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L’Italia è ancora in prima linea nella ricostruzione dello Stato libico, non solo politica ma anche materiale. Il 31 luglio è arrivata la notizia di un accordo con cui il gruppo Axitea Spa, azienda italiana specializzata in servizi di vigilanza e cybersecurity con sede a Milano a via Gallarate, si è aggiudicata una commessa da 79 milioni di euro per ricostruire l’aeroporto di Tripoli. Il contratto di Axitea è da 7 milioni di euro, mentre il resto della commessa sarà divisa fra altri quattro gruppi sotto il comune consorzio di Aeneas: Gruppo Mazzitelli, Two Seven, Escape e Lion.

Aeneas, che dal primo agosto ha nominato come nuovo direttore generale la francese Caroline Ferat Bedran, già direttrice della strategia e dello sviluppo della Philipps France, aveva vinto il contratto a inizio luglio. La commessa prevede la ricostruzione dell’aeroporto della capitale libica, distrutto nel 2014 a causa degli scontri fra le milizie governative del Governo di Unità Nazionale e le brigate di Zintan.

Nel settembre del 2016 l’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva messo in contatto il consorzio delle cinque aziende, creato in quel mese con questo preciso scopo, con il ministro dei Trasporti del governo libico Milad Matouk, per mostrare il lavoro che avevano fatto nel 2003 con l’equipaggiamento di un terminal dell’aeroporto di Catania. In ottobre poi Aeneas aveva inviato una delegazione a Tripoli per un sopralluogo dello scalo.

“Per i lavoratori locali ci saranno molte opportunità di lavoro” ha rassicurato al Lybia Herald il direttore commerciale di Aeneas Alessio Bucaioni, che ha anche garantito che il progetto è stato approvato dalle autorità libiche sotto la supervisione dell’autorità italiana per l’aviazione civile (ENAC). Axitea si occuperà della realizzazione degli impianti di sicurezza dell’aeroporto, dalla Control Room agli allarmi e la videosorveglianza.

Per l’azienda di Milano, nata nel 2011 a seguito di una fusione fra Sicurglobal e Mega Italia, la commessa libica rappresenta un importante passo per il rilancio dell’attività, all’indomani di una prolungata fase difficile. Dal 2011 al 2015 il fatturato è sceso da oltre 160 milioni di euro a circa 79 milioni nel 2015. L’ultimo bilancio disponibile, approvato, fra gli altri, da Deloitte, è proprio del 2015, che vede un patrimonio netto di – 77.553.920 euro, un rapporto di indebitamento del 159,7% e una perdita d’esercizio di 23.311.123 euro.

La svolta per Axitea è arrivata lo scorso marzo, quando il tribunale di Milano ha omologato il concordato preventivo fra l’azienda e i suoi creditori, che vantavano un credito di 197 milioni. Fra questi figuravano le banche di Monte dei Paschi di Siena, Interbanca e Banco Bpm, che hanno accettato lo stralcio dell’87,4% dei loro crediti (79 milioni di euro) in seguito all’iniezione di nuova finanza in Axitea per 32 milioni di euro da parte dell’unico socio dell’azienda, la holding lussemburghese Stirling Square Capital Partners (SSCP). Tre membri del team della holding, che controlla la società di Milano dal 2008, si occupano oggi di Axitea: il co-fondatore di SSCP Bolaji Odunsi e gli italiani Stefano Bonfiglio e Matteo Nichil.

Le banche che hanno accettato lo stralcio, come riporta MF- Milano Finanza, rientreranno dalle perdite grazie ai proventi della vendita della società nel 2021, al termine del piano industriale con cui Axitea prevede di arrivare a un ebitda di 13 milioni di euro su 100 milioni di ricavi. In marzo l’ad dell’azienda milanese Marco Bavazzano ha garantito in una conversazione con MF che l’accordo di ristrutturazione riporterà Axitea in equilibrio patrimoniale, e che nel 2016 l’ebitda è tornato positivo, anche se il bilancio si chiuderà ancora con una perdita.

La commessa dell’aeroporto di Tripoli ha dunque certamente giocato un ruolo di primo piano nel rilancio di Axitea. Un’operazione che non è stata accolta con unanime favore in Libia. Da quando il 29 dicembre 2016 il ministro dei Trasporti Matouk aveva annunciato, in un intervento al forum sui trasporti della Aviation Holding Company, che sarebbe stata una ditta italiana a ricostruire lo scalo di Tripoli, le polemiche interne non sono cessate.

Tra le voci più critiche c’è quella di Rujban Salah Suhbi, deputato della House of Representatives del parlamento di Tobruk. Non riconoscendo la legittimità del governo di Fayez al Serraj, per Suhbi “qualsiasi contratto firmato dallo Stato libico per ricostruire l’Aeroporto Internazionale di Tripoli è illegale e incostituzionale”. Il deputato sostiene inoltre che non ci sia stata sufficiente trasparenza nell’annuncio della gara pubblica.

Lo scorso 13 luglio poi la testata online Africa Intelligence si è detta “preoccupata per l’arrivo a Tripoli di Aeneas”, definendo il contratto del consorzio con il ministero dei Trasporti libico “un mistero”. Accuse prontamente respinte dall’ambasciata italiana a Tripoli, che ha twittato il 19 luglio: “Nessun mistero. Il consorzio è un gruppo di aziende preesistenti. Aeneas ha tutta l’esperienza per fare un gran lavoro all’aeroporto di Tripoli. Basta con la disinformazione”.

libia, gentiloni

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