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Maria Kolesnikova, membro del Consiglio di coordinamento dell’opposizione in Bielorussia, è scomparsa, molto probabilmente è stata rapita. Non si hanno più informazioni su di lei da alcune ore: l’ultima volta, scrivono alcuni media locali, è stata vista nei pressi del Museo nazionale di Minsk. La polizia della capitale bielorussa dice di aver aperto un’inchiesta, ma sulla trasparenza delle autorità locali c’è da essere scettici.

“Quanto sta accadendo in Bielorussia in queste ore — commenta con Formiche.net Filippo Sensi, deputato del Partito democratico — non è, purtroppo, senza precedenti (basti pensare a quello che avviene a Hong Kong, ad esempio). Eppure è un punto di svolta per l’Europa. Perché proprio la battaglia sui diritti e sulla libertà della democrazia è il fronte di questa Europa”.

Nei giorni scorsi, durante le proteste che da settimane stanno interessando il paese, gli attivisti che manifestavano in strada per l’ennesima elezione farsa che ha portato a una nuova vittoria del presidente eterno Aleksander Lukashenko, più volte sono stati diffusi video che riprendevano persone scomparire all’interno di autoveicoli. È l’opera degli agenti del Kgb (l’intelligence in Bielorussia ha mantenuto il vecchio acronimo sovietico), che girano tra le manifestazioni in borghese a bordo di minivan civili: individuano i bersagli – di solito attivisti che per qualche ragione si sono contraddistinti tra la massa – li prendono e li buttano dentro i veicoli per poi farli scomparire. Direzione: prigioni all’interno delle quali non è dato sapere che tipologia di trattamento viene riservato ai rapiti.

Più volte le altre persone in strada hanno bloccato gli arresti: gli agenti se non riescono in maniera rapida demordono, perché non vogliono essere ripresi o individuati. Una prassi non nuova, in questi stessi giorni vista anche in Egitto. Kolesnikova, capo della campagna elettorale del candidato (non ammesso) Viktor Babariko nonché parte del trio di oppositrici che ha sostenuto alle presidenziali Svetlana Tikhanovskaya, sarebbe stata caricata a bordo di un minibus con la scritta “comunicazione” da persone non identificate mascherate e portata via in una direzione sconosciuta, secondo quanto scritto dal portale Tut.by attraverso il racconto di un una testimone oculare.

La testimone, identificata con il nome di “Anastasia”, ha raccontato: “Stavo camminando quando ho visto Maria nei pressi del Museo. L’ho riconosciuta e stavo per andare da lei, per ringraziarla. Poi ho pensato che doveva essere stanca e ho lasciato perdere. Sono passata oltre ma a quel punto ho sentito il suono di un telefono che cadeva sull’asfalto, mi sono girata, e ho visto che delle persone in abiti civili e mascherate che spingevano Maria in questo minibus; il suo telefono era volato via e una di queste persone lo ha raccolto, è saltata a bordo nel minibus e se ne sono andati”.

La polizia dichiara di non aver “arrestato” Kolesnikova, ma è evidente che le dichiarazioni in certi contesti vanno prese con scetticismo. Se confermato il rapimento da parte delle strutture del regime bielorusso, ci si troverebbe davanti a un punto di non ritorno. Uno dei massimi leader dell’attuale opposizione a Lukashenko messo a tacere in un modo violento e aggressivo, disprezzando qualsiasi genere di diritto civile e in sfregio dell’attenzione che la Comunità internazionale sta ponendo sulla situazione a Minsk.

Tornando su diritti e libera e sull’Europa, Sensi aggiunge: “Questo è il suo spazio possibile: quello che la necessità e l’urgenza ha unito per la lotta al Covid deve essere la scelta fondamentale per l’Europa di oggi, la libertà, la democrazia, i diritti. Se una delle leader dell’opposizione Bielorussia è stata rapita, le altre due sono già fuori il Paese, questa questione riguarda l’Europa, non solo la sua coscienza, ma la sua natura, il suo destino”.

(Foto: screenshot di una conferenza stampa di Kolesnikova e Tikhanovskaya)

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