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L’Amministrazione Trump ha un feeling speciale per l’Italia. Prova ne è la grande presenza di italoamericani nel suo staff, ai livelli più alti. Quale occasione migliore del nostro National Day per celebrare questa amicizia speciale? Per il secondo anno consecutivo, la Casa Bianca ha ospitato l’evento di festeggiamento della Repubblica italiana. Quest’anno poi il ricevimento è stato organizzato in grande stile e con una partecipazione ancora più ampia.

Ospite d’onore non poteva non essere Mike Pompeo, proudly Italian-American già membro del caucus Niaf, capo della Cia e ora segretario di Stato. Di origine abruzzese, il ministro degli esteri Usa ha detto di apprezzare la capacità di lavorare duro e l’integrità degli italo-americani. Proprio il suo legame con le origini tricolori, lo rende un riferimento quanto mai prezioso anche per la nostra diplomazia.

Pompeo è infatti uno degli uomini più influenti ed apprezzati dell’Amministrazione Trump. Dopo i successi ottenuti al vertice della più nota agenzia di intelligence al mondo, ora può vantare il merito dei negoziati con il Nord Corea ma anche, in forma più discreta, con la stessa Russia.

Un link quindi significativo e valorizzato dall’azione della nostra rappresentanza a Washington DC. “Voi siete un grande motore”, ha detto nel suo intervento l’ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Armando Varricchio, riferendosi agli italo-americani presenti alla cerimonia. “Siete ciò che ci rende orgogliosi della nostra storia e del nostro patrimonio”, ha continuato Varricchio, sottolineando come Italia e Stati Uniti abbiano “stessi valori e ideali”, messi “al centro della nostra amicizia duratura e della nostra alleanza”.

Sul palco allestito all’Eisenhower Executive Office Building sfilano ospiti di rilievo. Oltre a Pompeo, Rudy Giuliani, l’ex sindaco della tolleranza zero a New York e ora consigliere di Trump: essere italo-americani significa essere “una famiglia”, dice il nuovo acquisto del team legale che sta curando la figura del presidente nel Russiagate. Intervento anche di Kellyanne Conway, altra figura nevralgica del trumpismo e riferimento centrale della Casa Bianca: la consigliere del presidente (nominata per gestire la crisi degli opioidi, piaga moderna americana) ricorda i suoi nonni, calabresi e siciliani, “sono venuti qui perché volevano una vita migliore. E tutti voi qui in questa stanza siete la loro vita migliore… voi sei la vita migliore a cui aspiravano”.

Crocevia del rapporto fra Italia ed i vertici italoamericani dell’Amministrazione è naturalmente la Niaf, i cui vertici – il presidente Gabe Batista e la vice Anita McBride – sono stati co-protagonisti del “2 giugno” americano. Proprio da loro ci si aspetta un contributo ulteriore per avvicinare le due sponde dell’Atlantico in un momento storico non facile. L’esecutivo giallo-verde nel suo documento politico-programmatico non ha dedicato troppo spazio alle relazioni internazionali, ha riaffermato il ruolo italiano nel processo occidentale, ma con una pendenza verso Mosca, considerata un partner con cui affrontare insieme dossier che finora invece l’Italia ha condiviso, per visioni e posizioni, più che altro con Washington.

La vittoria dei cosiddetti populisti non poteva arrivare in un momento peggiore per l’Europa; la Spagna, la Brexit, la crisi di potere tedesca, la Polonia e l’Ungheria dove la democrazia arretra, Parigi assertiva ma sola, lo scontro commerciale con gli Stati Uniti legato ai dazi. Per non dire del forte vento che, in Italia e non solo, spira nella direzione del Cremlino.

Nella tempesta geopolitica fra Europa e Usa, l’Italia può approfittare della grande popolarità di cui gode negli Stati Uniti e in particolare presso questa Amministrazione. I ministri degli Esteri e della Difesa del nuovo governo possono rilanciare la storica alleanza riempendola di nuovi contenuti. L’eccellente lavoro della nostra ambasciata, la capacità relazionale della Niaf, i diversi ponti aperti e rafforzati nel rapporto bilaterale, indicano una opportunità straordinaria. Non coglierla sarebbe come sbagliare un calcio di rigore a porta vuota.

(Foto: Twitter, @ItalyinUS, l’ambasciatore Varricchio e Mike Pompeo)

La Casa Bianca festeggia il 2 giugno. Con il segretario Pompeo

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