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Tra i fascicoli – i faldoni – archiviati non c’è sicuramente quello sulle ragazzine tra i nove e quindici anni abusate sessualmente da bande di islamici. La storia perversa e intricata, nascosta per anni, ha interessato tantissime città in lungo e in largo per l’Inghilterra negli ultimi vent’anni. E, quest’estate, al riguardo aveva detto la sua, per la prima volta senza mezzi termini, un’esponente del mondo della sinistra inglese. Non una qualsiasi, bensì, il ministro ombra al dicastero per ‘le donne e l’uguaglianza’, Sarah Champion, donna scelta dalla primula rossa Corbyn. Il leader più a sinistra della sinistra labourista, il rivoluzionario che sogna di riportare il partito al comunismo duro e puro, aveva puntato sulla Champion. Ma proprio lei lo aveva tradito quando ad agosto, nel in un editoriale per il The Sun, aveva denunciato l’esistenza di bande di pakistani a caccia di ragazzine bianche – fenomeno non in fase di estinzione, ma di espansione. Tempo un paio di giorni e fu accompagnata alla porta, costretta dimettersi perché aveva osato denunciare il caso più folle dell’ultimo secolo.

A distanza di mesi, però, è tornata a parlare. E questa volta ha puntato il dito contro il primo ministro in carica. La May, per Sarah Champion, sarebbe colpevole di non occuparsi troppo, né a sufficienza, del problema. Cosa che, dice, aveva fatto molto meglio David Cameron. “Perché è un padre, Theresa May invece non ha figli”. Quindi non può capire, sostiene l’ex parlamentare. Da quando è al numero 10, infatti, riferisce Sarah Champion alla rivista The House, Mrs May non se ne è preoccupata né ne ha fatta una priorità. “David Cameron l’ha capito e penso che abbia preso ogni cosa in considerazione guardandola da papà, piuttosto che da politico”, aggiunge.

I pakistani che prendono di mira le ragazzine – perché bianche, l’islam dice che loro se lo meritano di essere trattate così – non sono una storia del passato, né si tratta solo delle 1400 ragazzine abusate a Rotherham. Ma parliamo di un ‘fenomeno’ che ha investito troppe città e che continua a farlo. I tribunali partoriscono sentenze a riguardo periodicamente. L’ultimo arresto è stato a inizio gennaio: ben venti membri di una gang islamica nello Yorkshire sono stati incarcerati. L’accusa sempre la stessa, abuso di minori. E allora la Champion non ci sta. Non accetta che per il primo ministro questo possa essere un problema secondario. Certo non utilizza mai la parola ‘islam’, eppure denuncia le violenze e lamenta l’indifferenza della sua Inghilterra anche dinanzi all’usanza di matrice, anch’essa, islamica, delle mutilazioni genitali femminili. La pratica abietta che da un pezzo è sbarcata anche in Europa, è particolarmente diffusa proprio a casa May, illegalmente. E forse il governo neanche lo sa. Un ultimo rapporto della commissione europea rivela che proprio in Europa, secondo i dati più recenti, sarebbero ben 500.000 i casi registrati di MGF.

Nelle dichiarazioni di Sarah Champion, che a fatica rimbalzano sulle varie testate inglesi, non manca quel filo di retorica progressista che spesso concentra ogni preoccupazione sugli abusi di potere e la parità di genere, evitando di discutere, per esempio, di multiculturalismo e scontro culturale, ma non ci si può lamentare. È già tanto che se ne sia tornato a discutere. E ribadisce, “non possiamo apparire culturalmente insensibili”. Quelli di Forbes nel 2013 si domandavano come mai la polizia inglese avesse ignorato gli abusi sessuali di Rotherham, forse, direbbe la Champion oggi, è perché c’erano pochi genitori. Sarà lo stesso motivo per cui anche in Germania c’è una coltre di silenzio a coprire i casi di violenze macabre ai danni di ragazze, bianche, da parte di bande islamiche. D’altronde anche la Merkel non è una madre.

Intanto l’Indipendent ha rivelato che da poco una nuova gang è stata scoperta a Londra.

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