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Lo chiamano già il “Patto delle Botteghe Oscure”. La sfida sovranista all’Ue nasce con il lancio da parte di Matteo Salvini e Marine Le Pen del Fronte della Libertà, proprio lì, a pochi metri da dove sorgeva la storica sede del Pci. Il nome (non sappiamo se è definitivo) di per sé è già un manifesto politico: sarà un fronte, ovvero andrà allo scontro l’ “Ue dei burocrati”, ma non manca un richiamo alla”Libertà” tanto cara ai partiti popolari europei e ricorrente nella storia politica di Silvio Berlusconi. Perché, volenti o nolenti, i sovranisti dovranno trovare un dialogo con il Ppe, altrimenti la maggioranza al Parlamento Europeo rimane una chimera (e di conseguenza l’elezione dei vertici Ue). Come? Barbara Saltamartini, presidente della Commissione Attività Produttive della Camera in quota Lega, ha un piano. Chi meglio di lei, che nella sua lunga esperienza politica ha attraversato l’arco dell’attuale coalizione di centrodestra (da An alla Lega, passando per il Pdl e Ncd) può individuare un terreno comune di confronto per fare blocco a Strasburgo? Basta spostare i baricentri, e il gioco è fatto. “Ricordo che nel Ppe ci sono ancora Orban, Kurtz, Seehofer” – spiega in questa intervista a Formiche.net –  La speranza è che possa prevalere la loro sensibilità economica e culturale, e non quella della Merkel”.

Con il “patto delle Botteghe Oscure” Salvini e Le Pen hanno lanciato il Fronte della Libertà per cambiare l’Ue. Lei ci crede?

Lo scenario che abbiamo di fronte può mettere fine al blocco Ppe-Pse creando una nuova maggioranza sovranista che ci permetterà di determinare i nuovi equilibri all’interno della futura Commissione Ue, e possibilmente un cambio di paradigma sulle politiche economiche.

Ci spiega meglio di cosa si tratta?

Il Fronte della Libertà, Le Pen e Salvini lo hanno spiegato bene, non è nato solo per il voto di maggio. È il frutto di un lavoro che va avanti da anni e vuole stravolgere le politiche che hanno trasformato una Comunità Europea in una Commissione Europea, un insieme di burocrati non eletti cui sono stati ceduti pezzi di sovranità nazionale.

Marine Le Pen ha messo in panchina Steve Bannon. The Movement è solo una fondazione, il polo sovranista decide da solo. È d’accordo?

Bannon è un interlocutore utile, dalla mentalità aperta, protagonista assoluto della campagna elettorale di Trump e di battaglie che condivido. Detto questo Salvini e Le Pen non hanno bisogno di un Bannon che individui strategie o iniziative, hanno già le idee molto chiare: vogliono un’Europa contro il mondialismo e a favore di un recupero delle identità nazionali.

Cosa non va in questa Ue?

Questa Europa vuole trasformarci tutti in un grande centro commerciale: su agricoltura, sanità, lavoro, pensioni devono decidere i Paesi sovrani, che conoscono le specificità del territorio e della cittadinanza. Sono convinta che questo cambio di passo culturale, noi la chiamiamo “Rivoluzione del buonsenso”, avrà successo in Europa, e non solo. Ne sono una prova le elezioni in Brasile.

E i popolari? Un’alleanza con il Ppe è esclusa a priori?

Ricordo che nel Ppe ci sono ancora Orban, Kurtz, Seehofer. La speranza è che possa prevalere la loro sensibilità economica e culturale, e non quella della Merkel. Le politiche di austerity e delle agenzie di rating hanno reso l’Europa più povera. Recuperando la missione originaria dei padri costituenti possiamo ridare un futuro all’Europa.

Però c’è una questione di numeri. Senza un accordo con il Ppe la maggioranza non c’è…

Non ho la sfera di cristallo. Vedremo quali saranno i numeri in Parlamento, sono convinta che il Fronte della Libertà avrà cifre molto diverse dalla somma dei singoli partiti. Come ho detto, ritengo che anche all’interno del Ppe possa avere la meglio una maggioranza affine alle idee delineate oggi da Salvini e Le Pen. Le elezioni in Baviera saranno un test importante in questa direzione.

I numeri servono per decidere le cariche apicali dell’Ue. Il Ppe per la Commissione ha scelto Manfred Weber. Voi chi proporrete?

Ci si confronterà partendo dai numeri e dalle proposte. Spero ci sia una decisione unanime per la nostra parte politica.

Con la fuoriuscita di Mario Draghi dalla Bce rimangono solo Tajani e Mogherini a ricoprire ruoli di peso in Ue. È sufficiente per far valere gli interessi dello Stivale?

Per far valere gli interessi italiani in Europa non basta una persona, serve una forte volontà politica e i numeri per sostenerla. Io sono convinta che saranno a favore del Fronte della Libertà, e mi auguro che ci sia chi riuscirà a rappresentare gli interessi dell’Italia senza per forza seguire alla lettera quanto ci viene dettato dalla Germania. Chi difenda il nostro Made in Italy e i nostri posti di lavoro, continuamente minacciati dai burocrati asserragliati nei palazzi di Bruxelles.

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