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Lo scrutinio delle schede elettorali per le elezioni del Consiglio regionale della Valle d’Aosta di domenica 20 maggio si svolgerà in modo centralizzato, cioè in quattro sedi dove i voti espressi affluiranno dai 151 seggi, distribuiti in 74 comuni, in gran parte di montagna.

Lo spoglio centralizzato è stato votato dal Consiglio regionale il 21 giugno 2017, e la legge regionale è stata pubblicata il 17 ottobre seguente. La decisione ha un significato politico, anche per il momento in cui è stata approvata. Pur votata quasi all’unanimità (dei 35 consiglieri si erano astenuti i due M5S), la legge nasceva dalle forze politiche autonomiste o scissioniste dall’Union Valdôtaine, proprio quelle che il 10 marzo precedente avevano fatto cadere il governo guidato dal leader unionista Augusto Rollandin.

Come figura più prominente della Valle, e più volte presidente della Regione, Rollandin aveva raggiunto un numero proporzionalmente altissimo di preferenze anche solo nelle precedenti elezioni del 2013: 10.872 cioè più del 10% del totale dei votanti, più del 15% dei voti validi e il 45% dei voti espressi dalla sua lista. Nel 2008, con l’Uv al 44,39%, Rollandin aveva addirittura ottenuto quasi 14mila preferenze. La questione riguardava l’insieme del meccanismo, cioè il leader e le cordate che avrebbero prodotto la classe dirigente politica seduta in Consiglio regionale.

Le tre preferenze davano modo a candidati più forti di fare squadra con candidati meno noti, coinvolgendo quelli delle valli laterali. In un contesto virtuoso, in luogo fatto di comunità sparse e in montagna, valorizzare reciprocamente i voti raccolti è percepito come legame di rappresentanza, come possibilità di essere eletti anche se originari di piccole comunità, e per le relazioni tra montagna e fondovalle.

Invece, in un contesto meno virtuoso, in seggi piccoli, in paesini in cui tutti si conoscono ma anche in zone di fondovalle dove è più marcata l’immigrazione recente, il controllo del voto è possibile e relativamente facile. La Commissione antimafia aveva posto il problema del voto di scambio nella sua visita ad Aosta del 19 ottobre 2017 e un caso che fece all’inizio scalpore era stato rilevato dai carabinieri nel 2014 con un’intercettazione telefonica, anche se poi non fu sanzionato.

Così si sono conservate le tre preferenze (ma su questo un consigliere della sinistra in Consiglio, Andrea Padovani, aveva comunque votato contro) e si è messo in piedi lo scrutinio centralizzato, che si svolgerà lunedì 21 maggio. L’Union Valdôtaine aveva prudentemente votato a favore, sollevando solo dubbi tecnici, sul trasporto delle schede o sui rischi di complicazioni nei conteggi, poi ripresi dai media.

Lo scrutinio centralizzato è una pratica consolidata per esempio nel Regno Unito e nella stessa “autonoma e sorella” Scozia, che per esempio utilizza 32 centri di conteggio da 70mila schede circa ognuna. In Valle d’Aosta sono stati più prudenti: saranno utilizzati quattro centri di scrutinio (Aosta, alta, bassa e media Valle), da 20 – 22 mila schede ognuna. È stato anche organizzato un servizio per il trasporto delle schede votate – che avverrà dopo la chiusura dei seggi, domenica sera, rafforzato dall’accompagnamento di polizia, carabinieri e corpo forestale.

valle

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