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Il Teatro dell’Opera di Roma è appena tornato da una trionfale tournée in Giappone di cui ha parlato la stampa nipponica ed italiana. Ci sono file alla biglietteria per la campagna abbonamenti. Nelle ultime tre stagioni le vendite in biglietteria sono aumentate, complessivamente, di circa il 60%. Il tasso di riempimento medio si aggira sul 90%. Grazie a varie facilitazioni per i giovani (e per gli anziani), il pubblico è cambiato: è molto più numeroso il numero di giovani che frequentano il teatro quasi abitualmente. Il programma è vario e tale da interessare sia il pubblico che ama gli spettacoli tradizionali che quelli innovatori.

In effetti, ci sono tre ‘stagioni’: una di opera (con undici titoli tra nuovi allestimenti, riprese e repertorio), una di balletti (cinque titoli),una estiva alle Terme di Caracalla (tre titoli: un nuovo allestimento e due riprese, nonché ‘extra’ ossia concerti spesso di musica contemporanea e pure rock e pop).

Per il momento ci concentriamo sulla stagione lirica. Si apre il 2 dicembre con un opera popolare, a differenza delle ultime stagioni quando per l’inaugurazione si sono scelte opera poco note (anche in prima assoluta a Roma) e regie fortemente innovative. Si tratta del verdiano Rigoletto , di cui sono programmate nove recite. La produzione –si dice –è stata fortemente voluta da Daniele Gatti , che la concerterà La regia è di Daniele Abbado e grandi voci come Ismael Jordi, Roberto Frontali e Lisette Oropesa nei ruoli principale. E’spettacolo che potrebbe entrare in ‘repertorio’, ossia essere riproposto ogni anno per un certo numero di repliche.

Questo è il caso dei due titoli successivi: Tosca di Puccini , con le scene ed i costumi della prima assoluta nel medesimo teatro il 14 gennaio 1900, (dodici repliche distribuite tra dicembre 2018 e giugno 2019) e La Traviata di Verdi nella edizione con la regia di Sofia Coppola , le scene di Nahan Crawley ed i costumi di Valentino (13 repliche in gennaio). L’alto numero delle repliche non deve fuorviare : sono spettacoli portati in tournée in tutto il mondo e popolarissimi (ci sono gruppi stranieri che vengono a Roma per vederli o rivederli). L’anno scorso hanno spesso segnato il ‘tutto esaurito’; se non li è visti, e si vuole, vederli ed ascoltarli, è utile muoversi per tempo.

Dopo diversi anni – non lo si vede a Roma dal 1979 quando trionfò Katia Ricciarelli- torna a Roma Anna Bolena di Donizetti , un vero e proprio capolavoro del ‘belcanto’ dove si confronteranno nei due ruoli principali Maria Agresta e Carmela Remigio. Concerta Riccardo Frizza. La regia è di Andrea De Rosa, uno degli astri emergenti del teatro in musica . Dal ‘bel canto’ si passa al classico con Orfeo ed Euridice di Cluck (versione di Vienna, quindi in italiano, raramente eseguita in Italia dove è più rappresentata l’edizione francese con numerosi balletti). É una grande coproduzione internazionale, con la regia di Robert Carsen, realizzata con la Canadian Opera Company, il teatro di Versailles ed il Théȃtre des Champs Elysèes di Parigi. Un piatto davvero prelibato che i buongustai non dovrebbe perdere. Anche perché non andrà altrove in Italia.

Altra leccornia è L’Angelo di Fuoco di Prokof’ev per la prima volta a Roma in forma scenica ; ne ricordo una versioni in forma di concerto presso l’Accedemia Nazionale di Santa Cecilia portata in tournée dai complessi del Marinsky di San Pietroburgo alla fine degli Anni Ottanta ed una alla Scala circa dieci anni dopo. La regia di Emma Dante e la concertazione di Alejo Pérez promettono uno spettacolo allucinato ed allucinante,

Tra Orfeo e L’Angelo di Fuoco, un momento di relax con La Vedova Allegra di Lehàr coprodotta con il Teatro La Fenice dove questa versione’moderna’ (regia di Michieletto) ha trionfato l’anno scorso. Una ripresa: La Cenerentola di Rossini con la regia di Emma Dante che tanto successo ebbe nel 2016, in occasione del bicentenario della prima al romano Teatro Valle..

E per concludere, prima di una vera sorpresa, due opere di Mozart: Don Giovanni con la regia di Graham Vick, che alcuni anni fa produsse una versione dell’opera molto discussa (a ragione del sesso e della violenza) per una dozzina di ‘teatri di tradizione’ (circuito lombardo,Jesi ed altri) eIdomeneo Re di Creta, che torna a Roma dopo quasi quarant’anni in una coproduzione internazionale con il Teatro Real di Madrid la Canadian Opera Company d Toronto. Regia di Carsen. Mariotti sul podio.

La sorpresa è Un Romano a Marte di Vittorio Montalti che vinse il concorso (indetto dal Teatro dell’Opera) nel 2013-2014 e che sono ora viene messo in scena. Non proprio una sorpresa ma una novità è il ritorno della verdiana Aida , dopo tanti anni di assenza, alle Terme di Caracalla in un nuovo allestimento curato da Hugo De Ana.

Il menu, quindi, è vasto e ce ne è per tutti i gusti.

Foto: Silvia Lelli

Cosa vedere all'Opera di Roma nella prossima stagione

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