Sconfitti ma centrali. Il destino cinico e baro sembra voler affliggere il Partito democratico che dal giorno dopo le elezioni fa fatica a ritrovare la sua bussola. Il paradosso è doppio. Per un verso ha perso sonoramente nelle urne ed ora è attratto dalle sirene degli avversari che l'hanno sconfitto. Per altro verso, si trova nella condizione di poter tornare a…
Archivi
Perché Renzi non è Macron ma dovrebbe fare come Cameron. La versione di Alan Friedman
Silvio Berlusconi è il grande assente del dopo voto. La coalizione di centrodestra ha ottenuto il più alto numero di seggi, anche se è ancora ben distante dalla maggioranza, eppure il Cavaliere non è uscito allo scoperto da domenica. Sarà per il clamoroso successo dei Cinque Stelle, al di là di ogni pronostico. Ma a bruciare, dicono i suoi stessi…
Così Mattarella porterà l’Italia fuori dallo stallo parlamentare. Parola di Renato Balduzzi
Un Sergio Mattarella stile Luigi Einaudi per un governo che si formerà seguendo con scrupolo la Costituzione. La previsione arriva da Renato Balduzzi, docente di Diritto costituzionale all’Università Cattolica di Milano e membro del Csm, che non ha dubbi: da questa fase d’incertezza “se ne esce attraverso le regole della Costituzione e attraverso le consuetudini e le convenzioni che si…
Come cambia il Pd con Calenda e perché non sottovalutare la novità
La batosta elettorale del Partito Democratico rientra a pieno titolo tra i fatti inequivocabili del 4 marzo. Ormai è il momento, per il più importante partito della sinistra, di porre rimedio alla situazione e di tornare ad immaginare il futuro. Un punto di partenza è evidente. Lo spazio politico progressista, tremendamente ridimensionato, non è scomparso e non vede reali alternative…
Fenomenologia di un Sud tradito che sceglie Di Maio
L'indubbia vittoria dei cinquestelle alle elezioni del 4 marzo può essere letta sotto varie angolazioni. Ce n'è però una, che è insieme qualitativa e quantitativa, che prevale su tutte. Si tratta di un successo nato, pasciuto e cresciuto nel Mezzogiorno, tant'è che si può dire che senza i numeri conquistati al Sud saremmo certamente più vicini al risultato conseguito nel…
Ecco perché auspico un governo Di Maio e Salvini. L’opinione di Minopoli
Che paradosso. È il contrario di quel che fanno apparire e che dicono. È Matteo Renzi l’unico che riconosce la sconfitta e dice: “Chi mi ha battuto (Di Maio e 5 Stelle) governi. Il Pd sta fuori”. È questo che ha fatto esplodere quel che resta dell’anima di establishment, di partito-Stato, di burocrazia adusa a vedersi solo al governo, insomma,…
Vi spiego come può funzionare l'idea di una coalizione di centrodestra più compatta. Parla Gennaro Sangiuliano
Come arriveranno le forze politiche all’appuntamento del Quirinale che sarà fra circa un mese? Tra le varie ipotesi ce ne è una di cui si è parlato ieri su Formiche.net, ovvero l'idea di costituire dei gruppi unici di centrodestra per avere l’incarico dal Quirinale. Tali gruppi potrebbero essere guidati da Matteo Salvini alla Camera e Paolo Romani al Senato, con…
Perché non sono maturi i tempi di un centrodestra unito. Parla Marco Tarchi
Come mossa tattica, la formazione di un unico gruppo parlamentare in entrambe le Camere potrebbe senz'altro giovare al centrodestra, almeno nell'immediato, favorendo l'ipotesi di un incarico esplorativo alla coalizione - e non al partito - che ha raccolto più voti e più seggi. Tuttavia, l'iniziativa potrebbe, più in là, rivelarsi a doppio taglio. Molti sono, malgrado le scontate affermazioni in…
Politica estera e di difesa, le spine e le rose del dopo voto. Parla Nelli Feroci (Iai)
L'esito del voto potrebbe segnare una certa discontinuità per la presenza italiana in Europa. Poco dovrebbe invece cambiare nel rapporto con gli Stati Uniti e nella partecipazione alla Nato, mentre per le missioni internazionali il rischio di mandare segnali negativi ai partner è alto. Parola di Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell'Istituto affari internazionali (Iai), diplomatico di carriera e già rappresentante…
L’Italia del “non se ne può più”
A voler cercare un refrain che riassume gli umori di questa campagna elettorale bruttissima, forse la più brutta della storia della Repubblica, il più gettonato è sicuramente : “Non se ne può più!". È una frase passepartout, va bene per gli arrabbiati di destra e sinistra e fotografa a meraviglia il mood del cittadino indignato che vota 5 Stelle. Perché…