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La vigilia del summit di Biarritz non è solo monopolizzata dai riverberi della crisi di governo italiana, ma anche dal tema G8. Ieri Donald Trump ed Emmanuel Macron avevano aperto all’ingresso di Mosca in cambio dello stop alle violazioni degli accordi di Minsk. Oggi fonti Ue si dicono fortemente contrarie.

QUI UE

No all’eventuale riattivazione del formato G8. “I motivi che portarono all’esclusione di Mosca sono ancora validi, perciò sarebbe controproducente – riferiscono fonti Ue altamente qualificate -. Inoltre questo formato deve continuare ad essere un insieme di democrazie che rispettano lo stato di diritto”. Secondo il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, reintegrare il leader russo, Vladimir Putin, “sarebbe un segnale controproducente di debolezza” dopo “l’aggressione russa nell’Est dell’Ucraina” del 2014. Il timore è che proprio a seguito dell’invito trumpiano il ritorno della Russia possa aumentare le tensioni all’interno del gruppo.

QUI USA

Donald Trump a sostegno della sua tesi ha precisato che sarebbe “appropriata” la riammissione della Russia “perché molte delle cose di cui parliamo hanno a che fare con la Russia” e perché è la sesta più grande economia globale. Sono giorni complessi sull’asse Ue-Usa come dimostra l’annuncio dello stesso presidente di voler usare la clava delle minaccia commerciali. “Avere a che fare con l’Europa è molto difficile, tendono a tirare sul prezzo – ha detto 24 ore fa – . Ma in questo paese abbiamo tutte le carte giuste. L’unica cosa che dobbiamo fare è tassare le loro auto e ci daranno tutto quello che vogliamo. Loro ci inviano milioni di Mercedes e milioni di Bmw”.

QUI ELISEO

In precedenza il vis a vis tra Putin e Macron era stato preparato con l’obiettivo dichiarato di ridisegnare l’Europa, per gestire il fantasma della Brexit e lo spettro della recessione tedesca. L’incontro di Fort de Bregancon, la residenza estiva nella Francia meridionale dove l’Eliseo è al lavoro per allestire il prossimo G7, aveva dato quel tipo di segnale, oggi spento da Bruxelles.

Nel 2014 quando Putin venne eliminato dal G8 c’era un quadro differente composto da fattori come la crisi Ucraina, il fil rouge molto forte tra Berlino (Merkel) e Washington (Obama), una Inghilterra ancora senza il dossier Brexit. Oggi dalla Francia si ventila “l’ipotesi Normandia” per il conflitto in Donbass, come Parigi propone: un tavolo negoziale tra Ucraina, Francia, Russia e Germania con l’obiettivo di risolvere il puzzle della crisi ucraina. E da Mosca si dice che un eventuale ramoscello di ulivo potrebbe essere lo scambio di prigionieri con l’Ucraina.

SCENARI

La mano tesa provocatoria è del presidente ucraino, Volodimyr Zelensky che tocca il tasto del ritorno di Mosca nel G8 in cambio della Crimea. Una sorta di pacchetto diplomatico al cui interno troverebbero spazio la pax nel Donbass e la liberazione degli oltre 100 prigionieri politici oltre che dei marinai ucraini arrestati lo scorso 25 novembre. Il ragionamento di Zelensky, pubblicato sulla sua pagina Facebook, parte dal fatto che Mosca è uscita dal G8 dopo il referendum per l’annessione della Crimea.

La risposta arriva dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: “I sette discutono regolarmente della Russia. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e’ livello il piu’ alto che vede la Russia coinvolta nella formazione dell’agenda e nell’attuazione della politica globale”.

 

Twitter @FDepalo

La Ue dice no alla Russia nel G8 ma boccia più Macron che Trump

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