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Alcuni cristiani hanno, talora, paura, scrive Delpini in uno dei suoi messaggi che ha inviato settimanalmente ai fedeli da quando venne fatto vicario episcopale.

“Hanno paura dei poveri, specie dei musulmani: ci rubano posti di lavoro, ci impongono abitudini e religioni. Presi dalla paura, talora si limitano a imprecare contro ignoti: accusano anche i vescovi, la Caritas, i politici, forse anche le congiunzioni astrali. La sopravvivenza del cristianesimo, a quanto sembra, non dipenderà però da leggi più restrittive né dall’indurire il cuore di fronte a chi cerca lavoro, pane, né dal fantasticare che in un Paese invecchiato si possa fare a meno di gente giovane e laboriosa.

I cristiani volonterosi reagiscono alla paura con l’intelligenza, con il realismo, con l’impegno a generare futuro, con la creatività che costruisce un Paese ospitale invece che una terra spaventata e rassegnata. La sopravvivenza del cristianesimo dipende in sostanza dalla intensità della fede dei cristiani. Ce la faranno? Suffi cit gratia tua (cfr. 2 Cor 12, 9), ‘basta la tua grazia’ suggerisce il motto del nostro arcivescovo Angelo. Chi si fida di Dio vince la paura e rinnova la sua vita cristiana perché abiti il nostro tempo come tempo di grazia.

Alcuni cristiani sono, talora, intimiditi. Si sentono imbarazzati a parlare della loro fede e a presentarla come una proposta di vita buona, una offerta di salvezza. Nelle chiacchierate tra colleghi di lavoro, nelle discussioni che nascono in classe, nelle parole che si scambiano con i vicini di casa si sentono zittiti dal diluvio di luoghi comuni che screditano la Chiesa, il Papa, i preti, e hanno da ridire anche del Padre Eterno.

Alcuni cristiani non sanno che cosa dire né come dire. Hanno sentito ripetere molte volte che i cristiani devono essere missionari: già, bello dirlo. Forse però i cristiani dovrebbero essere missionari anzitutto irradiando la gioia di avere una speranza di vita eterna, confidando la verità che dà senso alla vita e illumina gli angoli più oscuri della storia e del cuore umano.

Ce la faranno? Suffi cit gratia tua (cfr. 2 Cor 12, 9), ‘basta la tua grazia’ suggerisce il motto del nostro arcivescovo Angelo. Chi si fida di Dio vince la timidezza e trova anche le parole per i colleghi più ostili e i vicini di casa più antipatici.

Alcuni cristiani, preti e laici, sono talora scoraggiati. Sembra che le proposte più belle cadano nel vuoto, le iniziative più importanti incontrino solo indifferenza e obiezioni, l’impegno educativo condotto per tanto tempo e con tanta dedizione produca la noia invece che la gioia. Cercano i colpevoli nei tempi che viviamo, nei genitori, nella televisione e nei nuovi media. Forse però i cristiani dovrebbero rileggere la parabola del seminatore e insistere a praticare lo stile di Gesù. Ce la faranno? Suffi cit gratia tua (cfr. 2 Cor 12, 9), ‘basta la tua grazia’ suggerisce il motto del nostro arcivescovo Angelo. Chi si fida di Dio, non si lascia troppo impressionare dai numeri, si lascia invece riempire il cuore di un fuoco che può incendiare anche questa terra. Così ci mettiamo in cammino perché la missione continui con il vescovo che già cammina con noi e con il suo motto già ci guida”.

© 2017 – EDIZIONI PIEMME Spa, Milano

cover delpini rodari

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Perché alcuni cristiani sono intimiditi. Le riflessioni di Delpini, nuovo arcivescovo di Milano

Alcuni cristiani hanno, talora, paura, scrive Delpini in uno dei suoi messaggi che ha inviato settimanalmente ai fedeli da quando venne fatto vicario episcopale. “Hanno paura dei poveri, specie dei musulmani: ci rubano posti di lavoro, ci impongono abitudini e religioni. Presi dalla paura, talora si limitano a imprecare contro ignoti: accusano anche i vescovi, la Caritas, i politici, forse…

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