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Bisogna mantenere il vantaggio militare in tutti i domini, spazio e cyber compresi. Sembra essere questa la stella polare che guida l’azione delle forze armate statunitensi in questi ultimi mesi, spinta anche dall’accento posto dal capo del Pentagono Mark Esper sul bisogno di sviluppare nuove tecnologie che siano in grado di assicurare la supremazia sul campo di battaglia. In questo contesto si deve inserire quanto accaduto la scorsa settimana, ovvero la riorganizzazione della divisione cyber della Us Air force (Usaf) e la stipula del contratto (da circa 300 milioni di dollari) che la Difesa statunitense ha stretto con Northrop Grumman per la costruzione di un prototipo di payload per la nuova costellazione di satelliti per le telecomunicazioni militari che sia in grado di resistere alle azioni di jamming, ovvero alle interferenze nemiche.

L’USAF RIORGANIZZA LA STRUTTURA CYBER

In una cerimonia tenutasi lo scorso venerdì nella città di San Antonio, nel sud-ovest del Texas, si è conclusa ufficialmente la riorganizzazione delle forze cyber dell’Usaf iniziata otto anni fa. L’obiettivo della riorganizzazione degli apparati militari si lega alla volontà di guardare al dominio cyber attraverso un approccio più unificato, aggiungendo all’esperienza maturata nello spazio cibernetico quella acquisita nei settore dell’intelligence, della sorveglianza e della ricognizione (Isr). “Le attività di attivazione e di trasformazione che completeremo oggi aumenteranno in modo significato la nostra letalità contro i nostri avversari”, ha affermato in un intervento streaming il colonnello Jeffrey Phillips, comandante del 67th Cyberspace wing Usaf. Oltre alla recente riorganizzazione della struttura dell’Aeronautica statunitense e alla creazione dell’Air force cyber (o 16th Air force, struttura Usaf incaricata di svolgere attività di Isr, di cyber warfare ma anche di electronic e information warfare), la maggiore attenzione del Pentagono nei confronti del dominio cyber è testimoniata anche dalla decisione presa dal presidente Donald Trump, nell’agosto del 2017, di trasformare il sottocomando cyber creato nel 2010 in un vero e proprio comando operativo. Attivo dal maggio 2018, il comando dirige e coordina la progettazione e l’esecuzione delle operazioni cyber delle forze armate a stelle e strisce.

IL CONTRATTO MULTIMILIONARIO PER LE COMUNICAZIONI SATELLITARI DEL PENTAGONO

In una nota diffusa lo scorso mercoledì dalla principale struttura di acquisizione della Space Force, lo Space and missile systems center, la difesa Usa ha reso nota la vittoria di Northrop Grumman di un contratto da 298 milioni di dollari per la costruzione di un prototipo di payload per l’ Evolved strategic Satcom (Ess), ovvero il programma satellitare di prossima generazione che dovrebbe assicurare al Pentagono comunicazioni sicure, in grado di essere usate in diverse circostanze (survivable) e resistenti ad azioni di jamming. Sebbene non sia ancora chiaro quanti satelliti faranno parte di questa nuova costellazione, l’Ess sarà interoperabile e amplierà il raggio d’azione dei satelliti Advanced extremely high frequency (Aehf), uno dei sistemi di comunicazioni satellitari utilizzati attualmente dalle forze Usa: la nuova costellazione, ad esempio, assicurerà la copertura dell’Aehf anche nelle regioni polari. La notizia della vittoria di Northrop Grumman è arrivata a circa tre mesi di distanza dal test positivo del Mitigation and Anti-Jam Enhancement (o Maje), strumento considerato dal dipartimento della Difesa statunitense idoneo a difendere i satelliti nazionali da potenziali azioni di disturbo: il sistema, infatti, consentirebbe di isolare il segnale di disturbo e di ripristinare velocemente le comunicazioni satellitari.

LA PRIMA ARMA OFFENSIVA DELLA SPACE FORCE

Proteggersi ma essere pronti ad attaccare in caso di necessità: questa la ratio dietro la scelta della Space force di dotarsi di uno strumento in grado di “accecare” temporaneamente i satelliti nemici. L’annuncio è arrivato il 13 marzo scorso, quando i vertici della Forza spaziale statunitense hanno affermato che il Counter communications system (Css) block 10.2 era pronto per essere impiegato sul campo di battaglia. Definito come un sistema trasportabile utile alla guerra elettronica in grado di negare temporaneamente le comunicazioni di satelliti avversari e naturale aggiornamento dei sistemi installati nel 2004 e 2014 per rispondere alle azioni di disturbo degli altri Stati contro i satelliti Usa, il Css resta ancora avvolto nel mistero: secondo quanto riportato ad aprile dal sito C4isrnet, non sarebbero ancora disponibili notizie riguardo le caratteristiche tecniche del nuovo armamento.

Tra Spazio e Cyber, così il Pentagono punta sull’innovazione

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