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Cina e Russia fanno propaganda sul coronavirus insieme, in Italia. Il monito arriva da Lea Gabrielle, inviato speciale e coordinatore del Global Engagement Center (Gec), la struttura del Dipartimento di Stato Usa creata nel 2016 su ordine dell’allora presidente Barack Obama per contrastare la disinformazione di entità statali e non all’estero.

L’ALLARME DAGLI USA

In un briefing del Dipartimento di Stato insieme alla portavoce Morgan Ortagus, la Gabrielle ha citato il caso italiano e in particolare quello di “18 account Twitter russi all’interno di conversazioni Twitter italiane nel mese di marzo”.

Gli account in questione, ha detto la diplomatica, avrebbero aiutato ad amplificare “contenuti che promuovevano una narrazione filo-cinese”. È il caso, ad esempio, di “tweet dal ministero degli Esteri cinese e dal Global Times riferiti a un’audience italiana”. Il volume dell’attività degli account russi a marzo ammonterebbe a “65.000 tweet, di cui il 25% collegati al Covid-19”. Ma ci sarebbero altre prove, ha confidato una fonte del Dipartimento di Stato Usa a La Stampa, di account russi e cinesi che rilanciano insieme “varie critiche degli Stati Uniti e della Nato per non aver fatto abbastanza in aiuto dell’Italia”.

UN TREND CONSOLIDATO

La sinergia nella propaganda russa e cinese non è limitata al caso italiano, né alla pandemia, ha detto la Gabrielle. “Anche prima della crisi del Covid-19, abbiamo rilevato un certo livello di coordinamento fra Russia e Partito comunista cinese nel mondo della propaganda, ma la pandemia ha acccelerato questo processo. Vediamo questa convergenza come il risultato di ciò che consideriamo pragmatismo fra due attori che vogliono influire sulla percezione del Covid-19 nell’immaginario pubblico per girarla a loro favore”.

Su Twitter, l’effetto-convergenza è più visibile. “Sia l’improvviso aumento dei follower e la recente creazione di molti di questi account rivela un network artificiale con lo scopo di dar seguito e amplificare le narrazioni di diplomatici e funzionari del ministero degli Esteri cinese, soprattutto in un momento in cui la Cina sta adottando tecniche disinformazine russe per creare confusione e convincere le persone che il Covid non ha avuto origine in Cina”.

I BOT SVELATI DA FORMICHE.NET

Fra queste tecniche, la più nota e consolidata è l’utilizzo di bot. L’Italia, su questo fronte, ha fatto da apripista durante la crisi. A marzo Formiche.net ha svelato grazie a un report della società di social data intelligence analysis Alkemy che il 46,3% degli hashtag #forzaCinaeItalia e il 37,1% degli hashtag #grazieCina sono stati originati da bot filo-cinesi.

Si tratta di un trend, ha detto l’inviato speciale del Gec, che è visibile da mesi. “Stiamo progressivamente vedendo un aumento dell’uso di reti di bot per amplificare la narrazione cinese. Twitter ha identificato lo scorso agosto 200.000 account dopo un’indagine che ha dimostrato che si trattava di un’operazione coordinata e governativa per diffondere discordia politica a Hong Kong”.

Se alle campagne di propaganda digitale si aggiunge l’effetto volano della sovraesposizione mediatica, il gioco è fatto. In Italia, ha dimostrato una ricerca di Formiche.net, la Rai ha dato all’arrivo degli aiuti cinesi per il coronavirus il triplo della copertura televisiva riservata a quelli americani, rimasti in penombra anche rispetto a quelli russi. I risultati sono ben visibili: secondo un recente sondaggio di Swg, il 52% degli italiani guarda a Pechino come partner privilegiato, il 32% a Mosca, solo il 17% a Washington Dc.

IL REPORT CNAS

Se non si può parlare di una vera e propria alleanza, si registra comunque una “sinergia pericolosa” fra propaganda cinese e russa sul Covid-19, spiega un recente report del Cnas, noto think tank di Washington DC con una consolidata expertise nel mondo dell’intelligence. Si chiama, appunto, “sinergie pericolose”, e illustra come le operazioni di influenza all’estero di Cina e Russia seguano due traiettorie tutt’altro che parallele.

Tattiche e strumenti usati saranno anche diversi, ma l’obiettivo delle due campagne di propaganda montate da Pechino e Mosca sull’emergenza è lo stesso: instillare dubbi su Nato, Ue, Usa, proporre un modello alternativo, e magari ottenere contropartite dalla “solidarietà”.

Presentato questo giovedì a un evento cui ha preso parte Formiche.net, e firmato da Daniel Kliman, Joshua Fitt, Andrea Kendall-Taylor, Kristine Lee e Carisa Nietsche, il report accende i riflettori sull’inedito allineamento delle due potenze nelle campagne di disinformazione e nelle offensive cyber in Occidente.

Un coordinamento, spiegano gli autori in apertura, che “è destinato ad aumentare”. E che ha visto in Italia il suo laboratorio d’eccezione. Primo Paese europeo colpito dalla crisi, ancora oggi alle prese con uno dei conti più dolorosi dell’emergenza Covid-19, lo Stivale ha visto susseguirsi a partire da marzo due campagne di solidarietà. Da una parte quella cinese, iniziata con un aereo da Shanghai, 30 tonnellate di mascherine e un’équipe di medici dall’Hubei. Dall’altra la marcia di più di cento militari russi da Pratica di Mare fino a Bergamo, terminata due giorni fa con il ritorno in patria.

Dietro le quinte, una regia per mettere in piedi un information-war, che ha trovato più di un punto di convergenza.

Da parte cinese, spiega il report citando l’inchiesta di Formiche.net, l’esempio più lampante è stata l’ondata di bot (account automatizzati) riversati su twitter per dare eco e forza agli hashtag cinesi.

L’ALLEANZA CINA-RUSSIA NEI MEDIA

Intervenendo al convegno di presentazione del report Cnas, proprio la Gabrielle ha ricordato come i punti di contatto nelle operazioni di Russia e Cina siano “molti, ed evidenti”, anche nel sistema mediatico. “Non a caso ci sono diversi accordi che legano media di Stato cinesi a media governativi russi come Sputnik – ha spiegato – il Cremlino vuole distruggere le fondamenta dell’ordine mondiale per realizzare i suoi obiettivi, il Partito comunista cinese (Pcc) vuole ridisegnarlo a vantaggio di Pechino”.

È successo più di una volta negli ultimi mesi che media governativi russi abbiano rilanciato la propaganda cinese. Un caso raccontato su Formiche.net è quello della minaccia del Global Times, giornale ufficiale del Pcc. Tramite un esperto, ha fatto sapere che, qualora gli Usa dovessero escludere Huawei dalla rete 5G, le autorità cinesi “potrebbero cessare di fornire le tanto necessarie mascherine” contro il Covid-19. Articolo prontamente rilanciato, senza modifiche, sul sito di Sputnik international.

COME CONTRATTACCARE

Diversi gli obiettivi in comune fra Mosca e Pechino. Il report Cnas ne ne cita alcuni: “Minare le norme di società democratiche e liberali, la coesione fra alleati e partner occidentali, l’influenza globale degli Usa, e promuovere l’immagine pubblica di Russia e Cina”, o, per dirla con un noto detto cinese, “raccontare una buona storia”.

Come si può spezzare il gioco di squadra nella propaganda? Il think tank Usa stila una lista di proposte. Fra queste, “supportare la diaspora dei media indipendenti” cinesi e russi attraverso il Dipartimento di Stato. E soprattutto lanciare una Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency) per “catalizzare soluzioni tecnologiche innovative” e creare un “hackathon dell’integrità democratica” per “sviluppare prodotti per proteggere le piattaforme dei social media dalle campagne di influenza digitale cinesi e russe”.

Cina e Russia fanno (insieme) propaganda in Italia. Le prove degli Usa

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