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Da un lato sfide epocali come la questione dei rifugiati siriani in Libano, Giordania e negli altri Stati limitrofi, resa più grave dalla crescente crisi a Gaza. Dall’altro la risposta compatta dell’Europa, in particolare di quei Paesi che hanno un’influenza precisa sul bacino del Mediterraneo orientale e che sono chiamati ad esercitarla con una visione di lungo respiro. In questa chiave va letta la partecipazione italiana al Vertice Med9 di Paphos, a Cipro, dove a margine del quale la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha promosso un incontro quadrilaterale con il Re di Giordania, Abdullah II, il presidente cipriota Nikos Christodoulides e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per approfondire questo argomento legato alla contingenza.

Il Vertice Med9

Il vertice è stato ospitato da Cipro, in qualità di presidenza di turno, ed è rivolto ai 9 Stati mediterranei membri dell’Unione europea: Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna. Presenti anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e Re Abdullah II di Giordania. Al primo punto dell’ordine del giorno la questione migratoria, con il minimo comune denominatore rappresentato dalla volontà dei partecipanti di dare vita ad una stagione nuova nei rapporti con i paesi del bacino meridionale. Per questa ragione la dichiarazione finale si concentrerà sulla cooperazione a livello europeo tra i Paesi Med9, toccando non solo l’immigrazione o la guerra, ma aree strategiche come energia, competitività, cambiamento climatico, allargamento, cultura.

La presenza del Re di Giordania è indicativa di come un’emergenza come la crisi a Gaza debba trovare spazio in un momento di riflessione a più cervelli come quello Med9, proprio perché forse in passato non è stata sufficientemente attenzionata. Più volte Giorgia Meloni ha richiamato sull’esigenza per l’Ue di avere una propria strada maestra da seguire soprattutto nelle relazioni con i paesi che si affacciano sul mare nostrum e oggi, un anno dopo l’inizio del confitto e a maggior ragione dopo l’aumento della tensione nell’area, ciò si rende imprescindibile. Due gli elementi da cui partire: quale può essere l contributo che l’Europa può offrire sia dal punto di vista diplomatico che dal punto di vista umanitario?

Da Roma a Paphos

La posizione italiana espressa da Giorgia Meloni è quella che poggia sulla convinzione che, come spiegati ai leader internazionali e della regione avvenuti nelle scorse settimane, è urgente come primo passo lavorare per una de-escalation a livello regionale. L’Italia in questo senso continuerà a fare la sua parte anche in qualità di Presidente del G7. Ma non è tutto, perché occorre una chiarezza di strategie e obiettivi anche sulla guerra in Ucraina, sulle migrazioni e sul rilancio della competitività europea.

I rifugiati siriani in secondo luogo devono fare ritorno in patria in modo volontario, sicuro e sostenibile in collaborazione con le principali organizzazioni umanitarie presenti nella regione. Per questa ragione a margine del Vertice il Presidente del Consiglio ha incontrato il Re di Giordania, Abdullah II, non solo per rafforzare le già eccellenti relazioni bilaterali, ma per programmare una stagione che veda incrementare scambi commerciali e investimenti, oltre al comune lavoro a sostegno umanitario a favore delle popolazioni più colpite dalla crisi in Medio Oriente e in particolare dei rifugiati.

Inoltre Re Abdullah ha presentato il piano giordano per un “Gaza humanitarian gateway” che ha l’obiettivo di superare i colli di bottiglia che continuano a rallentare la distribuzione degli aiuti a cui il premier ha replicato assicurando il sostegno italiano alla nuova iniziativa giordana. Il Presidente del Consiglio italiano ha infine accolto l’invito di Re Abdullah II a recarsi presto in visita nel Regno di Giordania.

Riparte da Cipro la strategia italiana su Gaza e migranti

La presenza del Re di Giordania è indicativa di come un’emergenza come la crisi a Gaza debba trovare spazio in un momento di riflessione a più cervelli come quello Med9, proprio perché forse in passato non è stata sufficientemente attenzionata. Più volte Giorgia Meloni ha richiamato sull’esigenza per l’Ue di avere una propria strada maestra da seguire soprattutto nelle relazioni con i Paesi che si affacciano sul mare nostrum. E oggi, un anno dopo l’inizio del confitto e a maggior ragione dopo l’aumento della tensione nell’area, ciò si rende imprescindibile

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