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“Le Nazioni Unite dovrebbero revocare le credenziali dell’ambasciatore venezuelano alle Nazioni Unite, riconoscere il presidente ad interim Juan Guaidó, e insediare senza indugio un rappresentante del governo venezuelano libero in questo corpo!”. Questa la linea di rotta per il Venezuela, indicata dal vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, durante un intervento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Un percorso chiaro e deciso, già intrapreso dal governo di Donald Trump, che ha consegnato le credenziali diplomatiche all’ambasciatore di Guaidó negli Usa, Carlo Vecchio.

Nel suo intervento, successivamente postato su Twitter, Pence ha parlato della crisi umanitaria del Venezuela: “Questo organismo dovrebbe revocare le credenziali del rappresentante venezuelano alle Nazioni Unite. […] Lei (Samuel Moncada Acosta, ndr) non dovrebbe essere qui, dovrebbe ritornare in Venezuela e dire a Nicolás Maduro che il suo tempo è finito”.

Per Maduro, invece, la richiesta di Pence è “ridicola”: “Crede di essere l’Impero che comanda, che governa, che toglie, che mette. […] No, signor Pence, deve sapere che in Venezuela il presidente della Repubblica non lo mette né lei né Donald Trump, lo sceglie il popolo con elezioni libere, costituzionali, democratiche e trasparenti”. Inoltre, il leader socialista ha aggiunto che il discorso del vicepresidente americano al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, “è pieno di menzogne, falsità, fake news, porcherie e assurdità. […] Quel discorso ha fatto schifo”. Maduro sostiene che gli Usa hanno “un’ossessione fatale” nei confronti dei venezuelani: “In faccia gli si legge l’odio, il razzismo, il disprezzo con cui si riferisce al nostro Paese”.

Tuttavia, la preoccupazione sulla situazione del Venezuela non è esclusiva degli americani. Tutto il mondo ha gli occhi puntati sull’escalation del Paese sudamericano.

Il dibattito di ieri è il terzo che il Consiglio di sicurezza svolge sulla crisi venezuelana. Il 28 febbraio, per esempio, si è discusso su una risoluzione, proposta dagli Stati Uniti, in cui si chiedeva al governo di Maduro la convocazione di nuove elezioni presidenziali, libere e trasparenti, e l’arrivo di aiuti umanitari. La proposta non è stata approvata a causa dei veti imposti dalla Russia e la Cina, alleati del regime di Maduro.

pence

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