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La Cina prosegue spedita nel suo camino per ridurre l’inquinamento. Dal primo gennaio nella Repubblica Popolare è stata interrotta la produzione di 553 vetture che non rispettano i limiti del consumo di carburante. L’arresto include anche modelli di Audi, Mercedes e Chevrolet e, pur se la misura non è destinata a incidere particolarmente ai fini dell’abbattimento delle emissioni nocive, si tratta di un provvedimento che va a sommarsi ad altre soluzioni volte a garantire uno sviluppo sano del settore industriale a lungo termine.

IL PRIMO DI UNA LUNGA SERIE 

Negli ultimi anni il governo cinese ha, infatti, limitato l’inquinamento cronico rivedendo le tecniche per l’approvvigionamento dell’acciaio, oppure riducendo l’uso di carbone nelle fabbriche. Oltre ad aver messo a punto un piano per eliminare gradualmente i veicoli alimentati dai combustibili fossili e già previsto nel 2019 l’introduzione del programma Carbon Credit che prevede delle concessioni per l’emissione di una tonnellata di anidride carbonica nell’atmosfera, come già accade in California. Stando a quanto dichiarato dalle autorità competenti, l’elenco ufficiale di veicoli incriminati, redatto per la prima volta nel più grande mercato automobilistico del mondo, sarà poi seguito presto da altri.

BOOM ELETTRICO 

Il tutto sta portando nel Paese asiatico ad una espansione dei veicoli elettrici. Le vendite delle auto a zero emissioni, completamente a batteria, ibridi e ibridi plug-in sono aumentate dell’83%, rispetto all’anno passato.

(Articolo pubblicato su l’Automobile, la testata diretta da Alessandro Marchetti Tricamo ed edita da ACI)

Xi Jinping

Cina, stop alla produzione delle auto che non rispettano l'ambiente

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