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Il cyber space è diventato un elemento cruciale nelle dinamiche degli affari politici ed economici di oggi e, per quanto vi siano molte problematiche e minacce connesse alla sfera Ict, questa rappresenta un nuovo impulso per la crescita economica. Un mercato dal quale l’Italia non vuole e non può restare fuori. Il tema è stato dibattuto all’Ambasciata d’Italia a Londra, in un evento che ha riunito istituzioni, imprese – soprattutto Pmi e start-up – e centri di ricerca.

IL FORUM A LONDRA

Il forum, denominato “Cyber Security and Digital Economy: Challenges, threats and opportunities from cyberspace”, rientra nelle iniziative di promozione del sistema cyber italiano promosse dal Nucleo di Sicurezza Cibernetica nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, quest’ultimo in qualità di membro del Nucleo con funzioni di coordinamento del programma di promozione del sistema cyber nazionale. La conferenza è stata organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Londra, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice) e dal Center for Cyber Security and International Relations Studies dell’Università di Firenze. Il tutto si è svolto nell’ambito della serie di appuntamenti di “Italy4Innovation”, avviata quest’anno per la prima volta dalla rappresentanza diplomatica italiana con lo scopo di migliorare la cooperazione e il dialogo sull’innovazione Ict tra la Penisola e il Regno Unito.

LE RAGIONI DELL’INIZIATIVA

Il tema della sicurezza cibernetica, si è posto in evidenza, riveste un’importanza crescente per i cittadini e per le organizzazioni, sia pubbliche sia private, e il settore in Italia vive una fase di intensa crescita sia per quanto riguarda le imprese sia in campo accademico. Non solo. L’idea di tenere a Londra questo evento, si è sottolineato, è stata dovuta anche alla circostanza che il Regno Unito è stato fra i primi Paesi ad affrontare la problematica e a dotarsi di adeguati mezzi per gestirla.

CHI C’ERA

L’evento è stato introdotto dal direttore della sede Ice di Londra Roberto Luongo e aperto dai saluti dell’ambasciatore italiano a Londra Raffaele Trombetta, che ha evidenziato la necessità di un approccio alla cyber security inclusivo e costruttivo. Un’adeguata partnership pubblico-privato e l’attivo coinvolgimento di tutti gli stakeholder, ha aggiunto, può infatti generare valore e occasioni di business, trasformando i rischi in opportunità per le imprese. Poi è stato il turno di Carmine America, advisor del vice presidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio.
L’appuntamento si è poi articolato in diverse sessioni – con esponenti del mondo accademico italiano e britannico, nonché di rappresentanti di importanti gruppi dei settori finanziario, informatico e delle comunicazioni che hanno condiviso considerazioni e strategie contro i rischi cibernetici nei rispettivi campi di attività – tra le quali una istituzionale. A quest’ultima hanno preso parte il direttore del Nucleo per la Sicurezza Cibernetica e vice direttore del Dis con delega alla cyber security, il professor Roberto Baldoni; John Nicholson, responsabile dell’International Cyber Policy dell’Ncsc Uk; l’ambasciatore Francesco Talò, coordinatore per la cyber sicurezza presso il Maeci; Pete Thompson, vice direttore della cyber sicurezza della Defence and Security Organisation; e il generale Francesco Vestito, comandante del Comando Interforze per le operazioni cibernetiche, il Cioc). Sono seguite poi le presentazioni di 16 imprese italiane che si occupano di cyber sicurezza, e un panel accademico focalizzato sulle problematiche e opportunità nel panorama internazionale della sicurezza informatica e il partenariato pubblico-privato. Questo panel, moderato da Luigi Martino della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha visto intervenire Madeline Carr, professoressa associata di Relazioni Internazionali e Cyber sicurezza all’Ucl; Luca Viganò, responsabile del Gruppo di cyber sicurezza del Dipartimento di Informatica del King’s College di Londra; e Paolo Prinetto, presidente del Cini e direttore del Laboratorio nazionale per la cyber security del consorzio. Spazio poi l’evento è stato infine corredato da una sessione di incontri B2B tra le aziende italiane – anche leader del settore come Leonardo (molto presente in Uk) e Telsy – e le controparti britanniche.

NUMERI E CARATTERISTICHE

L’evento è servito anche per raccontare i numeri della presenza della Penisola in questo campo. Il settore Ict italiano, si è detto durante il convegno, è formato oggi da più di 102mila imprese e più di 560mila dipendenti, con un incremento percentuale a due cifre negli ultimi anni. Nel settore sono presenti molte differenze, sulla base di specializzazioni, dimensioni e focus, ma tutte le imprese Ict, più che in altri ambiti, sono unite dalla necessità di essere reattive e di sfruttare qualsiasi opportunità venga proposta.

LA COOPERAZIONE COL REGNO UNITO

In questo frangente, si è ribadito, il Regno Unito rappresenta uno stimolante esempio di come la cyber sicurezza possa essere considerata un investimento piuttosto che un costo. Partecipando a questo evento le imprese italiane dell’Ict e della sicurezza informatica hanno avuto l’opportunità di presentare i loro innovativi punti di forza e di scambiare informazioni circa le migliori prassi da adottare con le imprese e istituzioni britanniche. L’obiettivo è quello di promuovere il Sistema-Paese, le sue eccellenze consolidate e quelle in crescita, come le start-up, e attivare nuove e costruttive collaborazioni e cooperazioni di nature scientifica e tecnologica.

L'Italia della cyber security si presenta a Londra. Ecco come

Di Fulvia Teano

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