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Matteo Salvini uber alles? Nel giorno in cui anche l’altra anima del governo gialloverde, quella grillina, sposa la linea del rispetto delle regole di bilancio in chiave anti-spread, dettata dallo stesso vicepremier tre giorni fa, viene da chiedersi se il peso specifico di Salvini all’interno della compagine governativa sia sensibilmente aumentato.

In altre parole se il leader della Lega e ministro dell’Interno sia davvero quell’uomo forte capace di condizionare l’orientamento di un esecutivo, premier Conte incluso e persino di far calare lo spread (oggi a 253 punti base). Quel play maker, per usare una metafora cara al basket, che funge da centro di gravità permanente.

Domanda girata direttamente ad Edoardo Narduzzi, imprenditore, saggista ed esperto di tecnologia e finanza, raggiunto per l’occasione da Formiche.net durante una trasferta inglese. “Indubbiamente Salvini è l’attuale play maker, anzi direi king maker del governo, è fin troppo evidente”, premette Narduzzi.

“Il momento politico del vicepremier è in crescita e questo è un primo aspetto. Ma quello che è ancora più importante e si è rivelato essere un fattore decisivo è che Salvini al momento è l’uomo più temuto dalle cancellerie europee. E questo non solo per il ruolo che ricopre all’interno del governo, per il suo consenso in ascesa, per il fatto di detenere la maggioranza del centrodestra e anche per le dimensioni del suo elettorato. Ma anche perché ritrovarsi un Salvini premier renderebbe ancora più difficile il dialogo con Bruxelles”, ragiona Narduzzi.

“Quello che voglio dire è che il ritorno nei binari di Salvini è esattamente la notizia che i mercati stavano aspettando. E infatti da lunedì lo spread ha inziato a scendere. E questo per un motivo molto semplice. Lui teorizzava uno sfondamento del tetto del deficit al 3%, se lo avesse fatto l’Europa avrebbe aperto una procedura di infrazione, col risultato di dargli la possibilità di costruirci sopra una nuova campagna elettorale e vincere le elezioni. Uno scenario che in questo modo l’Europa per sua fortuna ha scongiurato”.

Secondo l’impenditore e saggista, a monte della scelta di Salvini c’è anche una profonda consapevolezza. “Del fatto che la base elettorale della Lega non è assistita, sta sul mercato, vende esporta, e per questo ha tutto l’interesse che lo spread rimanga sotto controllo. Se salisse a 350 sarebbe un bel problema. Inoltre ricordiamoci che la Lombardia e il Veneto sono ricche come la Baviera e non accetterebbero mai, per esempio, l’arrivo della Troika, qualora l’Italia finisse sull’orlo del burrone come la Grecia. In altre parole non potrebbero tollerare che salti il banco”.

Narduzzi ne ha anche per l’odierno ritorno del sereno tra Confindustria e il governo (qui l’intervista al dg Marcella Panucci). “Gli Industriali devono aver preso atto di una cosa: che non c’è una vera alternativa a questo tipo di governo e che forse, alla fine, ci si può anche trattare, convivere. In un certo senso è come se avessero voluto dire al’esecutivo questo ‘se non spaccate tutto possiamo anche essere con voi'”.

Infine la manovra. “La flat tax? Non penso la faranno subito, secondo me ne inseriranno un embrione in manovra per poi definirla nel 2019-2020. Più verosimile prevedere il reddito di cittadinanza, perché i soldi si possono prendere già dal bilancio, per esempio partendo dalle detrazioni”.

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