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Nel calendario di Banca Carige c’è una data segnata con il pennarello rosso: il 3 agosto. Quel giorno, infatti, l’istituto di credito genovese annuncerà i numeri del primo semestre dell’anno. E lo farà con un nuovo amministratore delegato, Paolo Fiorentino (nella foto), ex manager di Unicredit che di recente ha preso il posto di Guido Bastianini, sfiduciato dal vicepresidente di Carige oltre che principale azionista, Vittorio Malacalza.

LA SEMESTRALE

I numeri del semestre sono importanti per diversi motivi. Innanzitutto perché da lì si potrà avere un’idea su come Carige si sta muovendo in vista dell’implementazione del piano di ristrutturazione richiesto dalla Bce e da completare entro fine anno che prevede di fare cassa per 700 milioni. Tale cifra sarà suddivisa in 500 milioni di aumento di capitale, il terzo in quattro anni dopo i due precedenti da un totale di oltre 1,6 miliardi, più 200 milioni di cessioni, tra cui anche gli asset immobiliari e la controllata del credito al consumo Creditis. In attesa dell’appuntamento, lunedì 31 luglio, alle 14.30, a Genova, Fiorentino terrà la sua prima conferenza stampa. Per l’occasione, non anticiperà i numeri semestrali ma è possibile che fornisca informazioni preziose sulla strategia che attuerà, come visto per forza di cose in tempi stretti, per riportare in sicurezza la banca genovese.

I CREDITI DETERIORATI

Al centro della questione, come del resto un po’ per tutte le banche italiane in difficoltà, ci sono i crediti deteriorati, che nel caso più rischioso assumono la forma delle sofferenze. Nell’ultima trimestrale, ossia quella chiusa al 31 marzo 2017, Carige, all’epoca ancora sotto la guida di Bastianini, aveva comunicato un portafoglio crediti deteriorati stabile a 7,3 miliardi al lordo delle svalutazioni e pari a 3,9 miliardi al netto (in riduzione dai 4 miliardi di fine 2016). C’è dunque attesa per conoscere i nuovi numeri, soprattutto alla luce delle due operazioni completate o in via di completamento, vale a dire la cartolarizzazione di una prima tranche di sofferenze da circa 940 milioni con garanzia pubblica Gacs (che va ricordato copre le emissioni più sicure, ossia le senior) e la cessione di un ulteriore pacchetto di crediti “malati” da 1,2 miliardi, da completare entro fine anno. Secondo recenti indiscrezioni, in quest’ultimo caso, in vendita ci sarebbe anche la piattaforma della banca di gestione di questi crediti, denominata Gerica, anagramma della stessa parola Carige.

BATTIBECCHI TRA SOCI

Sullo sfondo, restano i battibecchi tra gli azionisti, ossia principalmente tra la famiglia Malacalza e il finanziere ligure molto attivo come imprenditore in territorio nigeriano, Gabriele Volpi. Le tensioni sono culminate all’inizio dell’estate proprio per la decisione di Vittorio Malacalza di sfiduciare Bastianini, con cui era in disaccordo sull’implementazione del piano di ristrutturazione della banca. Volpi non ha apprezzato i modi e ha fatto così dimettere dal consiglio di amministrazione i suoi rappresentanti, tra cui l’ex numero uno del Sole 24 ore e di Risanamento, Claudio Calabi. La pace, dopo qualche ulteriore turbolenza, è poi stata raggiunta sull’ingresso in cda di una persona scelta da Volpi, Luisa Marina Pasotti. Bisognerà vedere se e quanto durerà.

carige

Carige, tutti i trambusti per Fiorentino in vista della semestrale

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