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Meno fiducia nelle istituzioni, più soldi ma meno risparmi, tolleranza verso l’evasione fiscale e sfiducia verso i mezzi di informazione (vecchie e nuovi). Sono solo alcuni dei trend che si evincono dal recentissimo Rapporto Eurispes 2020, che analizza le evoluzioni del sentiment e delle abitudini degli italiani. In generale, come scrive il presidente Eurispes Gian Maria Fara: “La frattura tra Sistema e Paese stenta a trovare elementi di ricomposizione; anzi, si è allargata nel corso dei mesi e pone nuovi problemi che rendono ancora più complessa ed incerta la prospettiva generale” e “la vulgata generale ci consegna una opinione pubblica nemica della politica. Si è addirittura diffusa la convinzione che ormai si possa fare a meno della politica stessa”.

ISTITUZIONI

Si arresta il trend positivo della fiducia nelle istituzioni. È inferiore al 15% la quota di italiani che esprime fiducia, contro il 21% dello scorso anno. Diminuiscono, però, anche gli sfiduciati, di circa 4 punti percentuali, attestando il senso di confusione che sta vivendo il nostro Paese. Unica istituzione a mantenere un ruolo autorevole per gli italiani il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con un consenso pari 54,9% (- 0,2 rispetto al 2019). Nessuno dei tre poteri dello Stato, Parlamento, governo magistratura) riesce comunque a conquistare, spiega il Rapporto, una fiducia tale da raccogliere più della metà dei giudizi positivi. Bene invece le Forze dell’ordine, con la Guardia di finanza in testa seguita da Polizia di Stato. Particolarmente positivo il risultato dei Vigili del Fuoco, con una percentuale pari all’84,3% degli italiani. Stabili anche la fiducia nei confronti di Esercito, Aeronautica, Marina e Intelligence. In lieve calo il sistema scolastico e stabili partiti (che restano comunque intorno al 26%) e Pubblica amministrazione (34%).

TASSE ED EVASIONE FISCALE

Circa metà degli italiani (45,6%) ritiene che nel corso del 2019 la pressione fiscale sostenuta dalla famiglia non abbia subìto variazioni, ma l’altra metà (42,2%) ritiene sia aumentato. Il 37,5% dei cittadini vorrebbe una diminuzione delle tasse come strumento di rilancio dei consumi, dell’economia e delle imprese nazionali. Il 22,6%, invece, si dichiarano contrari, perché la contropartita potrebbe essere una diminuzione della qualità dei servizi e un fattore di aumento del debito pubblico. Più di un terzo, però, e in aumento, chi chiede di abbassare l’imposta sui consumi, mentre è in calo chi chiede la riduzione dell’Imu. È molto alta (81%), invece, la percentuale degli italiani che chiedono più investimenti per ricerca e sviluppo. Sullo stesso livello, la richiesta dell’aumento delle pensioni minime (80,6%), l’introduzione di meccanismi di redistribuzione (80%) e l’attuazione di nuove politiche di sostegno alle imprese (79%). Metà degli italiani, però, non crede indispensabile pagare le tasse per avere un livello accettabile dei servizi e sebbene il 46,3% degli italiani considera l’evasione fiscale grave in qualunque situazione essa si configuri, nel complesso sono di più i cittadini che in qualche misura la giustificano a causa dell’elevata pressione fiscale. Non buona, però, la condizione economica delle famiglie italiane, con il 48% che polverizza i risparmi perché costretta ad utilizzarli per arrivare a fine mese (+2,6% rispetto al 2019) e si registra inoltre un aumentato degli italiani che, indipendentemente dai risparmi, hanno difficoltà ad arrivare a fine mese (70,2%; +3,2% dal 2019). Il 27% degli italiani, inoltre, probabilmente non riuscirà a risparmiare nei prossimi dodici mesi e il 24,8% ne è certo.

MEDIA E INFORMAZIONE

Gli italiani considerano ancora la televisione il mezzo più attendibile, mentre i social network sono considerati come non affidabili dal 65% del campione. Dati, questi, fortemente legati all’età degli intervistati. Se infatti Tv e quotidiani risultano fra i preferiti degli over65, ottengono un buon risultato i talk televisivi nella fascia d’età dei 35-44enni e i social sono utilizzati, in controtendenza rispetto alla media nazionale, con piena fiducia tra i più giovani 25-34enni. A sorpresa, radio e giornali radio risultano la fonte preferita di informazione dei giovani tra i 18 e i 24 anni (15,2%) e tra i 25 e i 34 anni (16,4%). Quasi tre italiani su dieci (28,6%), però, formano la loro opinione di voto sulla base delle informazioni che apprendono in televisione, il 12,2% si affida ai social, il 10,1% ai quotidiani, l’8,5% ai quotidiani on line, il 5,2% a radio, comizi del candidato, blog, mentre il restante 24,6% non si lascia influenzare dai mezzi di informazione.

AMBIENTE

Il riscaldamento globale preoccupa il 25% degli italiani, con una forbice notevole fra giovani (35%) e anziani (15%). Più di un terzo degli italiani è disposto a mettere in pratica accorgimenti e comportamenti per limitare il riscaldamento terrestre, un terzo crede possa servire solo se lo fanno tutti e tutti i giorni mentre un altro terzo ritiene il problema troppo grande da risolvere con le azioni del singolo o non è disposto a cambiare le proprie abitudini per questa causa. Tra gli accorgimenti che siamo più disposti ad adottare, lampadine a basso consumo (79,4%), acquisto di prodotti privi di imballaggio in plastica (74,4%), ridurre l’uso dell’auto privata (72,2%) o dei condizionatori in estate (71%), consumare meno acqua quando ci si lava (70,1%). Meno inflazionati, invece, la possibilità di rinunciare ai viaggi in aereo (59,7%), e l’acquisto di pannelli fotovoltaici (63,2%). Sì degli italiani ai packaging sostenibili, ma solo se costano più di quelli tradizionali.

ALIMENTAZIONE

Cambiano la quotidianità, cambiano le abitudini alimentari. Sempre più italiani (54%), infatti, compra compra cibo a domicilio o (70%) compra alimenti già cucinati destinati all’asporto, anche se questo trend riguarda in particolar modo giovani e giovanissimi. Aumentano vegetariani e vegani, con un 8,9% rispetto al 7,2% dello scorso anno, ma aumentano anche intolleranze e celiachia. Bene i risultati sull’obesità, con il 10% di persone obese in Italia contro il 17% degli altri Paesi Ocse. Alto, invece, il tasso di obesità infantile: il sovrappeso in Italia interessa circa 1 bambino su 3.

FUMO E TABACCO

Le sigarette tradizionali restano le protagoniste indiscusse del mercato del tabacco, ma negli ultimi anni si è assistito alla crescita del settore di prodotti senza combustione (sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato). La motivazione che spinge all’utilizzo di questi nuovi prodotti risulta in primo luogo l’attenzione per la salute: metà del campione (50,6%) li sceglie perché li ritiene meno dannosi per la salute e un intervistato su tre ha affermato di sentirsi meglio fisicamente o di aver riscontrato effetti positivi sul proprio corpo. Bene anche l’esperienza maturata dagli italiani con i prodotti senza combustione: per il 74,7% è stata molto positiva e per il 23,8% abbastanza positiva mentre solo l’1,1% ha affermato di aver avuto un’esperienza abbastanza negativa e nessuno molto negativa. Positivo il risultato anche per chi sceglie di smettere di fumare: un fumatore su tre ha completamente abolito le sigarette tradizionali dopo aver provato i prodotti alternativi mentre il 22,6% ne ha diminuito il consumo. Tra i modi di fumare, la sigaretta elettronica e le sigarette a tabacco riscaldato sono considerati i meno pericolosi, ma vengono percepiti come prodotti non privi di rischi, a differenza dei prodotti da fumo come sigarette, sigari e pipa che sono identificati come molto pericolosi.

Come cambia l'Italia (e gli italiani). Il rapporto Eurispes

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