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Lo scambio di accuse è stato piuttosto acceso. La tragedia del Ponte Morandi a Genova, crollato il 14 agosto scorso, ha infiammato il dibattito sulle concessioni autostradali in Italia. Il governo in carica ha accusato il Partito democratico di aver voluto una legge che favorisse la famiglia Benetton, ma Alessia Morani, vice presidente vicario del gruppo Pd alla Camera ha postato il video della votazione della legge stessa che sconfessa la tesi.

È vero che la concessione ad Autostrade fu allungata dal governo Prodi, ma tale concessione era vincolata a rigorose verifiche periodiche. Il pomo della discordia quindi non è tanto la conferma alla concessionaria, ma il fatto che con la legge del 2008 viene tolto l’obbligo delle verifiche, come ricorda Agi menzionando l’indagine sull’iter parlamentare del decreto svolta da Openpolis.

All’epoca, e stiamo parlando del maggio 2008, era parlamentare anche Andrea Sarubbi, deputato Pd, che in una serie di tweet ricostruisce come ufficialmente si svolse la votazione in Parlamento, con tanto di stralci di dichiarazioni di coloro che, sempre all’epoca, intervennero per dichiararsi contrari alla legge emanata.

vietti Il giornalista riporta la dichiarazione di Michele Vietti, allora vice capogruppo del Pd, che asserì che la norma, pur invocando la legge comunitaria, nascondeva un evidente strumento per rafforzare e “ingessare le condizioni di monopolio” nel settore autostradale.

Antonello Soro era capogruppo del Pd e anche egli si schierò contro la norma, definendola “orribile” e sentenziando: “Sono contenuti pesanti, che fanno ricchi, ricchissimi, pochi privilegiati, e pesano e peseranno ancor di più in futuro sulle tasche di tutti gli italiani”. In riferimento probabilmente al fatto che la norma prevedeva e prevede il riconoscimento di aumenti tariffari annuali indipendentemente dalla valutazione sulla qualità del servizio e la realizzazione degli investimenti. soro

Anche Antonio Di Pietro fu tra coloro che criticarono aspramente la concessione come si evince non solo da parte del suo discorso in Aula, ma anche dal fatto che soprannominò la norma “pedaggio selvaggio”. Di Pietro nel 2008 era capogruppo Idv e fino alla Legislatura precedente aveva ricoperto il ruolo di ministro delle Infrastrutture.

di pietroMa Sarubbi oltre a menzionare chi era contrario riporta anche l’intervento del vicecapogruppo vicario della Lega Nord alla Camera dei deputati di allora, Luciano Dussin. Il leghista si diceva favorevole al decreto perché avrebbero promosso un’indagine conoscitiva sul passato e sull’applicazione futura delle norme e che comunque era da “ricordare che è da decenni che in questo Paese le concessionarie chiedono a mani giunte alla politica di poter investire in qualcosa” con relativi applausi di deputati di Lega Nord Padania e Popolo delle Libertà. dussin

Quell’entusiasmo ha lasciato spazio oggi ad una rimozione selettiva della memoria. I resoconti parlamentari restituiscono uno squarcio di verità. Troppo poco, forse, in tempi di turbo comunicazione non estranea alla logica delle fake news. Sufficiente però a svelare come sotto la propaganda a volte non c’è nulla oppure il contrario di quello che si dice.

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