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Ufficialmente è la prosecuzione di un rapporto militare tra Washington e Il Cairo ripreso lo scorso anno, dopo il caos politico in Egitto ante 2016. Ma, nei fatti, l’esercitazione “Bright Star ’18” che si svolgerà nel Mediterraneo orientale per dieci giorni è la risposta occidentale alle tensioni militari che si stanno srotolando in un fazzoletto di acque dove gravitano due dossier assolutamente significativi: Siria e idrocarburi.

BRIGHT STAR

L’esercitazione nata nel 1980, a seguito degli accordi di Camp David firmati nel settembre 1978, prevede l’avvio dalla base militare di Mohamed Naguib, con lo scopo di fare prevenzione nei settori dell’antiterrorismo e della sicurezza regionale. Include tutti i campi (terra, aria, mare) oltre a forze speciali. Quest’anno gli americani hanno quadruplicato le forze con le quali partecipano a “Bright Star ’18”, 800 militari, rispetto ai 200 nel 2017.

Dimostra, nonostante sia stata programmata da tempo, l’aumento della tensione in quel quadrante dove l’iper attivismo turco, legato alle influenze in Siria e alla volontà di accedere al gas cipriota senza alcun appiglio legislativo, si somma alla crisi della lira di Ankara e alla scompostezza con cui Erdogan reagisce contro Nicosia e Atene (dove intanto Tsipras incassa l’assist del segretario al commercio Usa Wilbur Ross, (in foto), ospite d’onore alla Fiera Internazionale di Salonicco, dove si è appena insediato il nuovo console Usa Gregory Fleger).

È la ragione per cui, dopo gli spari contro i pescherecci greci di due settimane fa, dopo gli sconfinamenti aerei nei cieli ellenici degli F16 turchi e anche di due droni Predator, a Cipro, dove la marina turca minaccia i pescatori locali, è giunto il mega catamarano da guerra americano, USNS Carson City (T-EPF-7), il più veloce al mondo in grado di navigare a 43 nodi trasportando 300 militari e vari mezzi militari. È il secondo scalo della Carson a Cipro, dopo quello dello scorso gennaio.

Intanto si moltiplicano gli episodi singolari nell’Egeo. Secondo fonti militari sarebbero almeno una decina i pescherecci-spia individuati in Grecia dai droni di stanza nella base aerea di Larissa.

Ieri sull’isola di Evia, nella Grecia centrale, si è spiaggiato un mercantile turco apparentemente senza spiegazione.

SCENARI

L’attenzione dell’esercitazione Bright Star ’18 quest’anno sarà focalizzata sulla sicurezza, sulla cooperazione regionale e sulla promozione dell’interoperabilità negli scenari di guerra irregolare. La partecipazione di cinque soggetti ha lo scopo di intrecciare ulteriormemte le relazioni militari tra le forze statunitensi ed egiziane nell’area dove sta prendendo corpo una nuova fase della geopolitica legata al dossier idrocarburi. L’Egitto infatti, a seguito della stabilizzazione istituzionale con l’ascesa al potere del generale Al Sisi, è diventato un primario player per gas e petrolio.

Vi operano due terminali di liquefazione costruiti lungo la costa settentrionale, che tra l’altro hanno permesso di realizzare il recente accordo da 15 miliardi di dollari siglato lo scorso febbraio con gli esportatori israeliani di gas e la società egiziana Dolphinus, che permetterà a Tel Aviv di utilizzare gli impianti di liquefazione egiziani. In questo modo vi sarebbe presto uno sbocco per il giacimento di gas Leviathan offshore di Israele.

Lì opera Apache, il colosso statunitense (partecipato anche dai cinesi) che un mese fa ha firmato un accordo da 9 miliardi di dollari con il ministero del petrolio egiziano per esplorare e produrre petrolio e gas nel deserto occidentale del Paese.

PARTNERSHIP

Secondo l’incaricato d’affari dell’Ambasciata americana al Cairo, Thomas Goldberger, l’esercitazione Bright Star ’18 rappresenta “il simbolo della lunga relazione strategica tra l’esercito americano e le forze armate egiziane e uno dei tanti modi con cui abbiamo collaborato con l’Egitto per affrontare le minacce alla sicurezza regionale. Attendiamo con impazienza il continuo rafforzamento delle relazioni attraverso questo impegno militare”.

RISPOSTA

La composizione sinoticca dell’esercitazione Bright Star ’18 può essere letta come la risposta alle manovre russe nel Mediterraneo orientale, che hanno prodotto la mega esercitazione con 25 navi da guerra anche al fine di offrire supporto ad Assad nell’offensiva finale su Idlib, oltre che inviare un messaggio chiaro, ai ribelli e a Washington, prima del vertice di oggi tra Russia, Turchia e Iran.

Così come tra l’altro ha osservato da queste colonne l’ex comandante del Comando operativo di vertice interforze (Coi), il generale Marco Bertolini (“Ci sarebbe da aspettarselo, quello che temo è il fatto che a questo show of force in mare possa corrispondere un intervento a terra degli americani, magari dichiarandolo come la risposta a un uso illegale della forza. Finché le navi navigano non mi preoccupo; il problema arriva quando si fermano e lanciano una bordata di missili”).

Ma nelle ultime settimane c’è chi ha ipotizzato che Bright Star ’18 possa essere anche il grande ombrello utile ad inaugurare un altro tipo di azione, legata alla nuova guerra tecnologica che si gioca sull’asse Washington-Mosca, dopo che una compagnia russa ha costruito un elmetto capace di rendere invisibili mezzi e soldati agli occhi del nemico.

Una tecnologia rivoluzionaria, che è stata già applicata a campioni di prova al fine di camuffare truppe e mezzi. Il copyright è di Rostec, una delle maggiori compagnie di difesa della Russia.

twitter@FDepalo

 

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