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L’annuncio ufficiale di Donald Trump sull’uscita dall’accordo nucleare iraniano è ancora fresco, eppure si è già ben radicato nell’asset diplomatico statunitense. E mentre Angela Merkel annuncia che non si può più pensare che “gli Usa ci difenderanno e che all’Europa non resta che prendere il proprio destino nelle mani”, è delle scorse ore la notizia della presa di posizione dell’ambasciatore americano in Germania, Richard Grenell. Subito dopo il suo insediamento, infatti, Grenell ha scritto un messaggio dai toni provocatori ma decisamente conforme a quella che è la linea seguita dalla Casa Bianca: “Come ha detto Donald Trump, le sanzioni Usa colpiranno settori cruciali dell’economia iraniana. Le aziende tedesche che stanno facendo affari in Iran dovrebbero esaurire immediatamente le loro attività”, ha twittato l’ambasciatore. “In una dimensione così confusa e conflittuale sul rapporto Stati Uniti e Europa bisognerebbe stare molto attenti al linguaggio e al tipo di approccio che si utilizza nelle comunicazioni ufficiali con i governi dell’Unione europea”, ha commentato a Formiche.net Nicola Pedde, direttore dell’Institute for Global Studies.

E se le reazioni stizzite dell’establishment tedesco non si sono fatte attendere, Pedde ha aggiunto: “I tedeschi lo vedono – il messaggio dell’ambasciatore americano – come una diretta ingerenza negli affari economici e di sicurezza del Paese. Ed è normale che sia così. Se qualcuno avesse fatto un’affermazione simile agli Stati Uniti probabilmente avrebbe suscitato le reazioni anche delle più alte cariche dello Stato”. E poi ancora: “È chiaro che in questo momento ci sia una frattura abbastanza profonda – tra Stati Uniti e Europa – e andare a sollecitarla con questo tipo di messaggi non lo vedo come un meccanismo particolarmente efficace per promuovere il dialogo e per ridurre le distanze tra i due blocchi”. Intanto, comunque, la cancelliera tedesca ha ribadito la volontà della Germania, insieme con l’Unione europea, a rispettare l’accordo con l’Iran. “Rimarremo fedeli a questo accordo e faremo tutto il possibile per garantire che l’Iran rispetti i suoi obblighi”, ha dichiarato ieri Merkel, esprimendo, inoltre, preoccupazione per il programma di missili balistici del governo di Teheran e il suo ruolo in Siria e in Iraq.

Serve dunque dialogo e cooperazione con gli iraniani, senza mettere in discussione l’accordo nucleare che resta “un pilatro importante”, secondo la premier tedesca. Intanto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ha annunciato l’intenzione di esaminare con attenzione le conseguenze che la reintroduzione delle sanzioni potrebbero avere sulle aziende tedesche, mentre anche il ministero federale dell’Economia sta esaminando possibili conseguenze per le banche. Resta comunque da capire da un punto di vista tecnico giuridico, come gli Usa riusciranno a lasciare l’accordo: “Nell’accordo c’è una clausola d’uscita da parte dei firmatari, nel caso in cui l’Iran violi l’accordo e questo venga certificato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Questa circostanza, però, non si è verificata, dunque un’uscita unilaterale da un punto di vista tecnico giuridico è un caso abbastanza unico nel suo genere e bisognerà capire che cosa avviene”, conclude Pedde.

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​Fra Europa e Stati Uniti non mettere l'Iran deal. Il caso tedesco e il commento di Pedde​

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