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Sarà l’evento dell’anno, dal 6 al 10 luglio, Palermo diventa palcoscenico internazionale per una kermesse di alta moda in cui protagonista indiscussa sarà la Sicilia.
Saranno spesi oltre 26 milioni di euro dai due stilisti che non solo hanno profumatamente pagato i privati, sia direttamente che indirettamente coinvolti negli eventi, ma che si sono direttamente occupati della remise en forme dei siti anche pubblici che versavano in uno stato di abbandono, non difficile da immaginare in una terra lacerata dalla crisi e dalla noncuranza politica.

Coinvolte centinaia di maestranze siciliane, lo chef di respiro internazionale come Natale Giunta curerà personalmente tutte le cene di gala. Scenari da favola come villa Igea, palazzo Gangi, palazzo Mazzarino, la galleria di arte moderna, il chiostro di Monreale, il pop up store allestito in uno dei luoghi più belli e storici della città, i quattro pizzi della Tonnara Florio dei Paladino faranno da scenario. Se a Taormina c’era il g7 della politica,a Palermo arriverà il gotha dell’economia mondiale e dello show business, milionari, attori e cantanti internazionali ospiti di una cornice resa dorata a spese dei due stilisti.

E cosa fanno i soliti siciliani nemici da cuntintizza? Invece di ponti d’oro, criticano Dolce&Gabbana col piglio tipico dei finti intellettuali radical chic, perché utilizzerebbero la Sicilia come uno stereotipo al solo scopo di vendere.
Polemiche gratuite, sterili, se non dannose, avercene imprenditori che investono in Sicilia così, dando al mondo un’idea della nostra terra lontana anni luce dagli omicidi della mafia per cui veniamo ricordati. Avercene stilisti illuminati che riescono a trasformare il prototipo di donna siciliana nana e baffuta,in una splendida donna sensuale, carismatica e fascinosa padrona della scena e protagonista nel mondo. Da politica, da donna, da siciliana dico grazie a Dolce&Gabbana, grazie di cuore.

Giusi Savarino, portavoce di #DiventeràBellissima e presidente di #AmunìSicilia

dolce gabbana

Sicilia, Dolce&Gabbana e polemiche fuori moda

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