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Il rapporto sulla ricchezza globale di Ubs indica come nel 2024 tale ricchezza sia aumentata di circa il 4% in presenza di diseguaglianze purtroppo elevate e crescenti all’interno di ciascun paese. I dati riflettono tendenze in atto da tempo. Nella combinazione di globalizzazione, progresso tecnologico e commercio internazionale il sistema economico globale aumenta la produzione di valore economico che è il flusso che va ad alimentare la ricchezza. Ad eccezione dell’anno della pandemia il Pil globale cresce sempre positivamente ogni anno.

Ma l’aumento della ricchezza non dipende solo dai nuovi flussi perché il valore di mercato di un bene mobile o immobile (il valore dello stock) è influenzato dalla domanda e dai proventi futuri attesi da quel bene. La moneta che le banche centrali immettono nel sistema in questo contesto non produce, per fortuna, inflazione sui beni di consumo vista la forte competizione globale sui mercati (a meno di eventi eccezionali come quello dell’impennata dei prezzi delle fonti fossili). La moneta va dunque per una parte importante ad alimentare la domanda di beni mobili ed immobili finendo per far crescere i prezzi degli asset. Il rendimento medio secolare di un titolo quotato in borsa, per fare solo un esempio, è attorno all’8 percento ma è la media di ottovolanti che prevedono escursioni importanti in alto e in basso.

La ricchezza globale è sottostimata perché una sua componente fondamentale, la ricchezza digitale, è fruita in modo pressoché gratuito dagli utenti. Una volta comprati i nostri cellulari abbiamo infatti accesso ad immagini, suoni, fotografie, video ed ora persino intelligenza artificiale a costi nulli o molto bassi. E ad aggiornamenti periodici gratuiti che ci restituiscono la mattina cellulari più potenti e con più funzioni. Quello che un tempo erano le nostre spese per lo sviluppo di fotografie, acquisto di dischi, noleggio di film sono oggi sostituite da una disponibilità spesso illimitata e gratuita di queste merci senza peso a qualità crescente nel tempo.

Ed è la ricchezza digitale gratuita distribuita a tutti che impedisce che le enormi diseguaglianze producano conflitti sociali più profondi. Di fronte a questa cornucopia le diseguaglianze restano infatti enormi e minano la coesione sociale creando terremoti politici. Le diseguaglianze sono generate in modo quasi automatico dal fatto che, nella combinazione di innovazione tecnologica, globalizzazione e commercio internazionale, i differenziali salariali per qualifica e competenze aumentano creando una voragine tra gli altamente qualificati e i non qualificati. Che si riscontra poi nella polarizzazione del mercato del lavoro che mai come in passato presenta una quantità molto elevata di lavoratori poveri. Gli studi empirici recenti dimostrano come le diseguaglianze alimentino il complottismo, la sfiducia nelle istituzioni e l’astensione al voto.

L’Intelligenza Artificiale è la nuova frontiera dell’innovazione tecnologica capace di aumentare tutte queste tendenze (più ricchezza creata, più divario tra i qualificati e i non qualificati). La questione della distribuzione ex ante (accesso a salute ed istruzione) di quella ex post (progressività fiscale) e della lotta alle diseguaglianze è e sarà la principale sfida del futuro con destra e sinistra competere tra loro in materia di tentativi di risposte e soluzioni allo scontento dei ceti medio bassi.

Riqualificazione dei lavoratori, formazione permanente, regole sul commercio internazionale che evitino la corsa al ribasso sui diritti del lavoro e la tutela dell’ambiente, accompagnate da forme di reddito di base e da meccanismi di tassazione in grado di evitare la corsa al ribasso verso i paradisi fiscali (come con la global minimum tax) rappresentano le direzioni fondamentali per affrontare questi problemi.

Cosa c'è dietro le grandi disuguaglianze globali. Scrive Becchetti

Riqualificazione dei lavoratori, formazione permanente, regole sul commercio internazionale che evitino la corsa al ribasso sui diritti del lavoro e la tutela dell’ambiente, rappresentano le direzioni fondamentali per affrontare il grande problema delle disuguaglianze. Il commento di Leonardo Becchetti

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