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Nel mutato scenario geopolitico attuale, l’Europa si trova ad affrontare sfide alla sicurezza senza precedenti dal dopoguerra. La guerra in Ucraina, l’intensificarsi delle minacce ibride e cyber, uniti ai crescenti rischi derivanti dai cambiamenti climatici, hanno spinto diversi Paesi nordici – Svezia, Finlandia e Danimarca – ad adottare un approccio innovativo alla difesa nazionale attraverso la distribuzione di vademecum per la preparazione alle crisi destinati alla popolazione civile.

Ora l’Unione europea sembra pronta a seguire questo esempio. Un gruppo di eurodeputati di Renew ha recentemente chiesto alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di sviluppare una guida paneuropea alla preparazione alle crisi. “Dare potere ai cittadini con la conoscenza è uno dei modi più efficaci per rafforzare la nostra sicurezza collettiva”, affermano gli eurodeputati firmatari Grégory Allione, Anna-Maja Henriksson e Nathalie Loiseau.

Questa iniziativa si inserisce in un cambiamento più ampio di atteggiamento dell’Unione europea verso un concetto di “difesa integrata” delineato nel report Niinistö sulla preparazione civile e militare dell’UE (Safer Together: Strengthening Europe’s civil and military preparedness and readiness).

Il documento, pubblicato nell’ottobre 2024, rappresenta un punto di svolta fondamentale nel modo in cui l’Europa concepisce la propria sicurezza.

“La sicurezza è la fondazione su cui è costruito tutto”, afferma l’ex presidente finlandese Sauli Niinistö nel rapporto, sottolineando che “se perdiamo la sicurezza, essa si porta via il nostro benessere e i nostri piani per il futuro”. Una visione che segna il passaggio da un approccio reattivo a uno proattivo nella gestione delle crisi.

Il concetto di “preparedness by design” – preparazione integrata in ogni dimensione della società – emerge come pilastro centrale di questa nuova visione strategica. Si tratta di un approccio che va oltre la tradizionale difesa militare per abbracciare una resilienza a 360 gradi che coinvolga cittadini, autorità pubbliche, settore privato e società civile.

I manuali distribuiti nei paesi nordici forniscono indicazioni precise su come sopravvivere per almeno 72 ore in caso di crisi, dall’interruzione delle forniture energetiche a possibili conflitti. Contengono informazioni pratiche su scorte alimentari, medicinali essenziali, comunicazioni di emergenza e comportamenti da adottare in diverse situazioni di crisi.

L’evoluzione tecnologica, l’emergere di nuovi domini come quello cibernetico e spaziale, e le lezioni apprese da conflitti recenti come quello in Ucraina, evidenziano la necessità di un approccio più ampio e integrato alla sicurezza nazionale.

Il conflitto ucraino ha dimostrato che la resilienza di un paese non dipende esclusivamente dalle sue forze armate, ma dalla capacità dell’intera società di resistere e adattarsi. I cittadini ucraini hanno contribuito allo sforzo bellico attraverso attività di volontariato, supporto logistico e partecipazione diretta alle operazioni di difesa, evidenziando l’importanza di una popolazione consapevole e preparata.

Una guida europea alla preparazione alle crisi, come quella richiesta dagli eurodeputati di Renew, potrebbe rappresentare un passo concreto verso l’implementazione delle raccomandazioni del rapporto Niinistö, che invita a “investire congiuntamente nell’educazione al rischio dei cittadini, incorporando diverse dimensioni, come la cybersicurezza, i rischi di catastrofi e la disinformazione”.

La proposta arriva in un momento cruciale per la sicurezza europea, con tensioni crescenti ai confini dell’UE e una corsa al riarmo generalizzata. Di fronte a queste sfide, il rapporto Niinistö sottolinea che “più siamo pronti a fare insieme come UE, più possiamo aspettarci che i nostri partner siano disposti a contribuire alla nostra preparazione condivisa”.

Se approvata, l’iniziativa segnerebbe un cambio di paradigma nella politica di sicurezza dell’UE, riconoscendo che la preparazione alle crisi non è più dominio esclusivo degli apparati militari, ma responsabilità condivisa di tutti i cittadini europei.

Come afferma l’eurodeputata finlandese Anna-Maja Henriksson: “Il modello finlandese di sicurezza globale e preparazione nazionale deve essere implementato in tutta Europa”. Un modello che potrebbe trasformare l’approccio dell’Unione alla sicurezza, rendendola più resiliente di fronte alle sfide sempre più complesse del XXI secolo.

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