tasse europee; un Recovery Fund da investire in Italia, e non è ben chiaro come questo avverrà. L’analisi di Pietro Paganini, Competere

×

Iscriviti alla newsletter