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I tecnici del Tesoro sono al lavoro per condurre in porto entro la fine della legislatura la riforma delle cartolarizzazioni, uno degli strumenti principali utilizzati dalle banche per smaltire i crediti deteriorati. Anche se la misura è stata per ora esclusa dalla Legge di Bilancio, ieri il responsabile Policy e Regulation del ministero, Alessandro Rivera, ha garantito che il provvedimento è in arrivo. Non è ancora chiaro però se sarà approvato entro l’anno oppure all’inizio del 2018, fermo restando che la legislatura volge rapidamente al termine. L’obiettivo del governo è comunque fare ordine nella disciplina dopo l’incompleto intervento che nel giugno scorso ha introdotto novità significative per gli spv (special purpose vehicle). Per velocizzare i processi di cessione e ridurre lo spread bid/ask i tecnici del Tesoro vogliono allargare il perimetro delle cartolarizzazioni a nuove categorie di attivi, come le locazioni e i proventi delle cessioni immobiliari. Questi asset dovrebbero essere segregati in specifici veicoli di appoggio (non verrebbero dunque cartolarizzati in senso stretto) per generare flussi di cassa a servizio dell’spv e dunque degli investitori. Il concetto è simile a quello di «patrimonio destinato» e permetterebbe alla banca di valorizzare i beni a garanzia di crediti non performing oppure quelli oggetto di leasing, evitando che rimangano in capo all’originator.

In generale, nel suo intervento alla Inm Investor’s Conference on Italian & European Npls Rivera ha insistito molto sull’impegno del governo in materia di npl, ricordando anche il recente rinnovo della garanzia pubblica sulle cartolarizzazioni che attende solo il decreto. «Il governo», ha spiegato l’alto funzionario del Tesoro (che dall’estate scorsa è anche presidente di Sga), «valuterà ulteriori estensioni dello schema di garanzia pubblica sulle sofferenze oltre la scadenza di settembre 2018. Abbiamo concordato e chiarito con la Commissione la possibilità di estendere lo schema di 12 mesi in 12 mesi finché permarrà un interesse da parte dell’Italia», ha spiegato Rivera. Il quale ha peraltro ricordato che nei primi 18 mesi delle Gacs, sono state applicate garanzie sulle tranche senior di tre operazioni per un valore complessivo di 860 milioni. «Riteniamo che l’interesse permanga. Ci sono ulteriori richieste di garanzia che ci aspettiamo di ricevere nei prossimi mesi, compresa quella di Mps ».

Al convegno di Inm ha partecipato anche Alessandro Penati, numero di Quaestio sgr e promotore di Atlante 2, il veicolo che ha giocato un ruolo decisivo nel salvataggio di Mps  e che ha recentemente cambiato nome in Italian Recovery Fund. Nel corso della presentazione Penati ha fatto il punto sullo stato di salute dell’industria bancaria e in particolare sul mercato degli npl. «In generale sono abbastanza ottimista sull’evoluzione del valore degli npl, considerato il fatto che siamo all’inizio di un ciclo positivo di recupero del mercato immobiliare in Italia», ha affermato il professore. «Credo che siamo all’inizio di una fase di grande opportunità per l’Italia. Siamo l’unico Paese al mondo dove il mercato immobiliare ancora non è ripartito davvero e abbiamo uno stock enorme di immobili».

Tra gli argomenti al centro del convegno c’è stato anche l’Addendum di Bce sui tempi di svalutazione dei crediti deteriorati. Sulle nuove regole in fase di consultazione «c’è spazio per fare migliore chiarezza» e «sicuramente un quadro regolamentare più chiaro facilita anche le stesse quotazioni in borsa» compresa quella di Mps , ha spiegato Rivera. Per il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini invece «è assolutamente vero che il processo di riduzione degli Npl debba essere accelerato, ma attraverso misure che favoriscano lo sviluppo di un mercato parallelo».

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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