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Oggi Francia alle urne dopo la più breve campagna elettorale della sua storia: la mossa macroniana di convocare elezioni anticipate si inserisce all’interno di una dinamica altamente complessa, fatta di sondaggi pro-destra e di contestazioni popolari per le scelte dell’Eliseo in materia fiscale, previdenziale, lavorativa. Nel mezzo le conseguenze internazionali di una eventuale diarchia alla guida del Paese, che potrebbe rischiare di avere due voci, in virtù di due sensibilità davvero diverse e forse non compatibili, passaggio che si riverbererà sulle scelte comunitarie che andranno prese e verosimilmente anche sul vecchio asse franco-tedesco, al momento caratterizzato per la debolezza degli attuali leader.

I fronti contrapposti

In palio 577 seggi all’Assemblea nazionale. Da un lato il volto della destra di Rassemblement national, quel Jordan Bardella che sull’Ucraina si affanna a promettere che Kyiv non sarà assorbita “dall’imperialismo russo”. Troppo delicata la partita che investe la guerra, le relazioni atlantiche di Ue e Francia, il rinnovo dei vertici della Nato e le proposte di Emmanuel Macron che fino a piche settimane fa lasciava ipotizzare un coinvolgimento diretto di militari e mezzi francesi su suolo ucraino. Bardella ha detto: “Se domani fossi primo ministro, i soldati francesi non verrebbero inviati in Ucraina”, aggiungendo di essere contrario anche all’invio di missili a lungo raggio in Ucraina, che potrebbero colpire il territorio russo “e mettere la Francia e i francesi in una situazione di co-belligeranza, perché la mia bussola sono gli interessi della Francia e dei francesi”.

Le posizioni sono state espresse pochi giorni fa in occasione dell’ultimo confronto televisivo tra il primo segretario del Partito socialista francese di sinistra (PS) e membro del parlamento Olivier Faure, l’eurodeputato Bardella e il primo ministro francese Gabriel Attal. Quest’ultimo ha replicato che “se cominciamo a fissare delle linee rosse non aiuteremo gli ucraini”.

Il Nuovo fronte popolare che raggruppa il centrosinistra propone un “contratto di legislatura” con misure per rispondere all’emergenza sociale, alla sfida climatica, al risanamento dei servizi pubblici, adottando un percorso di pacificazione in Francia e nel mondo: chiaro il riferimento a Gaza e Kiev. Si tratta di un vademecum che verrà attuato nei primi cento giorni con 5 leggi già pronte e dedicate a sanità, welfare, istruzione, energia e clima. Il tuto corredato da una misura ad hoc per abolire i privilegi dei miliardari.

L’analisi di Tzogopoulos

Come potrebbe cambiare la politica francese in caso di vittoria di Rn? Secondo George Tzogopoulos, analista dell’Istituto Europeo di Nizza tutto dipende dalla percentuale finale dei candidati, che darà loro la possibilità di partecipare al secondo turno domenica prossima. “Per quanto riguarda Rn, i sondaggi dimostrano che potrebbe vincere ma senza la maggioranza assoluta. Inoltre, dobbiamo aspettare e vedere che tipo di dinamiche politiche si svilupperanno in vista del secondo turno di domenica prossima. Per ora la grande domanda è se i candidati di Macron si qualificheranno al secondo turno e, in caso contrario, quale sarà la loro preferenza politica, se ce ne sarà”.

Come si svilupperebbe la convivenza tra Bardella e Macron, che hanno due posizioni agli antipodi, la Francia rischia di avere due voci? “Bardella ha detto che vuole solo la maggioranza assoluta per diventare primo ministro”, osserva Tzogopoulos, anche fellow presso il Begin Sadat Center for Strategic Studies in Israele e presso la Hellenic Foundation for European and Foreign Policy in Grecia. “Lo pensa davvero o è una tattica politica per attirare più elettori? Questa è una domanda chiave. Il giorno dopo sarà difficile per la Francia perché il termine convivenza è stato utilizzato e messo alla prova nella pratica in circostanze politiche completamente diverse. Anche in questo caso bisognerà attendere i numeri per fare pronostici sicuri e osservare cosa dirà Bardella in vista degli ottavi. Un’altra questione chiave è se i partiti dello spettro politico di sinistra e di centrosinistra rimarranno uniti il giorno dopo. Nel complesso mi aspetto una maggiore frammentazione nel panorama politico francese”.

Dopo il voto una certezza, la Francia frammentata. Gli scenari di Tzogopoulos

In palio 577 seggi all’Assemblea nazionale. Da un lato il volto della destra di Rassemblement national, Jordan Bardella, dall’altro il Nuovo fronte popolare che raggruppa il centrosinistra. George Tzogopoulos, analista dell’Istituto Europeo di Nizza: “Nel complesso mi aspetto una maggiore frammentazione nel panorama politico francese”

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