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Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo catturato: è l’invito che il regista premio Oscar Michael Moore rivolge ai democratici. “Non sottovalutate il genio del male che c’è in Donald Trump” e tenete i piedi per terra: le elezioni di novembre non sono ancora vinte e il magnate presidente, come e più di una bestia ferita, è capace di colpi di coda. Moore fa forse troppo onore a Trump usando come termine di riferimento l’Enrico V di William Shakespeare alla vigilia della battaglia di Agincourt, nel giorno di San Crispino, che “avrebbe dovuto perdere con i francesi e invece non lo fece”.

L’AMMISSIONE

Quasi a confermare i timori di Moore sulla sua imprevedibilità, Trump fa un’ammissione a sorpresa, in un’intervista con Dave Portnoy, il fondatore di Barstool Sports. Il magnate ammette di pentirsi “spesso” dei suoi tweet e i dei suoi retweet: Lo posti, ti senti soddisfatto e poi inizi a ricevere telefonate del tipo “hai veramente detto questo?’” E ti accorgi di molte cose”.

BATTAGLIA IN TRIBUNALE

Per l’amministrazione Trump, sono giornate sulle montagne russe. Una coalizione di una ventina di Stati e di molte città le fa causa contro il tentativo di escludere gli immigrati illegali dal censimento, base per l’assegnazione dei seggi alla Camera. Il provvedimento “è solo l’ultimo di una serie di azioni anti-immigrati”, afferma Letitia James, il procuratore di New York.

Ma un giudice dell’Oregon ha invece respinto la richiesta di un’ordinanza restrittiva temporanea nei confronti degli agenti federali inviati a Portland per contenere le proteste anti-razzismo, perché lo Stato non può fare causa per i manifestanti. Le proteste a Portland sono iniziate due mesi fa con la morte di George Floyd, e in alcuni casi si sono rivelate violente.

FRONTE SCUOLE

Sul fronte del pressing dell’amministrazione per la riapertura delle scuole a settembre, le autorità per l’immigrazione ribadiscono che non concederanno nuovi visti agli studenti stranieri se i loro corsi saranno interamente online – non si mettono però in discussione i visti già concessi. E il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta si è piegato alle insistenze di Trump, diramando nuove raccomandazioni meno rigide e meno onerose delle precedenti, di cui Trump s’era lamentato.

FAUCI SOTTO SCORTA

Anthony Fauci e la sua famiglia oggetto di serie minacce. Lo ha rivelato lo stesso immunologo consigliere del presidente Trump per la pandemia e capo del National Institute of Allergy and Infectious Diseases durante un’intervista. A causa delle ultime minacce è stato necessario rafforzare la scorta.

“Ho visto un lato della società che può essere comprensibile – ha commentato Fauci – ma è un po’ inquietante”. L’immunologo ha paragonato queste minacce a quelle ricevute durante la crisi per l’Hiv/Aids negli anni ’80. Tuttavia ora la rilevanza è diversa in quanto ci sono persone che sono arrabbiate con lui perché ritengono che stia interferendo con la loro vita in nome di un’agenda della salute pubblica.

LA CONTA DEI MORTI

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Guai a sottovalutare Trump. Il monito di Moore ai democratici

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