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L’arresto dell’ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, darà più forza e unità al movimento indipendentista spagnolo. Non solo perché i sostenitori della secessione dal governo di Madrid sono tornati ad accendere le strade di Barcellona e altre città, ma perché sta regalando il motivo che unificherà l’eterogeneo movimento separatista catalano.

In un’intervista con Formiche.netEliseo Rafael López Sánchez, professore della Facoltà di Scienze Politiche e Sociologia dell’Università Complutense di Madrid, ha spiegato quelli che saranno i passaggi giuridici del caso Puigdemont (e gli altri leader indipendentisti arrestati) e le conseguenze politiche per la Spagna e non solo.

LA DECISIONE TEDESCA

In termini giuridici, in questo momento la palla ce l’ha la giustizia tedesca, che ha una legislazione molto simile a quella spagnola. È prevista per le prossime ore l’udienza di Puigdemont davanti al Tribunale amministrativo di Schleswig-Holstein, al nord della Germania, che deciderà se l’ex presidente della Catalogna e leader indipendentista sarà processato dalla giustizia tedesca o invece sarà estradato in Spagna. Se il tribunale decide di riportarlo in patria, il processo durerà circa tre mesi.

Secondo López Sánchez in questo momento il caso dell’ex presidente catalano è in una fase giudiziaria che non coinvolge il governo di Madrid: “Le sorti di Puigdemont in questo momento sono nelle mani della giustizia tedesca. È stato applicato il mandato d’arresto europeo, che era l’unico che poteva chiedere il tribunale spagnolo. Ora il tribunale tedesco dovrà decidere cosa fare. La legislazione in Germania è molto suscettibile ai reati imputati a Puigdemont”.

“SEDIZIONE, NON RIBELLIONE”

“Puigdemont ha violato la via legale per compiere il referendum indipendentista, nonostante occupava la carica più importante della Generalitat. È accusato di azioni illegali e di malversazione di fondi pubblici”, ha spiegato López Sánchez. “Tuttavia, penso che c’è una differenza tra il reato di sedizione e ribellione armata – aggiunge il politologo -. Puigdemont e gli altri leader indipendentisti sono accusati di ribellione, di compiere una rivolta armata violenta, ma non l’hanno fatta, nonostante abbiano avuto l’intenzione. La ribellione non è stata effettiva. Penso che l’imputazione di questo reato è discutibile e ha un livello diverso d’accusa”.

López Sánchez spiega che per il reato di sedizione non è sempre previsto il carcere e, quando si presenta, è per poco tempo. Invece chi è accusato di ribellione e alto tradimento in Spagna rischia 20 anni di carcere. In Germania la pena è da 10 anni all’ergastolo.

L’UNITÀ TRA I SEPARATISTI

Nonostante la percezione esterna, López Sánchez sostiene che il movimento separatista in Catalogna non è passato in secondo piano. Anzi, è più acceso che mai. E la detenzione dei leader indipendentisti, incluso Puigdemont, butta benzina sul fuoco.

L’analista sostiene che la Catalogna è divisa in due e che anche all’interno del movimento separatista ci sono delle crepe, tra la corrente di Puigdemont e quella più radicale di Oriol Junqueras. I separatisti hanno vinto le ultime elezioni regionali in Catalogna ma non avevano la maggioranza per governare. Le differenze tra loro hanno impedito il raggiungimento di un accordo per l’insediamento di un presidente al Parlamento.

Con il volto più noto dell’indipendentismo catalano alla sbarra queste divergenze sicuramente spariranno. E, in caso di nuove elezioni, il movimento avrà tutto per vincere.

Vi spiego le conseguenze politiche dell’arresto di Carles Puigdemont per la Spagna

L’arresto dell’ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, darà più forza e unità al movimento indipendentista spagnolo. Non solo perché i sostenitori della secessione dal governo di Madrid sono tornati ad accendere le strade di Barcellona e altre città, ma perché sta regalando il motivo che unificherà l’eterogeneo movimento separatista catalano. In un’intervista con Formiche.net, Eliseo Rafael López Sánchez, professore della Facoltà…

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