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Le manovre militari di navi e velivoli della Repubblica Popolare in prossimità di territori stranieri nel Mar Cinese, violando lo spazio aereo e i confini marittimi, non sono certo una novità. I casi di Taiwan e dell’atollo filippino Second Thomas Shoal sono soltanto due degli esempi più famosi di una condotta seguita da Pechino in tutta l’area geografica menzionata poco sopra. La manovra effettuata lunedì 27 maggio nei pressi dell’isola giapponese di Okinawa sarebbe stata dunque una delle tante, se non fosse per un solo particolare: ad effettuarla è stato un drone che fino ad ora non aveva mai preso parte ad operazioni del genere.

Secondo il ministero della Difesa di Tokyo il drone militare in questione sarebbe un Wz-10 della famiglia Wing Loong-10, sviluppato dal Chengdu Aircraft Industry Group per missioni di ricognizione e attacco di precisione, ed entrato in servizio nel novembre del 2022. Secondo le (poche) informazioni disponibili il velivolo, assimilabile alla categoria di droni Hale (High Altitude Long Endurance), può operare ad altitudini che arrivano a quindicimila metri, con un’autonomia di venti ore e una velocità di 620 km/h.

Il Wz-10 avrebbe volato verso est dalla Cina, prendendo una rotta verso nord-est prima di tornare indietro lungo la stessa rotta. Nel suo viaggio, il drone sarebbe entrato nella cosiddetta “zona di identificazione della difesa aerea”, dove Tokyo cerca di identificare, localizzare e controllare gli aerei nell’interesse della sicurezza nazionale. “È la prima volta che questo velivolo è stato avvistato in una risposta di violazione dello spazio aereo da parte della Marina giapponese” si può leggere in un post su X del Japanese Joint Staff Office.

L’avvistamento del drone arriva in un momento molto particolare. Poco prima della diffusione della notizia, un portavoce del governo giapponese aveva dichiarato che le navi cinesi hanno manovrato vicino al conteso arcipelago delle Senkaku/Diaoyu nel Mar Cinese Orientale per la durata record di centocinquantotto giorni consecutivi, superando il precedente record di centocinquantasette giorni registrato nel 2021. Mentre queste notizie vengono diffuse, i rappresentanti di Tokyo, Pechino e Seoul sono impegnati in un vertice trilaterale che era stato sospeso da oltre quattro anni. Al vertice hanno partecipato il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, il premier cinese Li Qiang e il primo ministro giapponese Fumio Kishida, che hanno rilasciato una dichiarazione in cui concordano di mantenere stabili le catene di approvvigionamento e di collaborare alla de-nuclearizzazione della penisola coreana.

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