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Nonostante il protrarsi del conflitto, il ritardo degli aiuti all’Ucraina da parte degli Stati Uniti, lo spostamento verso i partiti populisti di estrema destra in Europa e la recente intensificazione degli attacchi militari russi in Ucraina, non vi è né un crollo visibile del morale in Ucraina né un cambiamento nel sostegno allo sforzo bellico ucraino tra gli alleati europei. È questa l’immagine fornita da “The meaning of sovereignty: Ukrainian and European views of Russia’s war on Ukraine”, il nuovo studio edito dall’European Council on Foreign Relations basato su sondaggi condotti in 15 Paesi europei.

In Europa c’è un forte sostegno all’incremento della fornitura di armi e munizioni all’Ucraina da parte degli alleati. Dei quindici Paesi coinvolti, Bulgaria, Grecia e Italia sono gli unici con maggioranze che vanno in senso opposto, cioè che ritengono che aumentare la fornitura di munizioni e armi all’Ucraina da parte degli alleati sia una “cattiva idea”. Sull’invio di truppe in Ucraina c’è invece un consenso più diffuso. In ogni Paese in cui sono state condotte le rilevazioni la maggioranza della popolazione si oppone a questa opzione. Tuttavia, gli europei sono comunque propensi ad approvare il coinvolgimento delle truppe nazionali nella guerra in modi diversi, ad esempio fornendo assistenza tecnica all’esercito ucraino o pattugliando il confine tra Ucraina e Bielorussia. Nonostante la guerra in Ucraina, però, gli europei non sono pronti ad un aumento dei costi per la difesa. Tranne in alcuni Paesi come Polonia, Estonia, Svezia e Germania, dove una buona percentuale dell’opinione pubblica è favorevole all’aumento della spesa per la difesa nazionale (rispettivamente 53%, 45%, 41% e 40%), nella maggior parte degli altri Paesi, l’opinione prevalente è contro un aumento dei costi per la difesa.

Gli europei sono scettici sulla capacità di Kyiv di sconfiggere la Russia. Un gran numero di intervistati ritiene che la guerra tra Russia e Ucraina si concluderà con un negoziato, soprattutto in Grecia, Italia, Bulgaria e Spagna. Solo in Estonia una percentuale relativamente alta di intervistati (38%) ritiene che l’Ucraina vincerà la guerra. Le aspettative europee di una vittoria ucraina aumentano tuttavia di 12 punti percentuali, in media, nell’eventualità in cui il Paese dovesse ricevere un maggiore rifornimento di armi e munizioni dagli alleati. In generale però, la maggioranza di 11 Paesi su 15 ritiene che il risultato più probabile sarà un negoziato.

Completamente opposta la situazione in Ucraina. Solo l’1% degli ucraini ritiene che la Russia vincerà la guerra, mentre la maggioranza (58%) ritiene che sarà l’Ucraina a vincere, con meno di un terzo degli intervistati (30%) che crede che il risultato più probabile sarà un negoziato. Nell’eventualità di un incremento della fornitura di armi e munizioni da parte degli alleati, la percentuale di chi crede nella vittoria dell’Ucraina aumenta al 69%. Resilienza e sicurezza sono evidenti anche nella fiducia che gli ucraini hanno nei propri alleati, con il 72% che valuta l’Ue un alleato affidabile. Questa fiducia raggiunge il picco dell’84% nei confronti del Regno Unito ed appare molto forte anche nei confronti degli Stati Uniti (78%) e della Lituania (77%). Infine, il 76% e il 73% degli ucraini considerano rispettivamente Germania e Francia alleati affidabili, nonostante il sostegno di queste due nazioni fosse molto incerto nei primi mesi della guerra.

La fiducia nelle Forze armate dell’Ucraina e nel Presidente del Paese, Volodymyr Zelenskyy, è forte. Il 79% degli intervistati ucraini ha affermato di avere “molta fiducia” nelle Forze armate dell’Ucraina, a cui si aggiunge 17% che ha detto di avere “moltissima fiducia”. Quasi due terzi (il 65%) hanno dichiarato di avere “molta fiducia” o “moltissima fiducia” nel Presidente, nonostante le lotte sul campo di battaglia e le incombenze dettate dal proprio ruolo.

Sulla questione dei compromessi che potrebbero porre fine al conflitto l’Ucraina appare molto divisa. Quando è stato presentato un ipotetico compromesso tra l’adesione alla Nato e l’integrità territoriale, più di sette ucraini su dieci (il 71%) hanno dichiarato di essere contrari all’ingresso nella Nato qualora per farlo avessero dovuto rinunciare al territorio occupato dalla Russia. In un secondo scenario presentato agli intervistati, il 45% ha affermato che preferirebbe perdere parti del territorio attualmente occupato ma rimanere sovrano, “con il proprio esercito e la libertà di scegliere le proprie alleanze, come l’Ue e la Nato”. Solo il 26% ha affermato che preferirebbe riconquistare il territorio attualmente occupato, ma, in cambio, accettare la smilitarizzazione e diventare un Paese neutrale che non potrebbe unirsi ad alleanze come l’Ue e la Nato.

Gli europei sono divisi anche sui vantaggi dell’ammissione dell’Ucraina all’Unione Europea. Il report rileva un forte sostegno all’adesione ucraina all’Ue in Portogallo, Estonia, Svezia, Spagna e Polonia, mentre offre il dipinto di uno scetticismo diffuso in Germania, Bulgaria, Repubblica Ceca e Francia. Tra gli stessi ucraini, quasi due terzi (64%) ritengono che l’adesione all’Ue sia cruciale per il futuro del proprio Paese quanto l’adesione alla Nato.

Ivan Krastev, coautore e Presidente del Centre for Liberal Strategies di Sofia, commentando i dati del sondaggio ha affermato che “La cosa sorprendente dell’opinione pubblica nei confronti dell’Ucraina, è la sua stabilità: mentre il conflitto non si è congelato, per molti aspetti gli atteggiamenti dei cittadini sì. Il sostegno pubblico alla fornitura di munizioni all’Ucraina sta resistendo in tutta Europa, ma la maggioranza degli europei si oppone all’invio di truppe occidentali in Ucraina. L’opinione generale è che inviare armi e aiuti finanziari significa rafforzare l’Ucraina e metterla nelle migliori condizioni possibili per perseguire una conclusione negoziata di questa guerra.”

Mentre Mark Leonard, altro coautore del report e Direttore fondatore dell’Ecfr, ha aggiunto: “Il nostro nuovo sondaggio suggerisce che una delle sfide chiave per i leader occidentali sarà quella di conciliare le posizioni contrastanti tra europei e ucraini sulla fine della guerra. Mentre entrambi riconoscono la necessità di una continua fornitura militare occidentale per continuare a respingere l’aggressione russa, c’è un profondo divario su quale sia concretamente una vittoria e quale sia in realtà lo scopo del sostegno dell’Europa. Mentre gli europei ritengono che l’esito più probabile della guerra sarà un negoziato, gli ucraini non sono ancora pronti a considerare compromessi territoriali per l’adesione alla Nato, né ad impegnarsi con l’idea di ‘finlandizzazione’, con cui manterrebbero il territorio ma rinuncerebbero alle loro ambizioni Ue e Nato.”

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