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L’impegno a fare in modo che la Cia non riprenda il programma di interrogatori violenti e la piena volontà di lavorare assieme al Congresso americano. Nella giornata di oggi (notte in Italia) il Congresso Usa voterà per la conferma di Gina Haspel alla guida dell’agenzia di intelligence americana, dopo la nomina di Donald Trump dello scorso marzo. In queste ore, sono trapelati alcuni stralci del discorso che Haspel terrà alla Commissione di intelligence del Senato, in cui la già vicedirettrice della Cia ha scelto di chiarire alcune perplessità che si erano sollevate all’indomani della sua nomina.

“Sono consapevole che in molti vogliono sapere il mio punto di vista sull’ex programma di detenzione e di interrogatori della Cia – scrive Haspel -. Voglio essere chiara: avendo servito” il Paese “in un periodo tumultuoso, posso offrirvi il mio impegno personale e senza riserve che sotto la mia leadership la Cia non riprenderà tale programma di detenzione e interrogatori”. “Credo fermamente nell’importanza della supervisione. L’esperienza ci ha insegnato che la Cia non può essere efficace se non gode della fiducia della gente. Se non possiamo condividere aspetti segreti del nostro lavoro con il pubblico, dovremmo invece condividerli con i politici eletti. Per la Cia la supervisione è un legame vitale con la società che difendiamo”, aggiunge mostrando la disponibilità a lavorare con il Congresso americano.

Come donna “ho fatto la mia parte, silenziosamente e attraverso il duro lavoro, per buttare giù le barriere” per le donne: “Sono stata orgogliosa di essere la prima donna a diventare numero due del ‘Servizio Clandestino’. Non voglio strombazzare il fatto che sono una donna qualificata per il posto’ alla guida della Cia, ma sarei negligente nel non rimarcarlo, almeno visto il sostegno delle giovani donne della Cia che lo considerano un buon segno per le loro prospettive”, mette in evidenza Haspel che, se confermata, sarà la prima donna alla guida dell’agenzia.

Haspel era stata nominata alla guida della Cia lo scorso 13 marzo da Donald Trump, e il suo nome aveva generato un certo dibattito sui media, ma anche all’interno del Congresso e fra i Repubblicani. Le ragioni riguardavano la guida da parte di Haspel, nel 2002, di una prigione segreta della Cia, dove i sospetti membri di Al Qaida furono sottoposti a torture e interrogatori con metodi non autorizzati, come il waterboarding. In risposta ai rumoreggiamenti di stampa e Congresso, però, era arrivata lo scorso aprile una lettera firmata da circa cinquanta fra i massimi rappresentanti della sicurezza nazionale Usa, per spiegare ai componenti della Commissione esaminatrice che Haspel gode della stima incondizionata dell’intera comunità intelligence nazionale. Nella lettera c’erano sono praticamente i tutti i direttori nominati dalle passate amministrazioni, sia repubblicane che democratiche, come John Brennan, James Clapper e Leon Panetta che non solo è stato direttore della Cia (guidò le operazioni che portarono alla cattura e uccisione di Osama Bin Laden) ma anche segretario della Difesa di Obama, stimatissimo anche da Bill e Hillary Clinton. Tra i firmatari, anche una personalità del calibro di Henry Kissinger.

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