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Cinque anni fa era stato un faldone di 450 pagine finito nelle mani dell’allora leader laburista Jeremy Corbyn, convinto che fosse la dimostrazione del fatto che il governo conservatore di Boris Johnson volesse fare spazio agli interessi privati americani nel sistema sanitario britannico, ad accendere il dibattito nel Regno Unito sulle interferenze russe. Inizialmente i documenti, di cui nessuno aveva negato l’autenticità, erano apparsi sul social network Reddit, che aveva poi ipotizzato che a farli filtrare potesse essere stata “una campagna individuata come proveniente dalla Russia”, tanto da chiudere oltre 60 account sospetti.

Cinque anni e due primi ministri – Liz Truss e Rishi Sunak – dopo, si parla ancora di rischi di interferenze russe nel voto britannico fissato il 4 luglio. La vittoria dei laburisti, guidati da Keir Starmer e decisi a tornare al governo dopo 14 anni, non sembra in discussione. Ma sarebbe un errore – l’errore – pensare sia che un risultato pressoché certo escluda tentativi di interferenza esterna sia che sia che l’obiettivo di questi sforzi sia di cambiare l’esito e non destabilizzare la società.

L’attenzione è alta. Nei giorni scorsi il comitato parlamentare sulla Sicurezza nazionale ha scritto scrive al governo citando i tanti rapporti sulle attività ostili in occasione delle ultime elezioni, compreso il referendum sulla Brexit. I timori riguardano proprio le divisioni della società che potrebbero essere cavalcate da Stati come la Russia.

Ma anche gli altri Stati osservano. Come gli Stati Uniti, che andranno alle urne a novembre, dopo diverse tornate elettorali in molte parti del mondo, tra cui il Regno Unito e l’Unione europea (che ha dovuto far fronte alla disinformazione russa, come documentato ieri da un rapporto del Servizio europea per l’azione esterna).

La comunità di intelligence degli Stati Uniti “non ha visto molte attività” legate alle interferenze russe nelle elezioni generali britanniche, ha dichiarato martedì Mark Warner, senatore democratico e presidente della commissione Intelligence del Senato. Ha spiegato di aver “monitorato da vicino” le elezioni britanniche, “il prossimo grande test della situazione” in termini di integrità democratica. “Alla Russia non piace il fatto che il Regno Unito sia stato così forte in termini di difesa dell’Ucraina”, ha continuato aggiungendo che il presidente russo Vladimir Putin vorrebbe “fiaccare la determinazione dei britannici o degli americani nel sostenere l’Ucraina”. Warner ha avvertito che il Cremlino è impegnato a minare le democrazie a livello globale attraverso i suoi proxy. “È probabile che, come abbiamo visto in passato, questa attività aumenti drasticamente quanto più ci si avvicina alle elezioni”, ha aggiunto.

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