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La prossima settimana il Comitato della sicurezza marittima al ministero dei Trasporti discuterà su come gestire la sicurezza digitale di queste infrastrutture che trasformeranno Genova “in un hub della digitalizzazione del Sud Europa”. Ad annunciarlo è stato il viceministro Edoardo Rixi a margine degli Stati generali dell’hi-tech nel polo genovese degli Erzelli. È proprio il capoluogo ligure la città individuata da Sparkle come porto digitale per il cavo BlueMed, che collegherà l’Italia con la Francia, la Grecia e Israele, con varie diramazioni nel Mediterraneo, e che fa parte del progetto Blue Submarine Cable System, realizzato in partnership con Google e altri operatori con ulteriori estensioni nei continenti africano e asiatico.

“Dobbiamo garantire la sicurezza delle nostre informazioni, l’impenetrabilità e la gestione in qualsiasi condizione del traffico informatico e ci sarà un progetto ad hoc che si baserà anche sulla sicurezza dei cavi sottomarini e sulla gestione dei dati in maniera consapevole in base ai criteri più evoluti di cybersecurity e di protezione”, ha dichiarato ancora. Ricordando il Polo nazionale della dimensione subacquea, inaugurato a dicembre a La Spezia, il viceministro ha evidenziato la necessità di “renderci conto che in un sistema attuale con le crisi geopolitiche e un traffico globale sempre più precario a causa dell’instabilità abbiamo bisogno di proteggere oltre alle infrastrutture fisiche anche quelle digitali”.

Infatti, i recenti sabotaggi e attacchi degli Houthi contri i cavi sottomarini ci hanno ricordato che Internet non è qualcosa di astratto. È un’infrastruttura fatta di cavi poggiati sui fondali marini, anche internazionali e dunque al di fuori di qualsiasi sovranità e legislazione nazionale. Proprio quest’ultimo aspetto, che sottintende una necessaria cooperazione internazionale anche sul piano normativo, evidenzia la complessità della materia e l’importanza di un’attenzione da parte di una molteplicità di attori e dipartimenti governativi.

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