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“Sono fiducioso sulle capacità militari dell’Alleanza Atlantica”. Con un’asserzione netta il generale Cristopher Cavoli, a capo del comando europeo degli Stati Uniti e comandante supremo delle forze alleate in Europa, risponde alla domanda del suo intervistatore, il senior fellow e direttore del Center on Europe and Eurasia dell’Hudson Institute Peter Rough, sulla capacità della Nato di fornire un’adeguata risposta militare in caso di fallimento dei meccanismi di deterrenza nei confronti della Federazione Russa. “Negli ultimi due anni l’Alleanza si è messa in moto per aumentare le proprie capacità e la propria readiness”, prosegue il militare americano, riportando il focus sulla sua abilità nel combattere un conflitto convenzionale su larga scala, che è stata la missione fondante dell’Alleanza Atlantica sin dalla sua nascita nel 1949.

“Siamo stati capaci di amalgamare e incorporare i National Defense Plan nel Nato Defence Plan” sottolinea Cavoli, aggiungendo che questo amalgama si è concretizzato nell’arrivare a dispiegare otto battaglioni all’interno dell’Enhanced Forward Presence. Anche grazie ad una rivoluzione nella mentalità: “Siamo passati dal ‘cosa potete dare in caso di bisogno’ al ‘cosa non potete dare’. Il commitment alla missione dell’Alleanza dev’essere pressoché totale”.

L’impulso dello scoppio del conflitto in Ucraina dunque non è rimasto privo di conseguenze, e anzi ha rimarcato in modo netto l’importanza della capacità di pronta risposta. “Stiamo facendo readiness check in modo estensivo, svolgiamo esercitazioni su larga scala come Steadfast Defender che si è tenuta quest’anno”, a cui si aggiungono la creazione di numerosi depositi di munizioni e di materiali, l’estensione del sistema logistico, e l’istituzione di appositi team atti a controllare la prontezza operativa delle truppe schierate sul campo. Il comandante delle forze Nato in Europa prosegue sul tema dell’Ucraina, affermando che non solo la struttura dell’Alleanza, ma anche le forze armate dei singoli Stati-membri stiano studiando a fondo il conflitto in corso, adattando la propria struttura in base alle lezioni apprese.

Sull’autorità di cui dispone in questo momento, Cavoli ha una visione ottimista. “Il grado di autorità del mio ruolo mi garantisce i poteri di cui ho bisogno in una situazione come questa, ma anche per gestire un eventuale situazione di conflitto qualora l’Alleanza dovesse attivare l’Articolo 5. Abbiamo fatto progressi anche in questo campo negli ultimi due anni”.

L’intervento del generale si conclude con un riferimento agli orrori accaduti negli scorsi mesi, come i fatti di Irpin o di Bucha, affermando che la Nato non cederebbe territorio di fronte ad un eventuale attacco proveniente da Est. “I piani sono sviluppati per difendere ogni palmo del territorio Nato, e i cittadini che vi abitano”.

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