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Un’ora di colloquio tra Angela Merkel e Giuseppe Conte è servita a creare un asse non certo scontato, ma essenziale in vista del decisivo (si spera) Consiglio europeo del prossimo 17 luglio chiamato a sbloccare una volta per tutti i Recovery Fund. Dal castello di Meseberg, nel Brandeburgo, è uscita una sintonia, dalle parvenze di un accordo, su cui Conte ha puntato molto: dopo essere stato in Spagna e in Portogallo, per cementare il fronte del Sud, contrapposto a quello nordico dei Paesi frugali, il premier incassa forse oggi il sostegno più importante, quello con la cancelliera. La Germania, non è un mistero, ha un’economia legata a doppio filo con quella italiana, che trova nell’ex Sacro Romano Impero il suo primo sbocco in termini export. E dunque, se rallenta l’Italia, ne risente anche Berlino.

BRAVO CONTE. BY ANGELA

Ora l’operazione di consenso messa in piedi da Conte in vista del Consiglio di venerdì. La premessa della conferenza stampa al termine del vertice nel maniero barocco che funge da foresteria del governo federale tedesco, è stata buona. La cancelliera ha elogiato il lavoro dell’Italia in questi mesi terribili di pandemia. “L’Italia ha fatto grandi sacrifici ed è stata colpita dal virus senza colpa. Gli italiani hanno reagito in modo ammirevole”. E italiani bravi anche sulle riforme, tema caro ai tedeschi da sempre criticano l’Italia per i mancati interventi strutturali sull’economia e le finanze pubbliche. “Giuseppe Conte”, è l’elogio della Merkel, “ha dimostrato di essere proattivo con la sua agenda di riforme”.

ASSE SUL RECOVERY FUND

Fin qui i complimenti all’esecutivo italiano sintomatici di un feeling mai così prezioso. Ma i due leader sono andati oltre e dalla Merkel è arrivata una sponda alla linea europea di Conte. “Abbiamo un compito complesso, quello di approvare sia il quadro pluriennale sia varare il Recovery fund e il cosiddetto Next generation Eu. Entrambi appoggiamo queste intenzioni e questo progetto”, ha detto. “Per quel che riguarda le proposte di Charles Michel (il presidente del Consiglio europeo, propugnatore del piano da 750 miliardi), ognuno ha i propri interessi ma siamo d’accordo sulla struttura di base”. Altro assist a Conte, lo stop a qualunque pulsione a ridimensionare il Recovery Fund, come vorrebbero Paesi come l’Austria, preoccupata di prestare denaro dei contribuenti europei a Paesi dalle finanze pubbliche troppo ballerine, come l’Italia o il Portogallo.

“Non so se raggiungeremo un accordo o meno, anche se credo che ci arriveremo, a prescindere dalle quote. Il percorso da fare è ancora lungo. Quello che vorrei però sottolineare è che quello che noi abbiamo previsto come fondo di ripresa, che sia qualcosa di poderoso, che non sia troppo ridimensionato, perché il compito è enorme, gigantesco e anche la risposta deve essere poderosa”, ha chiarito la cancelliera.

I MANTRA DI CONTE

Da parte sua Conte si è limitato a ribadire il suo personale punto di vista sul piano di salvataggio europeo, che parte da “un negoziato molto difficile”. Ma “l’Europa deve offrire soluzioni ai propri cittadini, non illusioni e paure, quelle lasciamole ai movimenti nazionalisti. L’Italia ha iniziato già un programma di grande prospettiva, ha adottato un provvedimento normativo che introduce semplificazione, un provvedimento che in Italia non è mai stato realizzato”.

E comunque, guai a vanificare lo sforzo dei Paesi più volenterosi, introducendo condizioni di accesso al credito impraticabili, “sarebbe una follia perché comprometterebbe l’efficacia del progetto e ostacolerebbe la ripresa europea. Tutte le volte che ho parlato con la cancelliera, anche in qualche passaggio in cui ci siamo trovati su differenti posizioni, ha sempre mostrato grande capacità politica e visione strategica, oltre che la consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo”.

Da Conte e Merkel un asse per blindare il Recovery Fund

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