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Nuova strage utilizzando un veicolo. Stavolta però, dopo alcune ore in cui sembrava possibile la matrice jihadista, è stato accertato che l’attentatore è un cittadino tedesco di 49 anni malato di mente. A Münster, in Germania, un furgone ha travolto la folla provocando 2 morti e 20 feriti, di cui 6 molto gravi. L’attacco è stato compiuto nel centro storico della città universitaria di 300mila abitanti a meno di 70 chilometri a nord di Dortmund, nel Nord Reno Westfalia. L’attentatore si è suicidato mentre la polizia ha perquisito la sua abitazione. Un attentato simile era stato compiuto in Germania il 19 dicembre 2016, come si ricorderà, quando un camion aveva colpito a tutta velocità il mercatino natalizio di Berlino: l’attentatore, Anis Amri, fu poi ucciso il 23 dicembre successivo a Sesto San Giovanni da una pattuglia di polizia. Gravissimi attentati utilizzando mezzi pesanti sono avvenuti il 14 luglio 2016 sul lungomare di Nizza, con 86 morti e oltre 450 feriti, e il 7 aprile 2017 (esattamente un anno fa) a Stoccolma, con 4 morti e 15 feriti.

Se dunque stavolta non siamo di fronte a un lupo solitario, l’elemento che spicca è l’effetto emulazione: con il passare delle ore, infatti, sono emerse conferme sui precedenti del guidatore del furgone che dal 2014 al 2016 sarebbe stato in cura per problemi psichici e che a quanto pare ha deciso di imitare la tecnica che gli ideologi dell’Isis diffondono per sollecitare attacchi in Occidente. Il 28 marzo, in una delle numerose operazioni dell’Antiterrorismo italiano delle scorse settimane, fu arrestato l’italo marocchino Elmahdi Halili che s’informava su come organizzare un attentato utilizzando autoveicoli o camion piuttosto che un coltello leggendo la rivista online Rumiyah. Intenzioni che potevano essere messe in pratica in ogni momento tanto che “abbiamo dovuto agire immediatamente per eliminare questa minaccia” come disse il questore di Torino, Francesco Messina. Halili aveva rilanciato i video in cui il portavoce dell’Isis al Adnani due mesi prima della strage di Nizza aveva invitato a usare ogni mezzo, a cominciare dai veicoli, contro “i crociati”.

A Münster è stato preso di mira il ristorante Kiepenkerl, nel centro storico affollato in una giornata primaverile. Avevamo sottolineato che si sarebbe dovuto discutere della decisione dell’uomo di togliersi la vita prima di essere individuato dalla polizia, visto che un jihadista agisce già pronto a morire e che l’obiettivo è quello di causare il maggior numero di vittime. Per un terrorista, dunque, sarebbe stato più logico fuggire (come fece Amri da Berlino), magari per preparare un nuovo attentato in futuro, o causare altri morti visto che aveva con sé una pistola. Nel frattempo la prevenzione resta massima in Italia, come dimostra l’individuazione del quindicenne italo algerino di Udine attivissimo sul web e fermato dall’Antiterrorismo e dalla Polizia postale e che ora seguirà un percorso di deradicalizzazione. Si sa da sempre, però, che il lupo solitario che esce di casa e cerca un camion da rubare è il più difficile da bloccare.

Terrore a Münster. L’incubo dei lupi solitari torna in Europa, ma si trattarebbe di emulazione

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