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L’accelerazione impressa dall’Eni alle nuove scoperte energetiche in Costa d’Avorio conferma il peso specifico del Paese africano in costante crescita su scala macro regionale e dimostra l’assoluto valore di politiche dedicate all’intero continente. In questo modo la Costa d’Avorio diventa de facto una potenza nel settore del petrolio e del gas dell’Africa occidentale.

Qui Costa d’Avorio

60.000 barili di petrolio al giorno e 2 milioni di metri cubi: questo il risultato della fase 2 della produzione di petrolio e gas nel giacimento offshore di Balaine, che mette in evidenza anche il ruolo della Costa d’Avorio all’interno dello scenario energetico mondiale. Eni in questo modo avrà due bocche di fuoco: da un lato l’unità galleggiante di produzione, stoccaggio e scarico (FPSO) Petrojarl Kong e dall’altro l’unità galleggiante di stoccaggio e scarico (FSO) Yamoussoukro per l’esportazione di petrolio. Il gas lavorato invece soddisferà la domanda di energia locale attraverso il collegamento con il gasdotto. Il gruppo guidato da Claudio Descalzi è presente in Costa d’Avorio da nove anni con la controllata Agip Cote d’Ivoire, in virtù di una produzione giornaliera di circa 22.000 barili, operando in dieci blocchi nelle acque profonde ivoriane in tandem con Petroci Holding.

Baleine

Si tratta del primo progetto Upstream a zero emissioni in Africa, che il cane a sei zampe ha messo in piedi utilizzando nuove tecnologie che rendono al minimo l’impatto carbonico delle operazioni, preferendo soluzioni più innovative, tra cui spicca l’utilizzo di fornelli migliorati realizzati in loco. Il vantaggio consiste nel dare la possibilità di utilizzo a migliaia di persone in condizioni di vulnerabilità, al pari dell’azione di ripristino di 14 foreste. Ma non è tutto, perché l’azione di Eni si caratterizza in Costa d’Avorio per la costante azione di formazione professionale, educazione, salute e diversificazione economica. I tempi sono stati davvero record, dal momento che dopo appena 12 mesi in cantiere le unità rinnovate sono state ancorate a circa 50km dalla costa, affiancando la Fpso Baleine, operativa dall’agosto dello scorso anno. Scoperto nel 2021, il giacimento Baleine in soli tre anni ha mostrato tutto il suo potenziale consentendo così al paese di aumentare le sue riserve di petrolio e gas.

Scenari

La Costa d’Avorio sta emergendo con costanza come nuovo player alla voce petrolio e gas grazie a tre fattori: un solido quadro normativo che colma il caos del passato, precise condizioni fiscali vantaggiose per i soggetti esterni che vi operano, una serie di partenariati innovativi che sono stati promossi con lungimiranza. In questo modo le principali società energetiche del mondo, con Eni in prima fila, hanno scelto la Costa d’Avorio per la produzione e l’esplorazione di energia. Il colosso italiano non si è fermato a Baleine e la scorsa primavera ha effettuato un’altra scoperta rilevante nel giacimento di Calao: potenzialmente potrebbe contenere 1,5 miliardi di barili di petrolio. Si prevede che questa scoperta genererà entrate significative e creerà 8.000 posti di lavoro. La Costa d’Avorio prevede di iniziare l’esplorazione del giacimento di Calao entro il 2026.

Piano Mattei

Non solo energia: la Costa d’Avorio è una delle aree attenzionate dal Piano Mattei. È dello scorso novembre il primo bando dedicato ai nove Paesi pilota in cui intervenire promuovendo un modello virtuoso di collaborazione, sia tra settore pubblico e privato a livello nazionale. L’Istruzione e la Tutela dei minori sono i due settori a cui guarderà il progetto del governo italiano grazie ad una dotazione finanziaria complessiva di 30 milioni di euro. Il primo bando sosterrà il sistema scolastico, affrontando i problemi principali che impattano sull’acquisizione delle competenze degli studenti. In secondo luogo sarà dato spazio alle attività di supporto alle autorità locali nella gestione dell’anagrafe/stato civile, uno strumento essenziale per la promozione dei diritti sociali e per consentire alle autorità pubbliche di gestire la popolazione.

Eni in Costa d'Avorio, così il progetto Baleine cambia lo scenario

Il colosso italiano non si è fermato a Baleine e la scorsa primavera ha effettuato un’altra scoperta rilevante nel giacimento di Calao: potenzialmente potrebbe contenere 1,5 miliardi di barili di petrolio. Si prevede che questa scoperta genererà entrate significative e creerà 8.000 posti di lavoro. La Costa d’Avorio prevede di iniziare l’esplorazione del giacimento entro il 2026

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