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La coalizione di centrodestra, nonostante la crescente volubilità delle preferenze elettorali da nord a sud, resta, per ora, in vantaggio con il 35%. Questo vantaggio è, però, soggetto alla volubilità delle preferenze elettorali da nord a sud dello stivale italiano. A dirlo è il sondaggio condotto da Cise per il Sole24ore. Ecco tutte le percentuali.

CENTRO SINISTRA

Il Pd si conferma il primo partito sia a nord che nell’ex zona rossa con il 28%, pur perdendo forza proprio nelle quattro regioni – Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Marche – sue storiche roccaforti. Al sud, invece, il partito di Matteo Renzi viene surclassato dal M5s, fermandosi intorno al 18,6%.

MOVIMENTO 5 STELLE

M5s sbanca nel meridione con il 38%. Il partito guidato da Luigi Di Maio, però, arriva al 26% anche nelle regioni storicamente di sinistra. Diversa la situazione nelle regioni settentrionali, dove il Movimento 5 Stelle ottiene il 20,9%.

CENTRODESTRA

La coalizione guidata da Forza Italia, nel frattempo, perde colpi sia a nord dove ottiene comunque il 38% che al sud dove si ferma al 32%. A nord, con 13,1% il partito di Silvio Berlusconi, prende meno voti della Lega che è a 2o,7% e al sud con 19,5% meno del M5s. Nella ex zona rossa, invece, la Lega riesce ad arrivare al 19,8%, una percentuale che si avvicina anche a quella che ha ottenuto al nord. E al sud, infine, Matteo Salvini tocca il 6,9%, sfiorando concretamente la realizzazione di un partito nazionale.

UN’IPOTESI REALISTICA MA NON CREDIBILE

Con questi dati alla mano si apre un punto interrogativo sull’esito delle votazioni. Riducendo la sua dipendenza dai collegi del meridione, il centrodestra, potrebbe arrivare al 40%, riuscendo, dunque, nell’impresa di uscire vincitrice ottenendo 83 seggi su i 101 previsti al sud, 78 su 91 a nord e 13 nelle zone ex rosse. Ma proprio il sud, ad oggi, resta la zona più incerta. E realisticamente, con il M5s al 38%, non sembra una cosa credibile. Insomma, le tendenze di voto mostrano che la situazione di stallo è dietro l’angolo.

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