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Da Venaria al mondo. Punto di partenza del G7 energetico chiuso a Venaria si ritrova nel peso specifico della cosiddetta “Carta di Venaria” che il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha definito un passo importante da parte del G7 e di un gruppo di Paesi che vuole fare da traino e da stimolo, da indirizzo per gli altri Paesi che possono farlo perché ne hanno le condizioni, “e non sono parte del gruppo dei 7, ma anche per quelli che non sono della condizione ma che con il nostro aiuto possono farcela”.

Indirizzi e obiettivi

Una summa, questa Carta, che ha l’ambizione di contenere al proprio interno carbone, biocarburanti, nucleare, fusione, ricerca e sperimentazione. Punto di caduta comune è l’energia pulita al fine di dare continuità alle azioni che dovranno armonizzare il continuo aumento del consumo.

In questo senso il paragrafo dedicato al Gnl è evidentemente centrale, dal momento che l’incremento delle consegne di Gnl ha svolto e potrà svolgere in futuro un ruolo decisivo per interrompere la dipendenza dalle importazioni russe. Un passaggio che è stato ribadito nel documento finale proprio per rappresentare una risposta all’attuale crisi e per affrontare le potenziali carenze future del mercato del gas. Inoltre secondo i ministri intervenuti a Venaria questa mossa consente di essere anche la plastica raffigurazione del sostegno all’Ucraina.

Pollice in su dalla commissaria europea all’Energia Kadri Simson, secondo cui da Venaria giungono conclusioni fortemente positive e un linguaggio che mostra un chiaro sostegno all’Ucraina. “Il G7 svolge un ruolo chiave nell’affrontare la tripla crisi globale del cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e dell’inquinamento”.

Investimenti e geopolitica

Ecco che gli investimenti finanziati con fondi pubblici nel settore del gas possono essere sia una risposta temporanea, ma soggetta a circostanze nazionali chiaramente definite, che una forma di coerenza con gli obiettivi climatici prefissati. Il G7 in questo senso ha chiesto all’Iea (International Energy Agency) di essere maggiormente presente come consulente per la sicurezza globale del gas e di facilitare lo scambio di informazioni, anche per costruire meccanismi globali di allerta precoce sulle future crisi del gas.

Ma il G7 ha fatto segnare anche un’altra primizia: sull’uscita dal carbone per la prima volta si è indicato un percorso da effettuare per raggiungere un obiettivo condiviso e compatibilmente con le condizioni economiche e sociali dei vari Paesi. Inoltre nel documenti finale si fa riferimento a 100 miliardi di dollari all’anno destinati ai finanziamenti per il clima dal 2020 al 2025. Denari che sono mossi da “uno sforzo globale più ampio volto a potenziare e allineare la finanza pubblica e quella privata da tutte le fonti per mobilitare le migliaia di miliardi necessari per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, per cogliere l’opportunità di accelerare una crescita resiliente al clima, allineata all’obiettivo 1,5°C”.

Acqua e Piano Mattei

Sull’acqua c’è stata la convergenza dei Paesi del G7 tradotto in un impegno e in un focus preciso, al pari del lavoro di ponte tra Cop28 e Cop29, che si terrà in Azerbaigian, con il G20 di affiancamento. Secondo Pichetto ciò mette in luce la leadership dei paesi più industrializzati come “soggetti che devono cogliere il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’inquinamento come motivo di sviluppo dei propri territori, come motivo di revisione di quelle che erano i percorsi”.

L’Hub del G7 dedicato all’Africa e al bacino del Mediterraneo si fonda sulla convinzione che è imprescindibile una collaborazione particolare con i Paesi africani, “sulla scorta della guida politico-culturale del Piano Mattei”. Al fine di tutelare le risorse naturali è stato deciso di creare la Coalizione G7 sull’Acqua, ovvero la prima iniziativa concreta del genere sul cosiddetto “oro blu”. Una sorta di agorà specifica che faciliti una sintesi delle posizioni e che entro la fine dell’anno realizzi una comune Agenda volontaria sul Tessile e la Moda Circolari tra Governi, imprese, e stakeholder.

Nucleare

Sul nucleare la novità giunta da Venaria si ritrova alla voce dialogo: ovvero il dibattito sul nucleare al G7 italiano ha fruttato un accordo che prevede un lavoro da realizzare collegialmente sulla ricerca e la produzione di energia considerata pulita, in perfetta linea con le richieste dell’Italia. Pichetto Fratin ha ricordato che c’e’ stata la convinzione comune, non un obbligo.

Tra gli stakeholders da menzionare le parole di Stefano Buono, amministratore delegato e fondatore di newcleo, società italiana del settore nucleare, secondo cui se il quadro normativo verrà stabilito rapidamente, si potrebbe prevedere di dispiegare i primi Small Modular Reactors in Italia entro il 2033, “una tempistica ambiziosa che si inserisce perfettamente nei requisiti della transizione energetica e degli obiettivi di zero emissioni nette entro il 2050″.

 

Perché nucleare, acqua e gas legano il G7 italiano al Piano Mattei

Una summa, questa Carta, che ha l’ambizione di contenere al proprio interno carbone, biocarburanti, nucleare, fusione, ricerca e sperimentazione. Punto di caduta comune è l’energia pulita al fine di dare continuità alle azioni che dovranno armonizzare il continuo aumento del consumo. Due le macro aree sotto i riflettori: Africa e Mediterraneo

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