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Articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista Formiche

Agroalimentare, farmaceutica, moda, meccatronica. È questo il poker vincente con cui l’Azienda Italia sta riequilibrando, negli ultimi mesi, il tavolo da gioco del nostro Pil e sospingendo il Paese verso il recupero delle posizioni precrisi. La tenuta della nostra economia in questi anni difficili è senza alcun dubbio legata alle performance dell’export Made in Italy, capace di ripensare prodotti e modelli di business all’ombra del binomio qualità-innovazione.

Non sorprende, perciò, lo sforzo di governo, istituzioni e associazioni per mettere meglio a fuoco il profilo di queste imprese, capirne i meccanismi di funzionamento e i successi per assecondarli e favorirli, e individuare quelle con caratteristiche simili (e non ancora pienamente coinvolte in questi processi) per allargare la platea tricolore dei protagonisti sui mercati globali. Una delle lenti più potenti per delineare meglio i contorni di questo mondo, zoomando al suo interno alla ricerca dei dettagli, è il Registro delle imprese delle Camere di commercio, gestito da InfoCamere.

Un patrimonio unico, per completezza e aggiornamento, di informazioni pubbliche facilmente accessibili su 10 milioni di imprenditori e 6 milioni di imprese: dalla loro struttura organizzativa alla loro articolazione sui territori, dai modelli di governance alle performance di bilancio, passando per le persone (i veri motori del successo di un’azienda) che le animano e le guidano. Grazie a strumenti all’avanguardia nell’analisi dei dati – messi a disposizione da InfoCamere – scandagliando questo album fotografico in continuo movimento si possono intercettare fenomeni nuovi, capaci di aprire viste inesplorate anche sul fenomeno dell’internazionalizzazione. Come, ad esempio, accorgersi che – oltre ai ben noti campioni del nostro export – migliaia di imprese italiane sono già nell’orbita dei mercati globali attraverso la partecipazione di soci stranieri al loro capitale.

Ad oggi sono 182.764 le imprese italiane con almeno un socio di capitali straniero. Di queste, negli ultimi tre anni in 14.735 hanno chiuso almeno un bilancio con un fatturato superiore a 2 milioni di euro (segno di una dimensione apprezzabile sul mercato). Aumentando ancora lo zoom, si scopre che quelle con almeno un socio di capitale giuridico (segno di una capacità di attrazione verso realtà imprenditoriali straniere) sono 7.703. Il 38% di esse (2.912) ha le radici a Milano, il 7,5% a Roma (574) e il 4,8% a Torino (370). Guardando il passaporto dei 18.900 soci giuridici protagonisti di questa pacifica invasione, quello più ricorrente è lo spagnolo (4.055) pari al 21,5% del totale. A seguire la Germania con 1.445 presenze (il 7,6%), Francia 1.237 e Usa 1.214 (6,5%), con altri Paesi extra-Ue come Giappone, Cina e Turchia a incalzare.

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