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“Niente patrimoniale perché sarebbe distruttiva di banche e assicurazioni, niente ricorso al Mes e alla troika ma un grande piano di ricostruzione nazionale basato sull’emissione di titoli pubblici italiani a lunghissima scadenza e basato sulla fiducia: esenti da ogni imposta, presente e futura, come è stato per un secolo e mezzo”. Giulio Tremonti spiega a Formiche.net la sua proposta per cercare di uscire dall’emergenza del coronavirus e guardare alla fase della ripartenza, quando si dovranno riaccendere i motori del Paese dopo questa lunga quarantena. Si tratta, in buona sostanza, di riprendere il piano di Einaudi che nel 1948 convinse il leader del Partito Comunista italiano, Togliatti, sulla base del presupposto che quello che va bene per il lavoro degli operai va bene al Paese e viceversa. Per Giulio Tremonti le soluzioni alla crisi possono venire solo dalla politica, e la politica è fiducia.

Professore, come la mettiamo con l’Europa? Fra Eurobond, coronabond e Mes si fa fatica a comprendere quale possa essere la direzione giusta

Il debito pubblico può essere nazionale, europeo, nazionale assistito o vigilato dall’Europa. Eurobond significa debito pubblico europeo. Si tratta di una idea del 1994, ripresa dal 2003 dalla presidenza italiana e poi nel 2009 dal sottoscritto con Junker. Se ne è discusso a lungo, anche con prospettive di apertura, ma che ha avuto termine con la tragica passeggiata di Deauville fra Sarkozy e Merkel. La troika in Grecia e il governo Monti in Italia hanno quindi messo la pietra tombale sull’ipotesi. Il Mes è un caso di debito nazionale vigilato dall’Europa attraverso una simil-troika. Uno strumento con poche risorse e tanti vincoli, come ora sembra chiaro anche a chi lo sosteneva con convinta determinazione fino a ieri. Ulteriore variante è il debito nazionale assistito dall’Europa come pare si stia discutendo oggi con ipotesi di triangolazione via Bei con finalizzazioni sugli investimenti volti a finanziari la sanità e controlli benevoli. Non sarebbe male ma potrebbe essere insufficiente. In ogni caso sarebbe opportuno non marchiarne le sorti con una parola che porta sfortuna, Coronabond….

Quale che sia la formula, in Europa c’è sempre qualche contrarietà. Da ultima, l’Olanda

Guardi sto dentro i palazzi dell’Europa dal 2001. Diciamo che in Europa quando c’era una questione trattabile venivano avanti i finlandesi che utilizzavano argomenti come tentato ostacolo basati sulla loro costituzione. Quando invece l’argomento non era trattabile venivano fuori gli olandesi, che fanno parte del blocco germanico. Trovo romantica la frase di Prodi che parla dell’Olanda come paese che esporta tulipani. L’Olanda è un Paese che importa holding. Questo è un fatto non marginale in termini di influenza e potere.

Per fortuna c’è pur sempre il bazooka di Draghi..

Certo, c’è un’altra formula che è il debito nazionale collocato via Bce, uno strumento molto importante e utile. Tuttavia, non è risolutivo. Non ci sono garanzie sulla durata, sulla quantità dei titoli che è possibile comprare, e sui criteri di riparto per nazione. La Bce è necessaria ma non sufficiente. La gestione del debito nazionale resta ai singoli Stati.

Però la Banca centrale europea ha salvato l’eurozona e l’Italia…

La Bce è stata importante nel 2012 e lo è nel 2020. Ha avuto una funzione perversa nel lungo tempo che è passato da allora ad oggi. Ha presente la montagna incantata? La creazione di moneta che cessa di essere un segno sovrana, si distacca dalla realtà, diventa sovrana di se stessa fino alla “completa demonizzazione” della vita. Thomas Mann non era un’economista ma sempre la filosofia prevale sulla pseudo scienza. Forse, la crisi della globalizzazione è la vendetta della realtà. Tutto questo agiterà le notti di Davos.

Se la Bce è necessaria e non sufficiente e ogni Stato deve gestire la propria finanza pubblica, come se ne esce?

Intanto, diciamo cosa non fare. La patrimoniale perché è distruttiva di banche e assicurazioni. Non applicare formule coercitive o forzose. Tutto questo aumenta la sfiducia e porta la fuga di capitali. L’elemento essenziale in questo contesto dove prevale la paura è contrastarla lavorando sulla leva della fiducia.

Cioè?

Più o meno un secolo e mezzo fa, in una situazione ancora più drammatica, Quintino Sella introdusse la formula “esenti da ogni imposta presente e futura”. Questa formula cancellata nel 1986 va subito reintrodotta e posta alla base di emissioni di titoli strutturate in una logica fiduciaria, di lungo periodo ed elaborata per valorizzare il nostro enorme patrimonio pubblico.

Quindi debito che chiama debito…

Se vuole possiamo fare una polemica con chi era austerista fino a ieri, addirittura chiedeva l’anticipo del pareggio di bilancio, e che ora di colpo è diventato debitista. Non è questione di teoria ma di realtà. Nel dramma del tempo presente servono soldi e l’unico modo per averli è fare debito. Il vincolo è strutturarlo bene e investirlo meglio.

Reddito di cittadinanza?

Glielo dico in inglese: Mammoth, come si dice a Wall Street, o Helicopter money, come si dice alla Casa Bianca. Nell’emergenza, garanzie bancarie illimitate e assistite dal Tesoro e sussidi a tutti sono essenziali e giusti. Se non dai adesso perdi ancora di più dopo. È sul dopo che si apre il problema: investimenti pubblici produttivi o elicottero che a un certo punto finisce la benzina? Nell’antica Roma agli attori e ai comici era fatto divieto di fare politica.

Torniamo alla emergenza. Questa pandemia può essere la peste del nostro tempo?

Quando parla della peste, Don Ferrante si chiede: è sostanza o accidente? Questa pandemia è l’accidente che però svela la sostanza: la crisi della globalizzazione. Questa c’è per effetto del coronavirus ma ci sarebbe stata comunque: cause finanziarie, conflitti. Il problema non è vincere la guerra. Il vaccino sarà trovato. Il problema è vincere la pace in un mondo che sarà profondamente diverso.

La ricetta della fiducia. Ecco il patto con gli italiani proposto da Giulio Tremonti

“Niente patrimoniale perché sarebbe distruttiva di banche e assicurazioni, niente ricorso al Mes e alla troika ma un grande piano di ricostruzione nazionale basato sull’emissione di titoli pubblici italiani a lunghissima scadenza e basato sulla fiducia: esenti da ogni imposta, presente e futura, come è stato per un secolo e mezzo”. Giulio Tremonti spiega a Formiche.net la sua proposta per…

Così Grillo mette piombo nelle ali di Conte

Scena prima: c’è un governo di un Paese europeo alle prese con una pandemia di proporzioni sconosciute alla Storia contemporanea, con migliaia di morti già registrati ed altre migliaia in arrivo nelle prossime settimane. Quel Paese ha fermato la propria struttura produttiva di beni e servizi, ha bloccato il sistema dei trasporti, ha chiuso le scuole ed ha chiesto ai…

Il reddito di cittadinanza non funziona e non rende felici. Parla Becchetti

Soldi in mano ai cittadini come fatto da Donald Trump e a Honk Kong. Lo dice a Formiche.net l'economista Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica presso l'Università di Roma Tor Vergata che paragona la crisi economica da Covid-19 ad un organismo con un arresto cardiocircolatorio. “Se non si interviene subito con le macchine a far ripartire la circolazione sanguigna…

Il virus cambia i mercati. Pennisi spiega come

La crisi dei mercati causata dal coronavirus differisce da tutte le crisi recenti quali quelle del 2008 e del 2011. Queste crisi hanno determinato perdite significative sull’azionario (49% e 57%) ma non hanno causato una vera e propria rivoluzione. Cominciano ad apparire riflessioni analitiche, oltre ai consueti reports di gestori. Due studi mi sono parsi particolarmente utili, il lavoro di…

Perché ho cambiato idea su Draghi (ma non su Conte). Parla Becchi

Irriverente, graffiante. Paolo Becchi, editorialista su alcune testate e docente universitario è una delle voci più critiche al governo. Ma, soprattutto, il suo punto di vista sbriciola a suon di tesi strutturate molte delle misure che Conte&C hanno adottato per gestire l’emergenza Covid-19. Peraltro, è uno degli intellettuali per così dire "non conformi" che hanno firmato l’appello dell’ex presidente del…

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Perché pandemia e infodemia hanno trovato terreno fertile in Italia? Se lo chiedono gli esperti del Digital Forensic Research Lab dell’Atlantic Council in un’analisi in tre parti dedicata al nostro Paese. Diciannove governi in tre decenni, l’ascesa del populismo, la delegittimazione delle istituzioni e il malcontento dilagante hanno causato quell’instabilità facilmente permeabile oggi, in tempi di pandemia, dall’infodemia con teorie del…

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